Le sorelle Grimes abitavano a Chicago negli anni Cinquanta. Ora immaginate Chicago negli anni Cinquanta. È una città vibrante, in pieno boom economico, dove ogni notte brilla la luce al neon dei locali e nei jukebox risuonano le note di Elvis e Buddy Holly. La Seconda Guerra Mondiale è finita da un decennio, e gli Stati Uniti vivono un periodo di euforia e prosperità economica. Le strade sono affollate da giovani con giacche di pelle e gonne a ruota, le Cadillac scintillano sotto il sole, e in ogni angolo c’è una promessa di benessere e di un futuro luminoso.
Ma dietro a questa facciata di modernità e promesse, Chicago è una città dagli alti e bassi, dove si nasconde anche una sottile vena di oscurità. È una metropoli con una storia di violenza e criminalità, la stessa che aveva visto sorgere e cadere Al Capone solo pochi decenni prima. Quartieri residenziali sorgono vicini a zone degradate, dove si muovono figure d’ombra, dove la malavita si insinua nelle pieghe di una società che, pur rigogliosa, è fragile. È qui, tra le luci e le ombre di questa Chicago contraddittoria, che ha inizio una delle storie più inquietanti e irrisolte del tempo.
Il mistero delle sorelle Grimes
Barbara e Patricia Grimes, rispettivamente quindici e tredici anni, sono due sorelle tipiche della loro età: appassionate, sognatrici e innamorate delle icone pop del tempo, specialmente Elvis Presley, il Re del Rock. È il 28 dicembre 1956, e le due ragazze decidono di andare al cinema Brighton Theater, a circa un miglio da casa, per vedere l’ultimo film del loro idolo, Love Me Tender. È una serata come tante, e le ragazze sembrano tranquille quando salutano la madre, Loretta, promettendole di tornare a casa subito dopo il film. Ma quella sarà l’ultima volta che qualcuno le vedrà vive.
Quando Barbara e Patricia non fanno ritorno a casa quella sera, Loretta, presa dall’angoscia, si reca alla stazione di polizia per denunciarne la scomparsa. Si mobilitano vicini, amici e conoscenti, mentre i detective della polizia locale iniziano a sondare piste che si dipanano nei meandri della città. Chicago, però, non ha mai avuto una trama semplice, e l’intricata rete di indizi, testimonianze e segnalazioni false farà di questa storia un rompicapo oscuro.
Le ipotesi iniziali: una fuga romantica?
La polizia inizialmente avanza l’ipotesi di una fuga volontaria: forse Barbara e Patricia erano scappate per vivere una vita d’avventura, magari seguendo l’esempio dei ribelli del rock ‘n’ roll. Negli anni ’50, l’immagine dei giovani in fuga, ribelli e anticonformisti, è diffusa, alimentata da film come Il selvaggio e dalle canzoni di Elvis. Così, mentre gli investigatori iniziano a cercare in stazioni di autobus e autostrade, cominciano ad emergere delle segnalazioni. Diversi testimoni affermano di aver visto le sorelle: qualcuno giura di averle incontrate in un diner fuori città, qualcun altro dice di averle viste in compagnia di ragazzi più grandi. Ma tutte queste voci si rivelano inconsistenti e, una dopo l’altra, cadono come castelli di sabbia.
Per le prime settimane, la famiglia Grimes spera che le ragazze siano semplicemente fuggite e che, stanche della loro avventura, possano fare ritorno a casa. Ma mentre i giorni passano, senza che vi sia alcun indizio concreto, l’ottimismo si trasforma in paura, e la paura diventa terrore. Chicago è in allerta, i giornali ne parlano, e l’intera città segue il caso con angoscia.
Il tragico ritrovamento
Il 22 gennaio 1957, a quasi un mese dalla loro scomparsa, l’epilogo terribile: un operaio che guida lungo la German Church Road, nei sobborghi di Willow Springs, nota qualcosa di strano in un fosso ai margini della strada. La vista lo paralizza: sono i corpi di due giovani ragazze, congelati dal freddo invernale. La polizia conferma l’identità: sono Barbara e Patricia Grimes.
L’autopsia rivela dettagli agghiaccianti. Le ragazze hanno subito violenze, sono state picchiate e, secondo le stime, sono morte poco dopo la loro scomparsa. I loro corpi, però, non mostrano segni di esposizione prolungata agli elementi atmosferici, suggerendo che siano state mantenute altrove per un certo periodo prima di essere abbandonate. È un elemento che aggiunge mistero al caso, suggerendo che chiunque sia stato, abbia avuto cura di occultare i cadaveri fino a quel momento.
Le piste e i sospetti
Negli anni seguenti, il caso Grimes diventa una questione di interesse nazionale, attirando l’attenzione di investigatori, criminologi e persino di appassionati del paranormale. Diverse piste vengono battute, ma ogni volta che sembra di avvicinarsi alla verità, questa sfugge, come in un gioco sinistro.
Uno dei primi sospetti è Edward “Bennie” Bedwell, un operaio con precedenti penali, che, interrogato dalla polizia, si dichiara inizialmente colpevole, per poi ritrattare. La sua confessione appare debole e ricca di incongruenze, e alla fine verrà scagionato. Altri sospetti sono vaghi, poco fondati, come quello che coinvolge un misterioso uomo in compagnia delle ragazze quella notte al cinema, o l’inquietante storia del presunto autostoppista con cui si sarebbero allontanate. Ma tutte queste piste, con il tempo, si affievoliscono, lasciando sempre un retrogusto di incertezza.
Gli interrogativi irrisolti e il lascito oscuro
Nonostante la polizia continui a raccogliere segnalazioni, il caso rimane irrisolto e pieno di ombre. La verità è stata sepolta con le sorelle Grimes, e forse solo chi ha compiuto l’atrocità conosce la risposta. Questo mistero, ormai parte del folklore macabro della Chicago degli anni Cinquanta, viene considerato uno dei casi di cronaca nera più angoscianti e inspiegabili della città.
Chi ha ucciso Barbara e Patricia Grimes? Qual è il segreto che la città ha nascosto in quel lontano inverno del 1956? Forse Chicago conosce la verità, ma non l’ha mai voluta rivelare. Una nebbia di silenzi e di ipotesi irrisolte aleggia ancora su quella notte di dicembre, e, in un certo senso, il caso delle sorelle Grimes resta lì, a vagare tra le strade e i vicoli della città, come un’ombra che non si è mai veramente dissolta.