La città di Napoli e la sua provincia più prossima di Pozzuoli e Bacoli stanno vivendo ore difficili per lo sciame sismico dei Campi Flegrei che sta determinando cambiamenti repentini del territorio a causa del bradisismo.
L’atipicità del territorio suddiviso tra un Vulcano potentissimo attivo seppur silente come il Vesuvio e la caldera dei Campi Flegrei che abbraccia uno spazio di chilometri con molti vulcani attivi fino ad arrivare alle isole e all’ entroterra napoletano contribuisce alla confusione gestionale del momento che non riesce a far fronte con la necessaria chiarezza – forse anche per l’incognita del suo destino – sulle misure da assumere a partire dal piano di evacuazione programmato per fine mese e non ancora conosciuto e praticato in via sperimentale dalla popolazione.
Negli ultimi giorni, l’intensificazione dei terremoti con magnitudo di 4,4 mai più verificatosi da quarant’anni, sta generando un effetto panico generale nei cittadini le cui case sono state ritenute inagibili e che vivono nelle tendopoli preparate, in alcuni spazi dedicati, dalle città coinvolte.
Il ministro in carica ha pronunciato parole un po’ dure nei confronti dei cittadini in primis nonché delle scelte susseguitisi negli anni di rendere queste zone non solo abitate ma sovraffollate. Parole che hanno generato grande confusione e malumore nella popolazione che da anni combatte con un fenomeno naturale inafferrabile e non pronosticabile …facile a dirsi oggi che non sarebbe dovuto essere popolato ma fin dall’antichità Napoli e le sue meraviglie circostanti hanno conquistato l’umanità che l’hanno abitata senza soluzione di continuità.
Siccome di fatto ormai le persone abitano le zone interessate dal bradisismo, sarebbe opportuno ora che si è ancora in una fase di rischio gialla operare in modo concreto una messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati.
Certo fa un certo effetto vedere il carcere femminile di Pozzuoli chiudere i battenti con il trasferimento delle detenute perché a rischio post terremoto e non agibile.
E come il carcere sono tantissime le abitazioni private considerate inabitabili a seguito delle verifiche della protezione civile ovvero in misura cautelativa nell’attesa delle verifiche sulla reale agibilità.
Sicuramente questo ha generato un profondo e diffuso malessere da parte di chi ha perso la sua normale quotidianità e vive in una continua paura del futuro…paura di perdere tutto….paura di non riuscire a scappare…o salvare i propri cari o se stesso.
E così ci sono famiglie che sono senza casa perché inagibile…famiglie che non hanno più la casa in attesa dei controlli necessari…famiglie che temono di ritornare nelle proprie case e cercano rifugio nelle tendopoli.
La situazione così particolare dei Campi Flegrei in termini territoriali e strutturali comporta un tamtam di paure e disagi da parte della popolazione a fronte di una politica disinteressata ad una importantissima opera di messa in sicurezza degli edifici delle zone interessate in modo da consentire alle famiglie di rientrare nelle proprie case.
Ascoltando le persone della zona mi hanno colpito due testimonianze in particolare.
Una famiglia che abita in un parco nei pressi della Solfatara improvvisamente si è ritrovata fuori di casa con una preventiva inagibilità in attesa dei controlli da effettuarsi ancora, per cui non può accedere alla propria casa, ai propri oggetti, alle proprie cose, al proprio rifugio perché senza controlli – in divenire – si è scelta la misura di sgombero preventivo…con una sensazione di spossessamento di quello che è proprio, così improvvisamente tanto da perdere il contatto con la realtà e con la quotidianità.
Altra storia, invece, proviene da una scuola primaria che si trova nel cuore della zona rossa quando l’arrivo della scossa mattutina di qualche giorno fa al momento dell’ingresso a scuola dei più piccini ha generato un effetto panico a cascata con i bambini che urlavano e piangevano disperati e non volevano entrare a scuola preferendo restare a fare lezione all’aperto per la paura dei movimenti della terra che rappresentano ora pericolo e terrore.
Lo sciame dei Campi Flegrei sta aprendo gli occhi su una voragine di sicurezza che riguarda la zona partenopea avvolta dalla caldera che se decidesse di esplodere farebbe una strage non solo a Napoli ma in una vastissima area territoriale ben oltre i confini regionali.
Esistono altri luoghi del mondo che conoscono la devastazione dei terremoti ma hanno provveduto già da tempo immemore a strutturare gli edifici con opportune cautele e misure antisismiche perché, scongiurando l’episodio più grave, quale l’esplosione dei Campi Flegrei o quella del Vesuvio ove decidesse di risvegliarsi, che non darebbero scampo a nessuno dei viciniori, e’ fondamentale agire mettendo in sicurezza le nostre città con tutte le accortezze più all’avanguardia del momento per attutire gli effetti dei terremoti.
Poi laddove la zona a rischio diventi improvvisamente arancione o addirittura rossa, seppure gli edifici restino in piedi, resistendo alle pressioni e ai balletti del terremoto e del bradisismo, non resta che mettere in pratica il progetto di evacuazione che il governo sta elaborando e che prima o poi i cittadini impareranno a conoscere e a praticare in modo da sapere cosa come e dove andare in caso di emergenza.
Nel frattempo, citando un vecchio film ambientato nella nostra regione, io (insieme a tutti gli altri migliaia di cittadini in fuga) speriamo che me la cavo!!!