Il 7 Dicembre del 2023 si pubblica il secondo libro di Marco Zurzolo ‘O fischio ca nun fa paura, ed. Colonnese.
L’introduzione del libro ha una potenza emozionale tale da attirare l’attenzione del lettore: “Il fischio che non fa paura non è quello delle bombe, che a centinaia caddero sulla Napoli del 1943. Ma proprio tra i ricoveri e gli allarmi di quei giorni di paura, e poi di orgoglio e di riscossa popolare”
Non potevo non incontrarlo e farmi raccontare qualcos’ altro di questo libro
– Marco, cos’hai scritto questa volta?
– Ho scritto una storia proprio bella, incredibile, divertente, e niente…dobbiamo pariare.
(I suoi occhi sembrano che abbiano iniziato a pariare da parecchio)
–Una storia scritta o suonata?
–Scritta e suonata. L´ho scritta pensando agli showmen. La presentazione l’ho fatta al Conservatorio di San Pietro a Majella.
Gli inizi di Zurzolo come sassofonista, sono conosciuti. Fu un concerto degli showmen a fargli scegliere questo strumento, il saxofono. Un concerto dove assistette con sua madre, con soli 7 anni, al Cinema Teatro Delle Palme, concerti che si realizzavano la mattina.
–Ricordo che quando Mario Musella iniziò a cantare al teatro , accanto a mia madre, io impazzì. Quando vidi a James Senese, poi, nero, con questo strumento color oro, fu bellissimo. Per questo, la mia storia, è ispirata a questo gruppo. Un gruppo composto da un figlio di indiani, un nero e Franco Del Prete, rosso di capelli e figlio di un militare. Parliamo della fine degli anni 60, dove tutto questo era un tabú. Loro ce l’hanno fatta, attraverso la musica, nonostante tutto, ad essere accettati. Oggi sarebbe stato più facile, sicuramente.
Marco, anche quando parla, usa la stessa energia di quando suona.
– Cos’è che più ti piace di questo libro?
–Nel mio libro, c’è un momento che mi fa impazzire, naturalmente l’ho pensato attraverso la mente di James. James chiama Franco e dice: “Dobbiamo fare un gruppo comunista”. Franco gli risponde:” Comunista? Ma che è?” “Non ti preoccupare, si porta e ti devi fidare” e cosí formano Napoli Centrale e costringe a Franco a scivere un pezzo sulla campagna, parlando dello sfruttamento delle famiglie proletarie.
– Tu hai anche collaborato con Pino Daniele, vero?
–Sai che Pino Daniele si presentò a James dicendo di essere il chitarrista più bravo del mondo? James gli rispose di non avere bisogno di un chitarrista, ma di un bassista. Bene, Pino andò a comprare un basso, si presentò a James dicendo che lui era il bassista più bravo del mondo e disse “aggià sunà cu te”. Rido immaginandomi la scena “Sì, lo conoscevo anche grazie a mio fratello Rino.”
Tra le tante storie raccontate da Marco in questa mia intervista, mi è rimasta impressa quella di Peppino ‘o Killer e la nascita di un soprannome che ti resta appiccicato a vita. Dal nome sembrerebbe un personaggio uscito da una fiction camorrista, e invece no, era un semplice ragazzo che era ad Ischia con degli amici prendendo in pace il sole. Sfortunatamente, accanto a lui c’era un bambino in possesso di una pistola ad acqua che puntualmente gli scaricava il contenuto della pistola ripetendo le battute del film Il camorrista :”‘O Malacarne è nu guappo e cartone”. Alla terza volta, anche l’uomo più buono del mondo perde la pazienza, Peppino gli strappò la pistola di mano e scaricò l’acqua sul bambino facendolo piangere. La mamma, sentendo il figlio piangere, si avvicinó e, rivolgendosi a Peppino, disse: ” Ma nun ve pigliate scuorno e ve la piglià cu nu pover criature? Sit proprio nu killer” Da allora gli amici lo chiamarono Peppin o killer.
Ma ci sono tante altre storie “inventate…e non del tutto” in questo libro “’O fischio ca nun fa paura” . Tonino con il suo sax, la bella Wanda Giannino, lo Scellone, Aniello, la vita, la musica. Un gruppo di giovani che suonano forte, molto più forte delle bombe.
-Marco, non ti sembra folle pensare che la musica ci possa salvare?
Prima di rispondere assume l’aspetto di chi seriamente ci sta pensando. Poi alza la testa, mi guarda e sbozza un sorriso.
-Solo così ci si può salvare, suonando più forte.