Premesso, se ce ne fosse bisogno, che parliamo di persone morte in modo violento in uno degli attacchi terroristici più infami e anche ricordati del mondo: l’attacco alle torri gemelle di New York dell’ 11 settembre 2001. Immagini impresse nelle nostre menti, indelebili, grida e sangue innocente, una coltre di fumo che avvolge un luogo che si pensava inviolabile. Omicidi di persone senza distinzioni di età, razza, estrazione sociale, gay e non, il dolore è uguale per tutti. Vittime innocenti di un odio sconsiderato che ha distrutto famiglie intere
Oggi, in vista del ventennale dell’ attacco, vi racconterò alcune storie delle persone LGBT coinvolte e morte quel giorno.
Quel maledetto giorno furono uccise quasi tremila persone, tra cui molte LGBT.
Mark Bingham, 31 anni. Un passeggero del volo United Airlines 93 che si è schiantato in Pennsylvania, ha lottato per contrastare i dirottatori dell’aereo. Da quel giorno è celebrato come uno degli eroi del volo 93.
Carol Flyzi. lla cLascia una compagna con cui conviveva da 13 anni, Nancy Walsh. La mattina dell’ 11 settembre saluta Nancy e si imbarca da Boston su un volo verso Los Angeles. Promette aompagna di chiamarla non appena fosse atterrata. Non lo farà mai. Il volo su cui è salita Carol è il l volo 11 dell’American Airlines, il primo che si schianterà contro la prima torre.
David Charlebois. Pilota dell’American Airlines. David si era scoperto gay molto tardi, vedi anche per la divisa che indossava faceva fatica a dichiararsi. Con il tempo e complici i colleghi decide di fare il grande passo e inizia a frequentare i pride. David inizia a sentirsi libero, orgoglioso di se stesso. Tanto è vero che si lascia fotografare in divisa stringendo una bandiera rainbow tra le mani. Charlebois ha indossato la sua uniforme per l’ultima volta l’11 settembre, quando il suo aereo, che stava copilotando, è stato dirottato e si è schiantato contro il Pentagono. Lascia il compagno Tom Hay .
La famiglia Brandhorst-Gamboa. Una famiglia LGBT, due papà innamorati: Ronald Gamboa e Dan Brandhorst, ed il loro figlioletto adottivo David, di tre anni. Felici di ritorno da una vacanza hanno trovato la morte in aereo schiantandosi contro una delle torri. Gli amici li ricordano come padri affettuosi, devoti per la fortuna che avevano avuto di incontrarsi e di aver adottato David. Avevano in programma di adottare un altro bambino.
Pamela J. Boyce 43 anni Era una delle impiegate del World Trade Center. Pamela, residente a Brooklyn, ha lavorato al 92° piano del One World Trade Center come assistente del vicepresidente della contabilità per l’ufficio di New York di Carr Futures. Per lei non c’è stato scampo. Lascia la sua compagna Catherine Anello.
Queste sono solo alcune delle storie che si potrebbero raccontare, le vittime sono state tantissime e ognuna di loro era una persona speciale.
Tra le bandiere delle nazioni che sono state coinvolte in questo dramma (vittime di tutte le nazionalità) un posto va riservato alla bandiera rainbow.
In memoria delle vittime LGBT.