Fadi Zaghmout è uno scrittore giordano e attivista di genere. Un uomo arabo libero nella mente e nella scrittura, che con il suo primo romanzo La sposa di Amman ha destato scalpore in Giordania, diventando un caso letterario. Ha pubblicato cinque romanzi: La sposa di Amman, Il paradiso in terra, Laila e Ago e ditale. Ho letto La sposa di Amman recentemente, il volume (edito nel 2012) è arrivato in Italia 10 anni dopo la pubblicazione in patria. Il libro tocca argomenti scottanti, come la liberazione sessuale, il rapporto tra i giovani, la concezione tradizionale del matrimonio, l’emancipazione femminile, la questione LGBTQA+. Tenete conto che la vicenda si svolge ad Amman e non all’ estero. Ali, un giovane rifugiato iracheno è il personaggio gay che non ti aspetti di trovare tra le pagine di un romanzo arabo, eppure…… !!
Osserviamo il mondo arabo solo da un piccolo angolo, da quello che ci viene dato dalla tv e poco altro. In questo libro scopriremo che le loro paure di essere umani non sono dissimili da quelle nostre. Fadi ha umanizzato ai nostri occhi occidentali il paese da mille e una notte rendendo accessibili le loro vite, la loro anima al di là del burqa e del ramadan. E credetemi, sui sentimenti e sulle libertà siamo tutti uguali.
Ho conosciuto Fadi su IG e dopo essere rimasto folgorato dal suo libro gli ho proposto questa intervista.
Come è nata l’idea per il tuo libro?
E ‘stato sviluppato nel corso degli anni della mia scrittura sul mio blog. Ho iniziato con il blog nel 2006. “Bloggare” era popolare all’epoca, un nuovo mezzo che ci ha dato uno spazio di libertà senza censura. Volevo parlare delle libertà sessuali e dei diritti del corpo, perché sentivo che tutti quelli intorno a me in Giordania soffrono in un modo o nell’altro a causa dell’ossessione nei rigidi ruoli di genere e della mancanza di libertà sessuali. Durante i miei anni di blogging, ho discusso molti argomenti correlati, scritto racconti e sceneggiature di cortometraggi. Dopo anni di “blogging”, ho voluto scrivere su questi argomenti in un mezzo tradizionale, in una forma di letteratura, e così ho scritto le storie in The Bride of Amman.
C’è qualcosa che ammiri particolarmente della società occidentale?
Sì, certo! Le società occidentali hanno ottenuto molto in termini di diritti umani. Ammiro in particolare il modo in cui le società occidentali danno valore alla libertà di parola, oltre a tutti i progressi che sono stati raggiunti in termini di protezione delle libertà sessuali e dei diritti del corpo degli individui. Questi progressi non dovrebbero essere dati per scontati. La generazione attuale in Occidente dovrebbe sempre ricordare i sacrifici fatti in passato per arrivare dove sei oggi. Si può facilmente tornare indietro se non si presta attenzione.
In “La sposa di Amman”, Ali reprime la sua sessualità. Quanti “uomini come Ali” ci sono in Giordania?
Tanti! In Giordania, nel mondo arabo, nel mondo occidentale e in tutto il mondo. Anche se molto è cambiato negli ultimi decenni in termini di accettazione per le persone LGBTIQ, ci sono ancora molti come Ali, che lottano per trovare una via di mezzo tra i loro desideri sessuali, credenze religiose e aspettative sociali. È triste, perché non sono solo uomini come Ali a soffrire, ma anche donne innocenti come Laila, che vengono ingannate in finti matrimoni.
Quali sono i tuoi libri preferiti?
Amo i libri dell’autore britannico Ken Follet. Amo libri Dan Brown. Mi piace anche leggere narrativa utopica/ distopica. Due dei miei libri preferiti di tutti i tempi sono “1984” di George Orwell e “A Brave New World” di Aldous Huxley. C’è anche “The Kite Runner” di Khaled Al Husseini che è uno dei miei libri preferiti.
Vorrei saperne di più sul mondo arabo LGBTQ, potresti consigliarmi tre libri…
Certo, raccomanderei i seguenti libri:
- “Yacobian Building” di Alaa Aswani
- “Nella stanza del ragno” di Muhammad Abdelnabi
- “This Arab Is Queer: An Anthology by LGBTQ+ Arab Writers” A cura di Elias Jahshan
- “Guapa” di Salim Haddad