Guardare una pellicola cinematografica senza che questa preveda degli accompagnamenti musicali, è praticamente impossibile anche solo da immaginare. Le cosiddette colonne sonore, indubbiamente, ormai incidono in maniera considerevole sulla riuscita di un film; non a caso, a loro sono dedicati specifici riconoscimenti, come appunto l’Oscar per la miglior colonna sonora. A tal proposito, è sicuramente doverso ricordare un musicista che è stato il padre di molte composizioni che hanno accarezzato, con tocco sublime, ricco e variegato, lo scorrere di tante storiche scene sul grande schermo. Chiaramente, il riferimento è a Ennio Morricone, il quale, proprio oggi, compie la bellezza di 91 anni. Era il 10 novembre del 1928, infatti, quando, a Roma, nasceva il compositore e direttore d’orchestra più celebre del mondo del Cinema. Diplomato in tromba, composizione e direzione d’orchestra al Conservatorio di Santa Cecilia, negli anni Cinquanta, il maestro iniziò a suonare la tromba in varie jazz band. Fu negli anni Sessanta che, invece, egli cominciò a comporre canzoni per film, come La voglia matta, I motorizzati e Il giovedì. Molto proficuo, in quegli anni, fu il suo incontro con il regista Sergio Leone; a cominciare dal 1965, difatti, Morricone realizzò splendide musiche per i suoi western, dal primo Per un pugno di dollari, per poi passare a Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto e il cattivo, C’era una volta il West, Giù la testa, fino ad arrivare all’ultimo, del 1984, C’era una volta in America. Per il genere western all’italiana – oltre che con Leone il compositore collaborò pure con Duccio Tessari e Sergio Corbucci – le sue musiche divennero popolarissime in tutto il mondo.
Negli anni Sessanta, poi, il maestro compose per accompagnare Uccellacci e uccellini, Decameron, Teorema, I racconti di Canterbury e Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini. Per Dario Argento, invece, Morricone lasciò la sua importa in horror quali L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio. Il compositore lavorò, inoltre, con Mauro Bolognini per Metello; con Giuliano Montaldo per Giordano Bruno e L’Agnese va a morire; con Elio Petri per La classe operaia va in paradiso; coi Taviani per Allosanfàn e con Bernardo Bertolucci per Novecento
In aggiunta, possiamo citare titoli come Sacco e Vanzetti, La battaglia di Algeri, Diabolik, Partner, Il grande silenzio, Il clan dei siciliani, Metti una sera a cena, Queimada, Il vizietto, Il giocattolo, La luna, Il prato, Un sacco bello, Bianco rosso e verdone; e poi ancora le Piovre televisive e i film di Giuseppe Tornatore. È evidente che elencarli tutti è realmente impossibile.
Ma come possiamo ricordare, oltre che per il cinema italiano, Morricone è un nome di rilievo anche nel cinema hollywoodiano, con le sue composizioni per registi americani come John Carpenter, Brian De Palma, Barry Levinson, Mike Nichols, Oliver Stone e Quentin Tarantino, per il quale, il 28 febbraio 2016, ha ottenuto il suo secondo Oscar per le partiture del film The Hateful Eight. Il primo Oscar fu quello alla carriera nel 2007. Insieme a questi, però, il musicista ha vinto pure tre Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize.
Oggi, oltre ad essere stato nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, il nome di Ennio Morricone è nella Walk of Fame di Hollywood.