Recensione di Lupin Once a Thief – Versione PlayStation 5
Tre aggettivi: incorreggibile, inafferrabile, ineguagliabile. Se esiste un personaggio che incarna perfettamente questi tre termini, quello è senza dubbio Arsène Lupin. Nato dalla penna di Maurice Leblanc come il ladro gentiluomo per eccellenza, Lupin ha ispirato nel corso del tempo innumerevoli adattamenti, dai manga e anime di Lupin III fino al più recente universo videoludico. In Lupin Once a Thief, sviluppato da Blazing Griffin e pubblicato da Microids, Arsène torna protagonista in un’avventura grafica che miscela abilmente indagine, furti, risoluzione di enigmi e una narrazione brillante, pronta a conquistare sia i fan del personaggio che gli appassionati del genere investigativo. Questa recensione si basa sulla versione PlayStation 5 del gioco, che si distingue per prestazioni tecniche solide e un comparto artistico distintivo.
Dal libro al controller: la fedeltà ai racconti di Leblanc
Fin dalle prime battute, Lupin Once a Thief fa trasparire il rispetto e la cura che gli sviluppatori hanno messo nell’adattare le avventure di Arsène Lupin. L’ispirazione principale proviene dai racconti originali di Maurice Leblanc, e già dalle prime missioni si percepisce un legame forte con il materiale di partenza. La missione iniziale, “Lupin in prigione”, trae ispirazione da uno dei racconti più celebri, in cui Lupin tenta di sottrarre un inestimabile uovo Fabergé dalla collezione d’arte del barone Cahorn, all’interno del protettissimo Chateau de Malaquis.
Questo primo scenario introduce le meccaniche centrali del gameplay: un sistema basato su sequenze temporali di azioni, che il giocatore deve ordinare in maniera corretta per permettere a Lupin di superare le varie trappole e ostacoli disseminati nell’ambiente. In questa fase iniziale, il gioco non punisce l’errore e funge da tutorial, permettendo al giocatore di familiarizzare con le dinamiche di risoluzione dei puzzle. Tuttavia, c’è la speranza che, nelle fasi più avanzate, la difficoltà aumenti, offrendo un maggiore margine d’errore che possa condurre al fallimento delle missioni e rendere la sfida più appagante.
Una volta superate le prime prove, il gioco permette una maggiore libertà di esplorazione. Ogni ambiente è concepito come un diorama tridimensionale, osservabile da più prospettive. Questa caratteristica, pur semplice nel concetto, risulta una delle componenti più intriganti del gioco, poiché invita il giocatore a esplorare in maniera approfondita ogni dettaglio dell’ambiente circostante. Non mancano piccoli enigmi ambientali, oggetti da raccogliere e informazioni nascoste da scoprire, che contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente e ricca di particolari.
Enigmi, esplorazione e ingegno
Uno degli elementi centrali di Lupin Once a Thief è la risoluzione di enigmi, che varia dalla semplice osservazione dell’ambiente fino all’interazione approfondita con singoli oggetti. Le meccaniche investigative ricordano le classiche avventure grafiche, ma sono arricchite da momenti in cui è necessario scrutare gli oggetti da diverse angolazioni per scoprire dettagli nascosti o tracce utili. Questo approccio rende il gameplay dinamico, spingendo il giocatore a non limitarsi alla superficie, ma a scavare a fondo nella scena per trovare indizi essenziali.
Il livello di difficoltà degli enigmi è ben bilanciato nelle prime fasi, ma resta da vedere come si evolverà nel corso della storia. Un aspetto che emerge chiaramente già nella demo è l’importanza della memoria: Lupin dispone di un taccuino in cui annota gli obiettivi delle missioni, ma spesso sarà il giocatore a dover ricordare o trascrivere a parte le informazioni e gli indizi raccolti per risolvere enigmi complessi. Alcuni indizi vengono disseminati attraverso documenti, libri o annotazioni che possono essere rinvenuti nell’ambiente di gioco, richiedendo una costante attenzione da parte del giocatore.
