Un altro, importantissimo passo verso lo scudetto: il Napoli, pur soffrendo, espugna Lecce e si lascia alle spalle la serataccia col Milan, tenendo a distanza le inseguitrici a 9 giornate dal termine.
Non è stata certo una delle prove più brillanti dell’anno per gli uomini di Spalletti, che hanno indubbiamente pagato lo scotto psicologico del poker subìto dai rossoneri oltre alla perdurante assenza di Osimhen.
Nonostante il gol trovato abbastanza presto da capitan Di Lorenzo, perfetto nello sfruttare di testa il cross di Kim sugli sviluppi di un calcio piazzato, gli azzurri hanno faticato a controllare la partita, anche per merito di un Lecce voglioso di riscattare le 5 sconfitte consecutive e bravo a pressare alto e chiudere ogni spazio di manovra.
Il match si è ulteriormente complicato a inizio ripresa, quando i salentini hanno trovato il gol del pareggio con Di Francesco, bravo ad approfittare dello sbandamento della difesa partenopea dopo la clamorosa traversa colta di testa da Baschirotto, girandosi in un fazzoletto e battendo Meret con un rasoterra secco e preciso.
Il Napoli ha avuto quantomeno il merito di non disunirsi, cercando immediatamente il nuovo vantaggio e trovandolo, seppur in modo rocambolesco e, una volta tanto, fortunoso: sul bel cross di Mario Rui, innescato dal tacco di Kvara, è stato Gallo a firmare il più classico degli autogol, mettendo in difficoltà con un retropassaggio di coscia il suo portiere Falcone, che ha finito per buttarsi il pallone in porta da solo.
Nonostante il risultato e i cambi, gli azzurri non hanno avuto la forza di chiudere l’incontro, anche se il gol del 3-1 è stato negato loro proprio all’ultimo secondo dall’arbitro Manganiello, che ha fischiato la fine mentre Politano si era involato verso la porta lasciata sguarnita da Falcone, accorso in attacco sull’ultimo corner per i giallorossi.
Poco importa, però, visto che con questo fondamentale successo il Napoli mantiene 16 lunghezze sulla Lazio e allunga su Milan e Inter: la vittoria degli aquilotti sulla Juventus riporta i bianconeri a 15 punti di distanza “sul campo”, e lascia tranquilli i partenopei anche in caso di annullamento dei 15 punti di penalizzazione inflitti alla “vecchia signora” per il caso plusvalenze.
A questo punto, conti alla mano, nella peggiore delle ipotesi ai Supereroi azzurri basteranno quattro vittorie e un pareggio nelle ultime nove partite per far iniziare la festa, e un altro successo sabato prossimo contro il Verona potrebbe avvicinare ulteriormente il traguardo.
Blindato ulteriormente il campionato, il Napoli può finalmente concentrarsi sull’affascinante “derby” italiano dei quarti di finale di Champions League contro il Milan, che vivrà stasera (ore 21) il suo primo atto al “Meazza”.
Spalletti deve affrontare una vera e propria emergenza in attacco: con Osimhen ancora in dubbio e Raspadori alla ricerca della migliore condizione dopo l’infortunio, il tecnico sarà costretto a rinunciare anche al Cholito Simeone, fermatosi nella ripresa a Lecce per via di un problema ancora da definire alla gamba sinistra, che verrà valutato in questi giorni con gli esami strumentali.
Non è quindi da escludere l’impiego, al centro dell’attacco, di uno tra il Chucky Lozano e Kvaratskhelia, che ha concluso la partita di Lecce proprio in quel ruolo, con Elmas a prenderne il posto sulla fascia; per il resto è probabile che l’unica ulteriore novità potrebbe essere rappresentata dall’inserimento di Olivera sull’out sinistro, con il ritorno a centrocampo di Zielinski, rimasto in panchina in Salento.
Non ci sono precedenti tra Milan e Napoli in campo europeo, anche se i rossoneri sono nettamente in vantaggio nel computo delle 78 sfide casalinghe giocate tra campionato e Coppa Italia, con 33 successi a fronte dei 18 blitz azzurri e dei 27 pareggi.
Il Napoli può aggrapparsi agli ultimi 3 vittoriosi precedenti giocati a San Siro in campionato: dopo gli 1-0 firmati da Politano il 14 Marzo 2021 e da Elmas il 19 Dicembre dello stesso anno, lo scorso 18 Settembre fu Simeone a siglare il definitivo 2-1 dopo il rigore di Politano e il pareggio di Giroud.
Gli azzurri hanno giocato solo una volta una trasferta “europea” in Italia: accadde il 28 Febbraio 1989 nell’andata dei quarti di Coppa Uefa, quando al Comunale di Torino la Juventus si impose per 2-0 con il gol di Pasquale Bruno e l’autorete di Corradini.
Tutti ricordiamo come finì al ritorno, a dimostrazione che in Coppa le gare durano 180′ o anche oltre, e quindi nonostante le assenze e il periodo non brillante di forma, per il Napoli sarà importante tenere aperta la qualificazione in attesa del ritorno della prossima settimana al “Maradona”.
Tutto ciò senza dimenticare che la Champions deve restare un meraviglioso sogno, da accarezzare lasciando agli altri la pressione di dover vincere: luci a San Siro, dunque, per una notte da vivere senza paura.