Le vacanze estive stavano volgendo al termine e Alessandro, un giovane studente di Napoli, decise di organizzare una serata con i suoi amici nell’antico cimitero delle Fontanelle. Nonostante la fama di luogo maledetto e infestato da presenze paranormali, Alessandro e i suoi amici erano affascinati dalla storia del cimitero e dalla sua bellezza decadente.
La sera dell’incontro, Alessandro e i suoi amici si ritrovarono davanti all’ingresso del cimitero, illuminato solo dalla luce della luna. Mentre camminavano tra le tombe e le catacombe, sentivano dei rumori strani e delle voci provenienti dall’oscurità.
Nonostante l’inquietudine, Alessandro si sentiva sicuro del suo coraggio e del suo spirito razionale. Tuttavia, quando il gruppo si avvicinò alla statua di San Gennaro, tutto cambiò. La statua sembrava muoversi e la sua espressione sembrava essere rivolta direttamente a loro.
Alessandro tentò di mantenere la calma, ma la paura iniziò a prendere il sopravvento. Le voci che sentiva si trasformarono in grida disumane, mentre le ombre si muovevano intorno a loro.
In quel momento, Alessandro vide una figura nera che si materializzò davanti ai suoi occhi. Era una donna, vestita di nero e con i capelli lunghi e scuri. La donna gli porse una rosa nera e gli sussurrò all’orecchio: “La morte è qui. Non potrai scappare. La morte ti aspetta”.
Alessandro si sentì invaso da una sensazione di terrore e di angoscia. Cercò di fuggire, ma le sue gambe sembravano non rispondere più. Gli amici lo chiamavano, ma le loro voci sembravano provenire da un’altra dimensione.
La donna nera lo prese per mano e lo trascinò in un’oscura catacomba, dove il silenzio era rotto solo dallo scricchiolio delle ossa. Lì, Alessandro vide una figura spettrale, avvolta da un sudario bianco, che si avvicinò a lui.
La figura gli porse una candela accesa e gli disse: “La tua vita è finita qui. La tua anima appartiene ora a noi”.
Alessandro cercò di fuggire, ma era troppo tardi. La figura spettrale lo afferrò e lo trascinò in una tomba, dove il suo corpo fu sepolto vivo.
I suoi amici lo cercarono per giorni, ma non riuscirono mai a trovare il suo corpo. Solo la rosa nera che la donna gli aveva dato fu trovata sulla sua tomba vuota.
Da quel giorno in poi, l’antico cimitero delle Fontanelle divenne un luogo ancora più misterioso e inquietante, evitato da tutti coloro che conoscevano la terribile fine di Alessandro. La leggenda dell’uomo sepolto vivo nel cimitero delle Fontanelle diventò una storia popolare, trasmessa di generazione in generazione tra i napoletani.
In seguito alla scomparsa di Alessandro, i suoi amici furono perseguitati dalla sensazione di essere osservati da una presenza sinistra, mentre la figura spettrale che lo aveva trascinato nella tomba continuava a comparire nei loro sogni, ricordando loro la terribile fine dell’amico scomparso.
Tuttavia, un anno dopo la scomparsa di Alessandro, uno dei suoi amici, Antonio, decise di tornare al cimitero delle Fontanelle per indagare sulla verità della sua scomparsa. Antonio era convinto che ci fosse un modo per trovare il corpo di Alessandro e per scoprire ciò che era successo quella notte fatale.
Armato di una torcia elettrica e di una mappa del cimitero, Antonio si avventurò tra le tombe e le catacombe, cercando indizi che lo portassero alla verità. Mentre camminava tra i corridoi bui, sentiva dei rumori e delle voci provenire dall’oscurità, ma non si fermò. Continuò a camminare, scrutando ogni angolo del cimitero.
Dopo diverse ore di ricerca, Antonio si trovò davanti ad una porta segreta, nascosta dietro una parete di calcinacci. La porta sembrava condurre ad un’area del cimitero che non era segnata sulla mappa.
Senza esitazione, Antonio aprì la porta e si inoltrò nel corridoio. La luce della sua torcia illuminava un ambiente angusto e polveroso, dove le ragnatele pendevano dal soffitto.
Dopo pochi passi, Antonio si trovò davanti ad una stanza segreta, illuminata solo da una candela accesa. Al centro della stanza c’era un sarcofago risalente all’epoca romana, con incisioni in lingua latina.
Antonio si avvicinò al sarcofago e vi lesse l’iscrizione: “Qui giace Alessandro, vittima della maledizione del cimitero delle Fontanelle”. Il suo cuore batteva forte nel petto.
Improvvisamente, la candela si spense e Antonio si trovò immerso nell’oscurità. Sentì un respiro affannoso alle sue spalle e una voce gutturale che gli sussurrò: “Non dovevi essere qui. Non dovevi trovare la verità”.
Antonio cercò di fuggire, ma qualcosa lo afferrò per il collo e lo trascinò nel sarcofago. La paura lo paralizzò, mentre le mani invisibili lo stringevano sempre più forte.
La voce gutturale gli disse: “La maledizione del cimitero delle Fontanelle non perdona. La verità ti ha portato alla morte”.
Antonio morì in quella tomba, strangolato da una forza invisibile.
Da quel giorno in poi, il cimitero delle Fontanelle divenne ancora più misterioso e inquietante. La leggenda di Alessandro e di Antonio si unì, diventando una storia ancora più terrificante. Gli abitanti di Napoli evitavano il cimitero come la peste, convinti che la maledizione del cimitero delle Fontanelle fosse reale.
Nessuno sapeva più cosa fosse successo a Alessandro e ad Antonio, ma la leggenda continuò a vivere, come un monito per tutti coloro che osavano sfidare la maledizione del cimitero delle Fontanelle e delle tenebre che esso custodiva.