L’olio extravergine d’oliva è uno degli ingredienti fondamentali della cucina, soprattutto in quella mediterranea, un simbolo di salute e qualità che caratterizza la maggior parte delle pietanze iconiche della nostra tradizione culinaria. Grazie alle sue proprietà nutrizionali e al suo sapore distintivo, l’oro verde può esaltare ogni piatto, ma in quest’ottica, deve essere impiegato al meglio, conoscendo bene le dosi, le tecniche di cottura e le combinazioni di sapori, per sfruttare al meglio questo autentico dono della natura.
Come scegliere un olio EVO di qualità
La scelta di un olio extravergine di oliva di alta qualità è fondamentale per ottenere il massimo dal suo utilizzo in cucina. Un buon olio EVO deve avere un’acidità inferiore allo 0,8% e deve essere ottenuto attraverso processi meccanici senza l’uso di sostanze chimiche.
Per riconoscere un ingrediente di qualità, è fondamentale controllare l’etichetta, cercando informazioni sulla varietà di olive, la provenienza e la data di raccolta. Inoltre, un buon olio ha un aroma fruttato e un sapore equilibrato, con note di amaro e piccante.
Per evitare il rischio di fare una scelta sbagliata, è sempre consigliabile scegliere fornitori affidabili, preferibilmente biologici o a km 0, e farsi indicare il miglior olio extravergine italiano.
Gli utilizzi in cucina e gli abbinamenti
Uno dei modi migliori per apprezzare l’olio extravergine d’oliva è sicuramente utilizzarlo a crudo. Può essere versato su insalate, verdure grigliate, bruschette o piatti di pasta per arricchirne il sapore, ma anche per preparare salse come il pesto o come base per emulsioni, come la vinaigrette.
Contrariamente a quanto si pensa, inoltre, l’oro verde è adatto anche per la cottura, in quanto ha un punto di fumo relativamente alto (circa 190-210 °C), rendendolo ideale per sautés e fritture leggere. Al riguardo, quando si cucina, è importante non surriscaldarlo troppo per preservare le sue proprietà nutritive.
Infine, è perfetto per marinare carni, pesce e verdure, con l’aggiunta ad esempio di aceto e spezie che non solo insaporiscono, ma aiutano anche a tenere morbidi i cibi, senza contare il suo impiego sin dall’antichità per conservare alimenti come olive, pomodori secchi e formaggi, donando un sapore unico.
Ogni tipo di piatto può beneficiare di abbinamenti specifici con questo ingrediente. Gli oli più fruttati e delicati si sposano bene con piatti di pesce e insalate, mentre quelli più robusti e piccanti possono esaltare piatti di carne e zuppe.
Inoltre, il suo sapore naturale può essere arricchito con erbe e spezie per creare condimenti unici. Ad esempio aggiungere rosmarino, timo, peperoncino o aglio può trasformarlo in un condimento aromatico per carni o verdure.
Conservazione ed errori da evitare
Per mantenere intatte le proprietà organolettiche di questo elisir di salute, è importante conservarlo correttamente. L’olio deve infatti essere riposto in un luogo fresco, lontano dalla luce diretta e da fonti di calore, in contenitori di vetro scuro o metallo, ideali per evitare l’esposizione dalla luce.
Un buon prodotto può conservarsi fino a 18-24 mesi dalla data di produzione, ma è sempre meglio consumarlo freschissimo per gustarne appieno le qualità e, in quest’ottica, bisogna ricordarsi sempre di controllare sempre la data di scadenza e l’odore prima dell’uso.
Un altro errore comune è utilizzare quantità eccessive, bisogna invece dosare correttamente per esaltare i sapori senza coprirli. Anche un filo d’olio può fare la differenza.
Come detto in precedenza, infine, è sbagliatissimo surriscaldarlo, in quanto si può deteriorarne le proprietà, per tenere sotto controllo la temperatura durante la cottura si può utilizzare un termometro ad hoc.