Sono tempi feroci quelli nei quali ci ritroviamo a vivere; tempi nei quali basta anche una piccola sciocchezza, un nonnulla, per far sgorgare dalle viscere profonde e oscure dello squallore umano le peggiori bestialità e i più brutali istinti ai danni del prossimo. Spesso, come ci restituiscono, quasi con cadenza quotidiana, le cronache, purtroppo, sono i giovanissimi a macchiarsi di episodi di efferata violenza, il che tanto dovrebbe farci riflettere sul totale stato di degrado morale nei quali crescono moltissimi ragazzi che si muovono nelle strade delle nostre città, seminando orrore e soprusi. A tal proposito, come abbiamo tutti avuto modo di apprendere, nella notte del 29 agosto, un giovane di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta, Gennaro Leone, ha perso la vita a causa di un accoltellamento alla gamba mentre si trovava a trascorrere la serata nel centro di Caserta, in via Vico, nel cuore della movida cittadina. Egli era considerato una promessa della boxe – frequentava la palestra a Caserta – ed aveva gareggiato in categorie giovanili ottenendo ottimi risultati. La lite tra i ragazzi davanti ai locali della città sarebbe nata per motivi assai futili, a quanto pare, per uno sguardo “di troppo” – cosa che rende l’accaduto ancora più grave e inaccettabile-. Dopo aver subito il colpo, inferto, appunto, con un coltello, il 18enne è stato trasportato in ospedale ma, dopo qualche iniziale speranza, non c’è stato nulla da fare per lui ed è morto all’alba, in quanto il fendente ha praticamente reciso un’arteria principale dell’arto inferiore e, quindi, ha perso tanto sangue al punto da avere un arresto cardiocircolatorio.
In queste ore, i carabinieri della Compagnia di Caserta, guidati dal capitano Pietro Tribuzio, ovviamente, si stanno occupando di condurre le indagini sulla vicenda e sembra che, grazie soprattutto alle testimonianze degli amici della vittima e di altri ragazzi presenti sul luogo del delitto – mentre solo qualche elemento è emerso tramite le poche telecamere di videosorveglianza presenti in zona -, gli investigatori siano riusciti a identificare due dei soggetti coinvolti nella rissa e in particolare uno dei due sarebbe proprio l’aggressore. Si tratterebbe di un ragazzo di Caivano, nell’hinterland napoletano, anche lui appena maggiorenne, il quale, dopo l’identificazione pare abbia detto agli agenti: “Non pensavo che morisse”. Costui, ora, è in carcere con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante dei futili motivi, e nelle prossime ore il Gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere dovrà decidere se confermare il fermo e tenerlo in cella.