Trama: Petali di rose, madonne e carciofi è un romanzo che si potrebbe definire “di formazione” o d’amore, forse, in cui vengono affrontate diverse tematiche: il viaggio alla scoperta della felicità, la nostalgia degli affetti, la solitudine, la ricerca del lavoro e delle proprie radici. Una vena tragicomica sottende e accompagna tutta la narrazione rendendola più avvincente, tra amori, delusioni, eventi sfortunati e improvvise epifanie, che prendono vita attraverso flashbak, trame e sottotrame.
Casa editrice Prova d’Autore
Recensione: Maria, la protagonista, è una ragazza siciliana trasferita a Milano, come l’autrice Giuseppina Sciortino. Dopo aver mollato gli studi ed aver combinato poco e niente decide di andarsene al Nord lasciandosi tutto alle spalle.
Il titolo del libro si rifà al nome del paese siculo: Madonna dei carciofi, chiamato così perché tempo addietro, in un campo di carciofi fu ritrovata una statuina della Madonna, col passere degli anni, le rose hanno preso il posto dei carciofi, sicuramente più belle e profumate, ma anch’esse spinose.
Spinosa è proprio la vita di Maria, un passato doloroso, triste, nessun successo lavorativo, incontri casuali con gente strana, la sua passività. Ecco, quello che mi ha colpito maggiormente di lei è questo: un senso di sconfitta, sembra una via di mezzo tra un’inetta ed una “vinta” verghiana. Ammetto anche che non sono riuscita ad empatizzare con il suo personaggio, mi trasmetteva quasi fastidio. Avrei voluto prenderla per le spalle e scuoterla, ricordarle che ha deciso di allontanarsi dalla sua terra e dall’amorevole nonna per avere di più, aveva un progetto. Sembra, invece, in balia degli eventi, il tempo passa inesorabile, ma poco cambia, anche eventi di maggior spessore sembra non la scalfiscano. Ma il messaggio è chiaro: il nord non è la terra promessa, non è l’Eldorado. Milano non è circondata da un muro invalicabile, non si può tenere fuori il passato ed i ricordi, soprattutto quando Maria riceve la visita di una vecchia e sprovveduta amica.
Poi, c’è il ritorno al paesello, il percorso per la strada che porta a casa sua è lentissimo, ogni passo è un ricordo, una sensazione che cederà il posto ad un’epifania con un finale che, beh, ribalta tutto.
Ho conosciuto Giuseppina Sciortino grazie a L’obiettore di coscienza, e posso confermare che la sua scrittura è totalmente coinvolgente.
Questa di Maria è una storia che pone il focus sulla vita, sui cambiamenti meravigliosi che ci si aspetta, ma mancano ad arrivare, sulle delusioni, le sconfitte, sull’amore. E’ un ritratto, anche se un po’ pessimistico, di ciò che normalmente accade, c’è realismo e verità, nessuna favola.
Ho provato un particolare affetto per il personaggio della nonna, che con il suo amore, la sua dedizione, i sacrifici e le sue raccomandazioni mi ha ricordato tantissimo la mia.
Lo stile ricalca in tutto e per tutto il messaggio che ci arriva a fine lettura: è asciutto, sincero e diretto.
Un romanzo di formazione che non racconta frottole, è completamente disincantato e razionale.
Giuseppina Sciortino, siciliana, vegetariana, vive a Milano e lavora per una nota società di telecomunicazioni. Laureata in Lingue e Letterature straniere, ha scritto racconti e poesie per vari siti e riviste, nonchè autrice di due romanzi: Petali di rose, madonne e carciofi (Prova d’autore, 2021) e L’obiettore di coscienza (Eretica edizioni, 2019).