Giulia Cecchettin è la 83esima vittima di femminicidio di questo drammatico 2023.
Giulia e’ l’ennesima donna colpita per mano di chi giurava e spergiurava di amarla tanto da ammazzarla.
Giulia che il 16 novembre avrebbe dovuto laurearsi in un’aula universitaria scioccata per la “sua” assenza e spaventata per la “sua” vita.
Filippo e Giulia si conoscono all’università, studiano insieme, sono due ventenni che si amano e che si lasciano nella naturalezza di quell’età .
Eppure da questa estate Giulia probabilmente era diventata la “sua” ossessione e la “sua” perdita ha rappresentato uno sbarramento per entrambi alla vita gioiosa dei 20 anni.
Dopo la morte della madre, la ragazza si immerge nello studio e, così accelerando il “suo” percorso, si è ritrovata ad un passo dalla laurea.
Probabilmente in Filippo questa paventata autonomia e indipendenza di Giulia diviene una bomba emotiva esplosiva e così ad un passo dalla “sua” affermazione Filippo da scheggia impazzita le ruba il “suo” destino per sempre.
Giulia aveva scelto dopo il “suo” immenso dolore, di riempire la “sua” esistenza della “sua” realizzazione personale con i sogni e la dolcezza e la determinazione di fare qualcosa di bello della “sua” vita.
Non aveva fatto i conti però che la “sua” vita non era però più solo “sua”. Filippo, anche Filippo, coi suoi 20 anni considerava Giulia una cosa “sua”, un “suo” possesso, una” sua “ ossessione e non è un caso che ad un passo dalla “sua” seduta di laurea lui le abbia sottratto tutto: gioia, speranza, vita, sogni, bellezza.
Tutta l’ Italia col fiato sospeso in questa settimana ha sperato disperatamente che vi fosse un epilogo diverso, che non si trattasse dell’ennesimo caso di femminicidio, dell’ennesima donna vittima dell’ultimo tragico appuntamento, anche per Giulia tristemente fatale.
E quando si sono ritrovate le macchie ematiche e il video che descrive la folle violenza – inizialmente definita – a mani nude di Filippo nei confronti della “sua” Giulia, le speranze si sono via via affievolite e l’immagine va ad un ragazzo senza senno che vaga per le montagne alla ricerca di un se’ per giustificare l’annientamento doloroso dell’altra dopo essersi determinato a tanto.
Filippo viene descritto come un narcisista concentrato solo su di se’ e spinto ad uccidere pur di non cedere la “sua” Giulia a nessuno e in primis alla vita ma cosa si può fare per spiegare che l’amore è libertà, che l’amore non può e deve incatenare, che l’amore malato deve far scappare, che l’amore non può e non deve possedere, che ai primi segnali di allarme bisogna prendere le ali e volare lontano da chi dice di amarci e invece mira solo a possederci.
E non si dicesse che Filippo era un ragazzo normale perché un ragazzo normale non uccide, non massacra , non perseguita, non annienta, non odia.
Filippo aveva dato segnali di allarme e la dolcissima Giulia non era stata in grado di intercettarne la gravità e la pericolosità !
In fuga dopo essersi liberato del corpo, lungo il percorso che si era prefissato, fermo alle stazioni di servizio di notte per fare rifornimento con banconote intrise del sangue di Giulia, è stato recuperato in Germania dalla polizia a seguito dell’identificazione dopo il mandato di cattura internazionale emesso con il ritrovamento del cadavere della povera Giulia.
E non è stato un atto d’ira, ne’ un momento di sconforto ne’ un delitto d’impeto a fargli perdere il controllo di se’…no ora sappiamo che la “sua” era una vera e propria fissazione e che il “suo” invito per sabato sera era un appuntamento con la morte di Giulia probabilmente ampiamente congegnata e premeditata.
E così la delusione, la rinuncia, la perdita ha scatenato tutta la “sua” rabbia inferendole diverse coltellate alla testa …alla testa!!!
È da brividi immaginare tanta ferocia, tanta violenza che sembra una follia, una scena di pazzia perché non è spiegabile diversamente, non è accettabile umanamente e invece no, siamo di nuovo di fronte ad un caparbio e spietato calcolatore che ha meticolosamente studiato percorso, strategie, omicidio e persino fuga.
La modalità con cui ha ucciso Giulia colpendo la testa non può non far riflettere sull’obiettivo di colpire la sua volontà, la sua capacità di determinarsi, la sua voglia di indipendenza, la sua intelligenza che l’aveva portata ad un passo dal sogno della “sua” laurea che sara’ comunque consegnata per volere del Ministro alla sua famiglia.
