Altri due punti gettati alle ortiche nel momento decisivo: il Napoli di Rino Gattuso viene raggiunto dal Cagliari in pieno recupero e torna fuori dalla zona Champions League, ritrovata solo la scorsa settimana dopo una lunga rincorsa.
Gli azzurri, in vantaggio con uno splendido gol di Osimhen, possono recriminare per il gol del raddoppio ingiustamente annullato al nigeriano (lievissimo il tocco su Godin), ma il calo dell’ultima mezz’ora, alimentato e non arginato dai cambi di Gattuso, è stato evidente e solo in parte di natura fisica.
Come troppo spesso accaduto in passato, al Napoli è infatti venuto quello che in gergo tennistico si definisce il “braccino”, ovvero la paura di vincere e chiudere l’incontro dando il colpo di grazia all’avversario.
Il Cagliari, alla disperata ricerca di punti e in un ottimo momento di forma, ha conquistato il pareggio nel recupero ma lo ha fatto con pieno merito, avendo sfiorato il gol sia nel primo che nel secondo tempo, con il palo colpito da Zappa e i due miracoli compiuti da Meret, l’ultimo giunto pochi istanti prima dell’1-1 di Nandez.
Resta la sensazione di aver assistito all’ennesima occasione persa per gli azzurri: una squadra in vantaggio 1-0, in un match fondamentale per il proprio destino, avrebbe dovuto gestire in ben altro modo gli ultimi minuti di partita, magari provando a spezzettare il gioco e sicuramente evitando di prendere gol su lancio di 40 metri di un centrocampista indisturbato, a difesa schierata.
Questa battuta d’arresto complica il cammino del Napoli nella volata finale, ma Insigne e compagni sono ancora padroni del loro destino, a patto di vincere tutte le ultime 4 partite di campionato, iniziando da quella di oggi pomeriggio (ore 15) al “Picco” contro lo Spezia di mister Italiano.
I liguri, a lungo nelle zone tranquille della classifica ed in grado di esprimere un ottimo calcio per larghi tratti della stagione, sono stati risucchiati nelle zone calde dalla prepotente risalita del Cagliari e dovranno provare a far punti anche contro i partenopei.
Dopo diverse settimane con l’infermeria vuota, tornano i problemi per Gattuso, in particolare nel reparto arretrato: allo stop di Koulibaly, infortunatosi al polpaccio domenica (per lui potrebbe essere addirittura finita la stagione), si è aggiunto quello di Maksimovic, risultato positivo al covid a inizio settimana.
Scelte dunque obbligate al centro della retroguardia per “Ringhio Star”, che dovrà affidarsi alla quasi inedita coppia Rrahmani-Manolas, vista in partita per pochissimi minuti durante il campionato.
Sulle fasce, con Di Lorenzo in grande spolvero, potrebbe tornare in campo Mario Rui al posto di Hysaj, protagonista in negativo nell’azione del pareggio cagliaritano.
Gattuso recupera Ospina ma sarà probabilmente ancora Meret (grande protagonista contro i rossoblu) a giocare in porta: per il resto, rispetto a domenica scorsa, l’unica altra novità dovrebbe riguardare Politano, destinato a partire titolare al posto di Lozano, ancora alla ricerca della brillantezza perduta dopo il lungo infortunio.
Certissima la conferma al centro dell’attacco di Osimhen, mattatore contro i sardi con un gol da centravanti navigato, una rete annullata per motivi misteriosi e una prestazione straripante: la sua uscita per una ferita alla testa, insieme all’ingresso di un Mertens francamente impresentabile, è stata una delle svolte in negativo dell’incontro per il Napoli.
Emergenza in difesa dunque, e fu proprio un difensore centrale, Paolo Cannavaro, a regalare la vittoria agli azzurri (in maglia rossa) nell’unico precedente giocato al “Picco” tra le due squadre, in Serie B: il 30 Settembre 2006, il Napoli di mister Reja colse una vittoria importante nel cammino che lo avrebbe portato al ritorno in Serie A insieme a Juventus e Genoa.
Quella squadra, non eccelsa dal punto di vista tecnico, aveva nella compattezza, nella grinta, nel cinismo e nella capacità di saper soffrire le doti che le consentirono di centrare un obiettivo difficile in un campionato ricco di forti antagoniste.
Se il Napoli attuale, squadra dal potenziale tecnico enorme, avesse un decimo degli attributi di quel gruppo, oggi probabilmente staremmo parlando di una qualificazione Champions già in cassaforte.
Purtroppo con i se ed i ma non si fa la storia, e quindi non resta che augurarsi che il Napoli riesca a tenere la barra dritta ed a tornare subito alla vittoria: a partire da oggi, anche il minimo errore potrebbe risultare fatale.