Nei pressi di Sant’Agata sui due Golfi, a Massa Lubrense, sono state rinvenute tre necropoli, la cui scoperta è stata di notevole importanza, dato che si è potuto constatare con certezza che il luogo era abitato da una popolazione cospicua fin dal VII secolo a.C. La prima necropoli è stata scoperta nel 1810 sotto la collina del Deserto, in località Acquara, dove sono emersi diversi vasi disadorni. Pochi anni più tardi, precisamente nel 1837, è stata scoperta una seconda necropoli nel versante settentrionale della medesima collina. Quest’ultima era assai più ricca e vasta della prima, tanto che sono stati raccolti, all’interno delle tombe in tufo, numerosi vasi di diverse dimensioni contenenti oggetti disparati, quali anelli, collane, ornamenti muliebri in bronzo, scodelle di rame, armi. Nello stesso periodo, si venne al rinvenimento della terza necropoli, all’interno delle mura della collina del Deserto, in un luogo detto Vadabillo, in concomitanza della destinazione del luogo a camposanto per i morti di colera. Le tombe ritrovate contenevano vasi ritenuti greci. Attraverso l’analisi degli oggetti raccolti da un centinaio di sepolture, databili tra la fine del VII e la metà del V sec. a.C., si deduce che le popolazioni indigene erano in contatto commerciale con altre realtà esterne, come quella Etrusca, probabilmente tramite la vicinissima città di Sorrento. Interessante è stato il rinvenimento del vaso con la raffigurazione della sirena Parthenope con le ali aperte, databile alla seconda metà del VI seolo a.C.; ciò fa supporre che nel Deserto di Sant’Agata ci fosse il tempio delle Sirene. Il vaso, insieme ad altri oggetti e tombe, sono conservati nel museo archeologico territoriale della penisola sorrentina, intitolato all’archeologo e studioso George Vallet, con sede nella splendida villa Fondi di Sangro a Piano di Sorrento (NA). Il museo, allestito a cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta d’intesa con il comune di Piano di Sorrento e inaugurato il 17 luglio 1999, è il primo museo archeologico territoriale della penisola sorrentina e nasce dall’esigenza di raccogliere la documentazione e i risultati delle più recenti campagne di scavo per ricostruire le fasi di popolamento e di trasformazione della penisola sorrentina dall’età preistorica fino a quella romana.