Quando muore un amore
Poesie LGBTQA+
Quando muore un amore. Storie di lutto e memoria
Di Matteo Carlesi
Ed. Controluna
Il volume si compone di 46 poesie, divise in 2 parti più un intermezzo.
La silloge poetica è un viaggio nell’accettazione della perdita dell’amato fino alla costruzione del suo ricordo. Il passaggio dallo struggimento e il dolore, che caratterizzano la perdita fisica del proprio compagno, divengono una necessaria sopravvivenza al presente e a se stesso.
La vita di coppia viene interrotta dalla malattia e dalla conseguente morte ma la fine di un amore non ne scalfisce il vivido ricordo.
Il passaggio in versi dalla prima alla seconda parte del volume è netto: il dolore, la malattia e la fine della vita terrena bloccano il corpo e il cuore dell’autore che però ben capisce la necessità che il dolore e lo struggimento debbano lasciare il posto al ricordo, positivo e tenero dell’amato compagno.
Buongiorno Matteo, parlaci un po’ di te
Ciao e grazie di ospitarmi. Sono toscano e vivo nella campagna vicino ad Altopascio sulla via Francigena, insieme al mio gatto rosso, Nozzi. Nel tempo libero mi diverto a curare il mio giardino, e a divertirmi con gli amici di sempre.
Qual è il filo conduttore del tuo libro?
Nel libro racconto in versi parte dell’elaborazione del lutto del mio compagno, Andrea. Il libro è diviso in due sezioni, “in morte di A.” e “in memoria di A.” con un intermezzo a metà che accoglie alcuni componimenti precedenti alla sua morte. Tornando alle due sezioni principali, nella prima parlo della malattia e della morte e di tutto quello che ho sentito e vissuto, con il cuore e l’animo spezzati. Nella seconda parte parlo dei ricordi, di noi, dell’amore che sopravvive alla morte fisica, che vive anche nell’assenza, e che dà speranza, la speranza di ripartire portando con sé l’amato.
La sofferenza cosa ti ha insegnato?
Si dice che la sofferenza insegni all’uomo a essere migliore. Non lo so, non credo che sia un’affermazione che possa valere per tutti. Sicuramente il dolore ti stravolge la vita e le priorità e ti obbliga a porti delle domande, a mettere in discussione tante sicurezze cristallizzate. Sta a ciascuno di noi poi trarne insegnamento.
Come nasce una poesia?
Nel mio caso nasce da emozioni, ricordi, sentimenti, immagini visive che metto su carta. Rielaboro e scrivo, riscrivo e correggo, finché non sento che ci siamo, che ho trasmesso quanto sentivo nell’anima di dover comunicare.
Le poesie sembrano percorrere un anno solare (di vita), come se si aprisse e chiudesse un cerchio, forse quello del dolore intenso e della perdita, è corretto?
Correttissimo. Queste poesie mi hanno accompagnato nel mio primo, dolorosissimo, anno senza Andrea. Abbracciano un arco di poco più di 12 mesi. Quasi un viaggio catartico, nel dolore e poi nella speranza.
Cosa c’è dopo il lutto?
Non c’è un dopo. Il lutto lo si metabolizza, lo si fa nostro, la ferita del cuore diventa una cicatrice e come tutte le cicatrici ogni tanto la si sente ancora forte. Una musica, una ricorrenza, un piatto, e la mente e il cuore tornano là, a noi. L’importante è ricordarsi che noi siamo ancora qua, in questa vita e di conseguenza dobbiamo guardare avanti, ma con i nostri amati sempre nel cuore.
Perché hai scelto di mettere “in versi” il tuo stato d’animo e non con un romanzo?
Trovo la poesia, quella contemporanea, un ottimo strumento per esprimere direttamente e sinceramente le proprie emozioni, quasi un flusso di coscienza che non deve rendere più conto di metriche o altre storiche consuetudini. Questo lavoro poi è nato come una mia risposta al dolore che provavo, al lutto che stavo e che sto vivendo, per cui è venuto spontaneo raccontarmi tramite i versi più che in un romanzo, che ha strutture ben definite, ha personaggi, narrazioni, tempi completamente differenti.
A chi consiglieresti queste poesie?
A chi ama, a chi ha amato e a chi ha dovuto interrompere il proprio cammino insieme alla persona amata, a tutti loro dico: l’amore resiste, ed esiste, anche nell’assenza, anche al di là della morte, che, alla fine, non è niente, è solo un passaggio, che prima o poi affronteremo tutti. È dura, ma si può ripartire, con la speranza nel cuore.