Unknown 9: Awakening: la recensione dell’avventura magica con Anya Chalotra
Unknown 9: Awakening, il primo videogioco sviluppato da Reflector Entertainment, prometteva di introdurre i giocatori in un universo narrativo ricco di misteri e magia. Annunciato alla Gamescom del 2020 con un trailer cinematografico impressionante, il gioco ha attirato subito l’attenzione, grazie a una storia intrigante e la partecipazione di Anya Chalotra, attrice nota per il suo ruolo di Yennefer nella serie The Witcher. Tuttavia, dopo una lunga attesa e uno sviluppo avvolto nel mistero, il prodotto finale non è riuscito a mantenere le alte aspettative. In questa recensione esploreremo i punti di forza e le debolezze di un gioco che, seppur ricco di potenziale, sembra faticare a brillare come avrebbe potuto.
L’ambizione di un universo transmediale
Unknown 9: Awakening non è solo un videogioco, ma parte di un progetto narrativo molto più vasto. Reflector Entertainment, infatti, aveva fin dall’inizio concepito un universo transmediale, il cosiddetto “Storyworld”, che include libri, fumetti, podcast e altri media, tutti intrecciati per raccontare una storia complessa e sfaccettata. Al centro di questo progetto ci sono i “Nove Ignoti”, un’antica civiltà nascosta che possiede una conoscenza vastissima, tanto da essere considerata quasi divina. Questo misterioso gruppo ha lasciato dietro di sé delle tracce che solo pochi eletti possono decifrare, e tra questi si trova la protagonista del gioco, Haroona.
Ambientato in un 1912 alternativo, Unknown 9: Awakening ci porta a esplorare un mondo in bilico tra il magico e il scientifico, tra civiltà perdute e società segrete. Haroona è una giovane orfana indiana che, fin dalla tenera età, dimostra di avere un legame speciale con una dimensione parallela chiamata “Rovescio”, un mondo oscuro e misterioso che le permette di vedere oltre la realtà fisica. Il gioco la segue mentre viene addestrata da una figura misteriosa, Reika, che la introduce alle arti dei Quaestor, una confraternita che ha il compito di proteggere e custodire i segreti del Rovescio.
Questo universo è stato costruito anche attraverso altri media. Il primo romanzo della trilogia Genesis di Layton Green ha gettato le basi della trama, esplorando alcuni dei misteri dei Nove Ignoti, mentre il fumetto Torment e il podcast Out of Sight hanno aggiunto ulteriori dettagli. Tuttavia, nonostante questa vasta rete di contenuti, molti aspetti della trama restano vaghi o incompleti, e il gioco stesso non riesce a fornire tutte le risposte che i giocatori potrebbero aspettarsi.
Un viaggio personale attraverso il mistero
La narrazione di Unknown 9: Awakening ruota principalmente attorno alla crescita personale di Haroona. Abbandonata nelle strade di Calcutta, la giovane protagonista vive un’esistenza dura, segnata dalla povertà e dalla lotta per la sopravvivenza. Tuttavia, l’incontro con Reika cambierà il suo destino. Reika, un personaggio enigmatico e saggio, vede in Haroona un potenziale unico e la guida nel risveglio delle sue capacità. Questo percorso di scoperta la porterà a viaggiare in tutto il mondo, da Calcutta ai deserti della Mauritania, fino alle cime delle montagne dell’Anatolia.
Durante il suo viaggio, Haroona scopre due società segrete: la Leap Year Society e gli Ascendenti. La Leap Year Society è composta da studiosi e ricercatori che cercano di svelare i segreti della civiltà Sahin, antica e tecnologicamente avanzata, mentre gli Ascendenti, una fazione più oscura e violenta, mirano a sfruttare il potere dei Nove Ignoti per ottenere dominio assoluto. Questo conflitto tra le due fazioni costringe Haroona a prendere delle scelte difficili, portandola a confrontarsi con dilemmi morali e a esplorare la complessità del potere e della conoscenza.
Nonostante la ricchezza dell’universo narrativo, la trama di Unknown 9: Awakening soffre di alcune lacune. Haroona è un personaggio ben sviluppato, con un arco narrativo che la trasforma da ragazza vulnerabile a donna consapevole del proprio potere. Tuttavia, molti dei personaggi secondari mancano di profondità. Reika, nonostante il suo ruolo centrale nella storia, non viene mai esplorata fino in fondo, e anche figure come Luther, un altro Quaestor che affianca Haroona, rimangono piuttosto piatti. La narrazione, seppur interessante, si appoggia troppo su alcuni stereotipi del genere young adult, senza riuscire a elevare la storia a un livello di vera maturità.
