Tra Poggioreale e Capodichino, possiamo trovare la grotta degli Sportiglioni. Come molte grotte anche questa ha un fascino misterioso, sembrerebbe addirittura che al suo interno fosse nascosto un tesoro mai ritrovato: il tesoro dei negromanti.
Il primo a sfruttarla per soggiogare il capoluogo vesuviano fu Belisario, generale dell’imperatore romano Giustiniano. Durante la battaglia contro i Goti, nel 536 d. C., il valoroso condottiero nascose il suo reggimento nelle profondità della cava, tagliando i canali dell’acquedotto della Bolla, che partivano da Capodichino.
Ma è nel 1528 che la storia della grotta degli Sportiglioni e del suo misterioso tesoro dei negromanti comincia ad ammantarsi di cupa leggenda. In quell’anno, infatti, il generale francese Odet de Foix, conte di Lautrec, cinse d’assedio la capitale del viceregno spagnolo, il suo intento era quello di far morire tutti di sete e per questo distrusse l’acquedotto della Bolla, ma il suo piano fallì perchè le acque esondarano e, a causa della grande calura estiva, le acque ristagnando, si imputridirono, causando una violenta epidemia, che decimò le truppe francesi: lo stesso Odet de Foix morì in agosto. Il suo corpo fu gettato in una cavità che da lui prese il nome, ovvero il colle di Lotrecco.
Si racconta che nella grotta degli Sportiglioni, le truppe francesi portarono con sé tutto ciò che avevano razziato fino a quel momento: ori, gemme, argento e preziosi di ogni tipo. Un vero e proprio tesoro, rimasto per sempre sepolto assieme a loro. In seguito nel 1656 a causa dei tanti morti di peste, la grotta venne usata per seppellire cinquantamila appestati e per non far espandere l’epidemia i corpi gettati al suo interno furono murati e, con essi, fu murato anche tutto il tesoro, che fino ad allora nessuno mai aveva recuperato. Proprio per la presenza di tutte quelle sventurate anime, ben presto la grotta divenne, il luogo prediletto dei negromanti della città.
La leggenda vuole che essi riuscirono a trovare il tesoro nascosto ma per paura di essere derubati lo nascosero in un luogo più sicuro all’interno della grotta .
Da qui la leggenda prende il nome del “Il tesoro dei negromanti”.