Un esempio interessante di questo sistema lo troviamo nella fase successiva della demo, ambientata nuovamente nello Chateau de Malaquis, dove Lupin, fingendosi un membro della servitù, deve infiltrarsi nella stanza privata del barone. Per riuscire nell’impresa, il giocatore deve raccogliere informazioni sui movimenti del barone e valutare l’autenticità delle opere d’arte esposte. Questa parte della missione aggiunge un ulteriore livello di profondità al gameplay, richiedendo di combinare l’osservazione, l’esplorazione e l’uso di conoscenze artistiche. L’identificazione di falsi richiede di preparare un intruglio chimico seguendo una ricetta trovata in uno dei volumi della magione, il che porta il giocatore a esplorare e combinare ingredienti in modo intelligente.
Un tocco metanarrativo: dialoghi con Leblanc
Un aspetto che conferisce un fascino particolare al gioco è la scelta di inserire un elemento metanarrativo. Dopo la missione fallita al caveau, Lupin si ritrova a discutere delle sue disavventure direttamente con il suo creatore, Maurice Leblanc, in una scena intima e riflessiva davanti a un camino. Questo escamotage narrativo non solo aggiunge profondità alla storia, ma consente ai giocatori di avere uno sguardo retrospettivo sugli eventi, creando un legame tra la fantasia letteraria e l’azione interattiva.
Il rapporto tra Lupin e il suo creatore diventa così un elemento centrale della narrazione, offrendo momenti di ironia e riflessione che arricchiscono l’esperienza complessiva. È una scelta che rispecchia la dualità del personaggio: un ladro imprevedibile e astuto, ma anche un uomo consapevole della propria leggenda.
Lupin e Ganimard: un gioco a due prospettive
Uno degli aspetti più attesi e potenzialmente interessanti di Lupin Once a Thief è la possibilità di giocare nei panni dell’ispettore Ganimard, il rivale storico di Lupin. L’ispettore, che viene presentato come un personaggio giocabile, offre una prospettiva alternativa sugli eventi. Se ben sviluppata, questa dinamica potrebbe aggiungere una notevole varietà al gameplay, introducendo meccaniche di caccia e deduzione dalla parte della legge, contrapposte all’astuzia e all’ingegno del ladro gentiluomo.
Le interazioni tra Lupin e Ganimard potrebbero dare vita a un intrigante gioco di gatto e topo, arricchendo la narrazione e il coinvolgimento del giocatore. È un aspetto che, nella demo, non è stato esplorato a fondo, ma le premesse lasciano presagire una dualità narrativa e ludica che potrebbe rappresentare uno dei punti di forza del gioco.
Stile visivo e comparto tecnico
Dal punto di vista estetico, Lupin Once a Thief adotta uno stile fumettistico che ben si adatta alla personalità sagace e irriverente di Lupin. Pur non raggiungendo la raffinatezza elegante dei racconti di Leblanc, il design visivo riesce a catturare lo spirito del personaggio e a rendere l’atmosfera del gioco leggera, brillante e visivamente piacevole. Su PlayStation 5, il titolo beneficia di una resa grafica pulita e fluida, con tempi di caricamento rapidi e un’ottima ottimizzazione delle performance, che rendono l’esperienza di gioco fluida e coinvolgente.
Conclusione
Lupin Once a Thief rappresenta un’interpretazione videoludica riuscita del celebre ladro gentiluomo, mescolando elementi di avventura investigativa, enigmi complessi e una narrazione ricca di stile. La fedeltà ai racconti originali di Maurice Leblanc, unita a meccaniche di gioco che stimolano l’osservazione e l’ingegno, lo rendono un titolo coinvolgente e divertente. Su PlayStation 5, il gioco brilla non solo per il comparto tecnico, ma anche per un’estetica visiva accattivante e per la cura nella narrazione.
Blazing Griffin ha creato un’esperienza che celebra Lupin in tutte le sue sfaccettature: incorreggibile, inafferrabile, ineguagliabile. Proprio come il suo protagonista, Lupin Once a Thief promette di lasciare un segno indelebile nel cuore degli appassionati di avventure grafiche e investigazioni.