Il gameplay: tra vecchio e nuovo
Dal punto di vista del gameplay, Unknown 9: Awakening si ispira ai grandi classici dell’azione e dell’avventura come Tomb Raider e Uncharted. Il gioco combina esplorazione, enigmi, combattimenti e fasi di furtività in una struttura che, pur rifacendosi a formule collaudate, appare datata e poco innovativa. L’avventura è suddivisa in livelli lineari, dove i giocatori devono superare ostacoli, affrontare nemici e risolvere enigmi per proseguire nella storia.
Le meccaniche di combattimento offrono attacchi leggeri e pesanti, schivate e parate, con la possibilità di utilizzare abilità magiche legate al Rovescio. Haroona può manipolare l’energia Am, una forza misteriosa che le consente di spostare oggetti, attivare trappole o persino controllare temporaneamente i nemici. Tuttavia, nonostante queste possibilità, il combattimento diventa rapidamente ripetitivo. I nemici sono poco vari e la difficoltà delle battaglie non offre una vera sfida, nemmeno ai livelli più alti.
Le sezioni di esplorazione e puzzle-solving sono ben integrate, ma non presentano innovazioni significative. L’elemento del Rovescio, seppur affascinante, viene utilizzato principalmente per risolvere enigmi ambientali, come trovare percorsi nascosti o interagire con oggetti altrimenti inaccessibili. Anche qui, l’originalità manca, e molte delle sfide proposte sembrano già viste in altri giochi dello stesso genere.
La componente furtiva e i problemi dell’IA
Un altro elemento del gameplay è rappresentato dalle sezioni di furtività. Haroona può sfruttare i suoi poteri per rendersi invisibile, aggirare i nemici o distrarli con esche, ma l’intelligenza artificiale lascia molto a desiderare. Spesso i nemici hanno comportamenti prevedibili o si muovono in modi illogici, rendendo queste sezioni meno avvincenti di quanto potrebbero essere. Anche qui, la mancanza di rifinitura si fa sentire, e la sensazione generale è che il potenziale di queste meccaniche non sia stato sfruttato appieno.
Un comparto tecnico deludente
Uno dei punti più critici di Unknown 9: Awakening è il comparto tecnico, che non riesce a tenere il passo con le ambizioni narrative del gioco. Sebbene l’ambientazione offra scenari suggestivi, come le affollate strade di Calcutta o le antiche rovine dei Sahin, la grafica appare datata e poco dettagliata. Le animazioni dei personaggi, in particolare quelle facciali, risultano rigide e poco naturali, compromettendo l’impatto emotivo delle scene più intense.
I problemi tecnici non si limitano solo alla grafica. Il gioco soffre di frequenti bug, cali di frame rate e pop-up di oggetti dello scenario. Anche la sincronizzazione dell’audio presenta problemi, con dialoghi che a volte non corrispondono ai movimenti labiali dei personaggi. Questi difetti tecnici riducono notevolmente l’immersione e l’esperienza di gioco, rendendo difficile apprezzare appieno il lavoro di Anya Chalotra, la cui interpretazione è penalizzata da queste limitazioni.
Un’occasione mancata?
In conclusione, Unknown 9: Awakening è un titolo che vive di contraddizioni. Da un lato, Reflector Entertainment ha creato un universo narrativo affascinante, ricco di misteri e potenzialità. La storia di Haroona e il mondo che la circonda sono intrisi di magia e suggestione, ma l’esecuzione tecnica e il gameplay non riescono a sostenere la visione ambiziosa dello studio. I problemi grafici, le meccaniche ripetitive e la mancanza di rifinitura penalizzano gravemente un gioco che avrebbe potuto essere molto di più.
Se siete appassionati di avventure narrative e siete disposti a sorvolare su alcuni difetti tecnici, Unknown 9: Awakening potrebbe offrirvi comunque un’esperienza interessante. Tuttavia, per molti giocatori, sarà difficile ignorare i problemi che affliggono il titolo, rendendolo un’occasione mancata in un panorama videoludico sempre più competitivo.
Punti di forza:
Universo narrativo affascinante e ben costruito
Protagonista carismatica e ben interpretata da Anya Chalotra
Ambientazioni suggestive e misteriose
Punti di debolezza:
Grafica datata e animazioni poco curate
Combattimenti e gameplay ripetitivi
Numerosi problemi tecnici e bug