Sono 21 le persone arrestate dai carabinieri, nel rione Traiano, a seguito di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda. La maggior parte sono stati portati in carcere, mentre in cinque sconteranno la pena agli arresti domiciliari. Le accuse vanno dall’associazione di tipo mafioso, all’associazione per spaccio di sostanze stupefacenti fino alla detenzione illecita di armi e al tentato omicidio. Grazie alle perquisizioni, nonché alle intercettazioni, sono molte le armi da fuoco che sono state sequestrate, così come i chili di droga di tutte le specie (spesso nascosti dietro ai parafanghi delle auto). Ebbene, con buona evidenza, tramite questa importante operazione investigativa, che ha permesso di individuare molteplici personalità invischiate nella criminalità organizzata, è stato, in pratica, sgominato un intero clan camorristico, quello dei Cutolo. Tra gli arrestati, non a caso, figurano pure due esponenti di spicco del suddetto clan, i quali erano già noti alle autorità per aver cercato, in passato, di uccidere un appartenente ai Marfella.
Le attività di indagine, dunque, hanno consentito di ricostruire, con una certa attenzione, tutta la rete di gestione malavitosa degli affari in quella che, purtroppo, è una delle aree più interessate dal fenomeno. Tra piazze di spaccio ed estorsioni, nelle vie e nei palazzi del rione, è davvero tanto il denaro sporco che circola, spartito da due “famiglie” criminali, spesso in guerra tra di loro: i Cutolo, per l’appunto, e i Puccianelli. La “Beverly Hills” di Napoli è così che in tanti denominano quel quartiere, proprio in riferimento alla perenne e cospicua disponibilità di droga.
Insomma, grazie alle autorità inquirenti è stato assestato un bel colpo alla camorra e questo in un periodo in cui, come ci hanno raccontato le cronache, gli episodi di violenza, dalle periferie al centro, si sono decisamente intensificati, sia per cruenza che per frequenza. Tuttavia, siamo difronte alla vittoria di una battaglia, seppure essa sia decisamente meritevole e degna di lode. Per vincere la guerra, invece, come abbiamo avuto modo di sottolineare più volte, al di là degli aspetti direttamente repressivi, è necessario che si investa su politiche strutturali e di ampio respiro. Fino a quando non verranno garantiti, anche sul nostro territorio, livelli adeguati in termini di istruzione, servizi, cultura e lavoro, il cancro della camorra è destinato a proliferare ancora e a strutturarsi come sistema nei vuoti dello Stato.