“Un’altissima colonna di fumo dalle sembianze di un maestoso pino, con un tronco svettante coronato da una folta chioma scura.”
È così che Plinio il Giovane descrisse i primissimi effetti della drammatica eruzione del Vesuvio del 79 d.C. in una serie di lettere indirizzate all’amico Tacito. A tal proposito, proprio in una lettera dello stesso autore si legge quella che, fino a qualche anno fa, era ritenuta la data precisa dell’evento, ovvero nonum kal septembres, cioè nove giorni prima delle Calende di settembre, il che corrisponde al 24 agosto. Tuttavia, a partire dal 2010, in conseguenza di alcuni dati archeologici emersi, si è riaperta la discussione attorno al giorno esatto e gli studiosi sono passati a ritenere come molto più attendibile il 24 ottobre. Del resto, tra gli elementi che fanno propendere per questo giorno possiamo citare sicuramente il ritrovamento sotto i depositi dell’eruzione di un denario d’argento che celebra la quindicesima acclamazione dell’imperatore Tito, avvenuta dopo il 7/8 settembre. Dipoi, è da menzionare la scoperta, a Pompei, nel 2018, di un’iscrizione vergata a carboncino su un muro di una casa – che probabilmente all’epoca era in ristrutturazione -, la quale riporta la data del 17 ottobre. Essa, quindi, non sarebbe potuta essere presente se la devastazione fosse giunta già il 24 agosto e, in aggiunta, sicuramente è da attribuire all’anno 79 d.C e non prima, poiché le scritte a carboncino si cancellano con estrema facilità. Inoltre, nonostante, come si diceva, delle lettere di Plinio il Giovane la trascrizione più nota riporti il giorno del 24 agosto, le date che derivano dalle altre trascrizioni vanno, invece, dal 24 ottobre al primo novembre. Altri indizi, seppur indiretti, della possibile data dell’eruzione intorno al 24 ottobre sono, poi, il ritrovamento sotto la cenere di frutti tipicamente autunnali – come fichi secchi, noci, castagne e melagrane -, di contenitori del vino già sigillati, di bracieri già in uso nelle case per il riscaldamento degli ambienti e di abiti pesanti indossati dalle vittime. Va notato, inoltre, che il 23 agosto a Roma erano celebrati i Volcanalia e la singolare coincidenza sarebbe sicuramente stata evidenziata dai cronisti dell’epoca.
Dunque, in conclusione, alla luce di quanto analizzato, con buonissima probabilità, possiamo affermare anche noi che proprio oggi, nel 79 d.C., si verificò l’esplosione del Vesuvio che ha segnato per sempre la storia e il paesaggio di quell’angolo della nostra terra. Le città di Pompei e di Ercolano, sepolte dall’eruzione. sono state cristallizzate nel tempo e nello spazio e, ovviamente, attirano, ogni anno, un flusso enorme di turisti, curiosi, storici e ricercatori alla scoperta dei segreti ancora nascosti dalla cenere.