Proprio la sua famiglia che ha dimostrato grande dignità e amorevolezza, nelle parole del padre e della sorella di Giulia, resta ancora posto per esprimere non solo il loro dolore ma persino comprensione e vicinanza al dolore della famiglia di Filippo!
E le loro parole sia del padre che della eroica sorella Elena fanno ancor più male perché non sono intrise di odio o di rancore come sarebbe logico aspettarsi , anzi aprono al futuro verso cui guardare per riscattare Giulia e per provare a salvare le ragazze di oggi e di domani che vivono nella stessa paura e sotto la stessa pressione emotiva di Giulia, di quello che lei pensava fosse un amore immenso quando, invece, era solo un amore malato…di un maschio che non accetta un no , non accetta la fine di una relazione e resta imprigionato in una idea di amore che non esiste più!
In virtù di questa folle idea uccide uccide e uccide ancora…
A coloro che provano a trovare le soluzioni e a inventare le pozioni magiche per far fronte alla dimensione stratosferica che sta assumendo il fenomeno della violenza contro le donne, si può eccepire con convinzione che Giulia non ha sbagliato nulla, non ha sbagliato a lasciarlo, non ha sbagliato a fidarsi, non ha sbagliato ad offrire la “sua” amicizia, non poteva immaginare un destino tanto infelice e avverso, e anche quando le sarà affiorato il pensiero, lo avrà cacciato via pensando non potesse essere proprio lei l’ennesima vittima di femminicidio. Chi ha sbagliato tutto lasciandosi sopraffare dal suo stesso male è e resta Filippo per non aver saputo accettare un no, non aver capito cosa significhi amare, non aver fatto prevalere il rispetto per Giulia rispetto all’odio profondo che lo ha spinto ad accoltellarla senza pietà, a scaraventarla giù da un burrone, a scappare vigliaccamente verso una meta indefinita, a sottrarla ad una famiglia meravigliosa già segnata da un dolore profondo…non so se Filippo sia un mostro , sicuramente quello che ha fatto è mostruoso per Giulia, per se’, per le loro famiglie, per l’idea dell’amore che esce sconfitto e trafitto a morte.
Non c’è nulla di romantico in questa tragedia di amore perché non c’è amore!
Filippo non amava Giulia, la possedeva e improvvisamente non la possedeva più e questa mancanza di possesso lo ha portato a pensare ossessivamente a come riprenderne il possesso…e siccome i tentativi di riconquistarla erano tutti falliti, deliberatamente ha deciso di renderla per sempre SUA uccidendola e conquistandola definitivamente.
Non è un caso che data la fortissima attualità del dramma della violenza sulle donne, il film della Cortellesi ambientato al secondo dopoguerra stia ottenendo tanto successo, segno dei tempi, segno della voglia di cambiamento, segno della empatia col personaggio e la speranza di un riscatto che a parlarne ora nel 2024 sembrerebbe anacronistico e invece non lo è!
Allora forse anziché continuare ad allertare le bambine, le ragazze e le donne, dettare regole e pronunciare proclami, a sindacare comportamenti e vestiti e a indicare le scelte, ogni forse sarebbe cosa saggia indirizzare tutte le energie e gli strumenti possibili a educare a tambur battente i maschi ad essere uomini degni di questo nome, gentili, rispettosi, amorevoli, soprattutto preparati ad accettare di vivere accanto a donne intraprendenti, intelligenti, di successo, libere di scegliere il proprio destino e…”di” amare, “chi” amare e “se” amare.
Giulia era una ragazza dolcissima, stringe il cuore averla conosciuta travolta in questa tragedia, con la sensibilità di chi anche quando ha smesso di amare Filippo perché lo considerava troppo geloso e perché probabilmente non ne poteva più , non lo ha mai abbandonato al “ suo” destino, gli e’ stata accanto, era convinta che offrendo la “sua” amicizia lui si sarebbe tranquillizzato e rassegnato lentamente alla ”sua” fuga verso i sogni, i desideri, la voglia di conquistare il mondo come accade nell’entusiasmo dei 20 anni con una laurea in tasca e invece no, lui aveva altri progetti per il futuro, aveva pianificato che la “sua” Giulia se non fosse stata “sua” non sarebbe stata più di nessuno, nemmeno della “sua” stessa vita.