Ciccio Merolla è cresciuto nei quartieri spagnoli dove la confusione e la frenesia diventano suoni e ritmi. Percussionista , regista e attore teatrale, dalla metà degli anni ’80 inizia a far parte del panorama musicale italiano. Dopo l’esordio coi Panoramics nel 1989, è diventato il percussionista di buona parte della scena musicale partenopea, collaborando con Bennato, Senese e Gragnaniello. È l’autore della canzone “Malatìa”.
Ciccio, tu hai iniziato ad amare la musica da giovanissimo
Avevo quattro anni. Stavo guardando il Festival di Sanremo e davanti al gruppo dei musicisti dell’orchestra c’era un percussionista. Ne rimasi folgorato e mi dissi “da grande voglio essere come questo signore”. Dal quel momento ho trovato la musica in ogni oggetto che mi circondasse, suonavo i tavoli, le sedie, le pentole, qualsiasi cosa che riproducesse un suono.
Tu provieni dai quartieri spagnoli, quartieri molto folcloristici
Sì. Ricordo che quando iniziai a suonare per la strada dei miei quartieri, la gente si fermava ad ascoltarmi e mi diceva “Continua, non ti fermare, sei bravo”. Questa cosa mi spronava e, soprattutto, i quartieri mi davano una identità. All’età di 10 anni partecipai nel film di Pino Daniele “Blues Metropolitano” . Ebbi così l’occasione di conoscere lo stesso Pino Daniele e Rosario Jerma, percussionista storico di Pino Daniele, prima di Tony Esposito , il quale mi disse “Sei molto bravo però devi studiare”. Lui fu il mio primo maestro.
Cosa ti trasmettere il tamburo?
La cosa bella della musica è che, chiudendo gli occhi riesci a sentire la connessione con l’universo. Pensare che stai suonando un tamburo e che il suono possa arrivare ovunque, anche al mondo intero. Questa cosa mi emoziona tanto.
Se non fossi stato un percussionista, quale altro strumento avresti scelto?
Non so quale altro strumento potrei suonare, so solo che lo strumento scelto, qualsiasi esso sia, se lo ami per davvero, diventa il prolungamento del tuo corpo. Pensandoci potrei risponderti che più che scegliere un altro strumento, sicuramente oggi sarei cantante. Giá lo faccio cantando le mie canzoni accompagnandomi con il tamburo. Spesso mi chiedono come faccio a riuscire a fare le due cose insieme, due cose con ritmi diversi. Rispondo che lo faccio da giovanissimo, non so spiegarlo, mi viene naturale.
Tu misceli ritmi e suoni di qualsiasi etnia, tra sacri e tribali. Ma qual’è il tuo vero stile?
Non amo definirlo perchè io quando compongo qualcosa non immagino mai di trovarmi in un genere musicale ben preciso. Io sono libero, le definizioni le danno gli altri. C’era un filosofo che diceva che definire significa limitare. Non voglio limiti nella mia vita.
La maggior parte delle persone, per rilassarsi, per concentrarsi o anche solo per staccare dal resto, di solito ascoltano musica. Tu cosa fai?
Io quando mi rilasso sto con i miei cani, Snoop e Minnie. Ma la musica non mi abbandona mai, è ovunque. La musica ed il ritmo ci accompagnano mentre camminiamo, mentre parliamo, quando scriviamo etc. etc. Fare musica non lo considero un lavoro. Sono molto fortunato perché riuscire a vivere della propria passione è una fortuna. Sarei felicissimo se tutti potessero perseguire il proprio talento, perché ognuno di noi ne ha uno. Poi amo dipingere e mi sono inventato questo modo che consiste in usare i cinque colori primari, li metto in diverse ciotole, poi mi bagno le dita ed inizio a suonare. In questo modo vengono fuori delle opere astratte molto misteriose.
Ma lo sai che la tua “Malatìa”, una volta ascoltata, è impossibile togliersela dalla testa. Hai avuto più di 25 milioni di visualizzazioni. Quanto aiutano i social?
Mi fecero ascoltare questa melodia colombiana, Guataquí di Martina Camargo, e la prima cosa che mi venne in mente fu quello di scrivere un testo in napoletano. Da Guataquí a Malatìa, ci volle un secondo. Io considero i social come una cosa rivoluzionaria. Prima, se volevi che un tuo pezzo si ascoltasse in radio, o dovevi avere un contratto potente con una casa discografica oppure dovevi pagare. Oggi, grazie ai social, è come se ognuno di noi avesse un proprio canale televisivo e a decidere è il pubblico. A me sembra molto interessante. Mi piace l’idea che le persone si inventino qualcosa per farsi vedere. Non è facile esibirsi al mondo. Se riesci ad arrivare al pubblico significa che hai individuato quel qualcosa che ti accomuna ad altre persone. Possono anche essere cose banali, semplici, ma visto che accomuna tante persone, secondo me non vanno sottovalutate.
Hai collaborato con tanti personaggi famosi. Ricordi con affetto qualche aneddoto?
Ti racconto una cosa che non ho mai raccontato fino ad oggi. Durante il periodo in cui suonavo con James Senese, iniziai a farmi conoscere ed avevo i mie fans. Una sera, dopo un concerto, James, con gli occhi pieni di lacrime mi disse “Ciccio, io credo che sia arrivato il momento che tu ti faccia una storia personale da solista. Io ti aiuto”. Così fece. Durante il processo del mio primo disco da solista che ho fatto “Nun pressà ‘o sole” , un disco di sole percussioni, James venne ogni giorno allo studio per aiutarmi con le composizioni. Questa è una cosa che ho trovato nobile e che non dimenticherò mai. Da allora anche io cerco di aiutare i miei musicisti giovani. James ha cambiato il mio modo di pensare e di guardare il mondo.
Poi c’è stato Kokoro, dove ti lasci andare anche al canto rap. Amalgami vari tipi di ritmi come quelli tribali del Medio Oriente, del Sud America, a cavallo tra dub e ritmi percussivi. Ovvero un album funk, entnico e hip hop.
Kokoro è una parola giapponese e significa “Con tutto il cuore”, come in napoletano. Ho la passione per il rap, e non solo grazie ai musicisti americani. Sono un appassionato di musica africana, ascolto molto Fela Kuti. Mi ha ispirato, mi ha fatto sorgere la passione di esprimermi con ritmi africani. A me piace molto fonderli con il napoletano, così scopri che ci sono delle somiglianze magiche.
Cosa ci prepari per il futuro?
Stiamo preparando il concerto a Piazza del Gesù a Napoli il 10 Maggio alle 21:00. Omaggio la mia città per il successo che mi ha regalato. Dopo partiremo in tour fino ad Ottobre. Poi ci sarà il nuovo single che uscirà a Maggio…e non posso dirti più nulla.