Imperversa sui social la storia di Federica D’Orazio, di origine bacolese nella provincia marittima di Napoli.
Suo padre Pietro ha deciso di scrivere una lettera aperta, indirizzandola ad una giornalista, Valentina Rigano, da sempre attenta al tema della violenza contro le donne e in men che non si dica la storia è divenuta di dominio pubblico con un tam tam sui social e una denuncia accorata da parte del primo cittadino che ha inviato la segnalazione alle più alte autorità politiche del paese fino a giungere al Senato perché i politici si preoccupino e si occupino del caso di Federica e di suo padre.
Da circa due anni la vita di Federica e di suo padre è appesa ad un filo…dopo che all’ennesimo episodio di violenza fisica, Federica finalmente si è decisa a denunciare il pugno in volto ricevuto alla fine di una lite con il suo compagno dell’epoca, finita nel peggiore dei modi.
E il padre ovviamente, appoggiando la scelta della figlia, non l’ha mai lasciata sola anche ora che lei si accompagna ad un nuovo fidanzato, lo strazio delle persecuzioni, minacce, accuse, atti di stalking di giorno e di notte, non si ferma mai.
Dinanzi a testimoni l’ex violento ha confessato di aver ucciso con crudeltà il cane della famiglia ed è pronta a rifarlo con il nuovo cane da poco adottato. Per descriverne l’eliminazione in napoletano utilizza il termine “scannato” ovvero tagliata la gola e lasciato morire con una lenta agonia, la stessa che riserverebbe a padre e figlia se ne avesse le possibilità…ma le parole dette e gridate anche dinanzi a testimoni, per quanto gravi, non bastano a portare ad una decisione di allontanamento del violento dalle loro vite.
Piu volte, lo stalker ha seguito la sua ex anche in compagnia del nuovo fidanzato minacciandoli, arrivando anche alle mani e beccandosi diverse denunce per far sì che le autorità intervengano…ma nulla! Tutto tace.
E per non farsi mancare nulla, questo esemplare di ex ha minacciato, persino, i dipendenti del sig Pietro, estranei alla vicenda, completamente incolpevoli eppure finiti nella querelle infinita e inenarrabile della persecuzione a cielo aperto.
Sembra impossibile che nell’epoca del codice rosso, stiamo ascoltando e leggendo una storia simile, una storia in cui si può ancora scrivere un lieto fine fatto di giustizia vera, una storia in cui i protagonisti sono vivi e raccontano l’orrore e il terrore di un’esistenza che non ha dignità , rispetto, senso …
Le parole di Pietro toccano profondamente perché dicono ciò che si immagina quando una donna vittima di femminicidio e’ uccisa e non può più raccontare o dire la sua sulle sue paure, sulla sua vita difficile, sulla sua fuga per una scelta fatta di coraggio che può costare troppo cara.
Federica ha fatto la scelta giusta! Lo stesso non può dirsi ad opera di chi a fronte di tutte le denunce depositate poteva fare qualcosa e ancora non lo ha fatto!
Di grande attualità la storia di Morgan che rientra in questo filone pur essendo nata come una storia di pettegolezzo tra vip.
Pubblicata e diffusa da Selvaggia Lucarelli anche se già nota ai più, parrebbe che dopo la fine della relazione con la sua ex, Angelica Schiatti, Morgan, non accettando “the end” della storia, abbia messo in atto una serie di comportamenti ben oltre il limite della legge, con stalking, minacce fisiche e verbali, revenge porn con la diffusione di foto nude della ex, diffamazione e ancora ancora ancora.
Ora tra il genio incompreso e lo stalker incompreso ne passa un po’…
Fermo restando il garantismo necessario per cui si è colpevoli solo con sentenze passate in giudicato, si resta quantomeno perplessi a leggere le innumerevoli denunce presentate da certe donne e la totale inerzia di chi dovrebbe provvedere.
Colpevoli o no, la legge per la prevenzione della violenza sulle donne dovrebbe avere un unico criterio guida: la rapidità delle decisioni perché solo così è possibile scongiurare il peggio.
Non c’è tempo per le attese, le indecisioni, i temporeggianti, i ripensamenti…e far sì che la logica del terrore non sia atroce normalità quotidiana.
Un ex, un compagno, un marito, un fidanzato, non possono sentirsi in diritto di arrivare a tanto, qui c’è un delirio di onnipotenza sulla persona che se non posseduta, va annientata, distrutta, cancellata con sofferenza e disperazione dalla faccia della terra .
In questo caso il grido di dolore e di aiuto si è sollevato da tempo e bisogna che chi ha il dovere di farlo, intercetti questo grido disperato e intervenga nel merito per prevenire la lettura di ulteriori storie di massacri familiari dove il limite al peggio non c’è’ più…visto che abbiamo assistito ad un tentato avvelenamento di Giulia incinta con topicida per eliminarla in quanto scomoda, ad un vile accoltellamento di spalle per il capriccio di laurearsi insieme o per l’invidia per essere rimasto indietro di Turetta che ha colpito a morte Giulia prima di spalle e poi molte volte al volto…di chi si è ritrovata abbandonata in fin di vita in carrelli del supermercato perché Michela aveva la colpa di non accettare le avance ricevute da un poco più che coetaneo, della povera Alessandra uccisa a martellate da un ex che apparteneva ad un contesto privilegiato geloso possessivo della sua indipendenza e della sua gioia di vivere…
La forza di Pietro padre coraggio, deve spalancare gli occhi e le orecchie di chi legifera per accelerare tempi e modi delle azioni di prevenzione per non piangere un’altra anima bella colpevole solo di aver avuto un incontro sfortunato…e di aver fatto tutto il possibile per difendersi con l’aiuto della giustizia… eppure lasciata sola sotto i colpi mortali di una atroce crudele e assurda persecuzione nel tentativo di fermare una mattanza che non si arresta e che vede in meno di due anni uccise più di 200 donne per mano di chi giurava e spergiurava di amarle e nel mentre le uccideva piano piano, forte forte.