Il Cile piange Antonio Skármeta Vrancic, autore della celebre opera “Il Postino di Neruda”, (‘Ardiente Paciencia’ il titolo originale) tradotta in oltre venti lingue, che ispirò il film di Michael Radford, ultima indimenticabile interpretazione di Massimo Troisi, con un magistrale Philippe Noiret.
A rendere nota la morte dell’eclettico vincitore del Premio nazionale della letteratura del 2014, e parte di quel gruppo di narratori cileni che come Isabel Allende e Roberto Bolano ha ottenuto un riconoscimento internazionale, è stata l’Università del Cile dal suo profilo social, ricordandone “la carriera ispiratrice che ha favorito la lettura e l’amore per i libri”.
Vincitore di numerosi premi, dal 2000 al 2003 fu ambasciatore del Cile in Germania.
Ricordiamo le sue opere principali.
Il postino di Neruda
Mario Jiménez, un giovane pescatore, decide di abbandonare il proprio lavoro per diventare il postino della Isla Negra, nella quale l’unica persona che riceve e invia corrispondenza è il grande poeta Pablo Neruda. Mario ammira Neruda e vorrebbe che il poeta gli dedicasse un libro e che la loro relazione fosse qualcosa di più di un educato scambio di battute con mancia finale. Quando il suo desiderio diventa realtà, tra i due nasce un’amicizia che conduce Neruda a strane, e apparentemente poco poetiche, avventure. Nel frattempo, il clima politico del Cile di quegli anni fa precipitare gli eventi…
Match ball
Un romanzo ambientato nel mondo letterariamente inedito dei grandi tornei di tennis. A Berlino, un cinquantenne medico americano felicemente sposato spia gli allenamenti di una sedicenne promessa della racchetta, scivolando nei gorghi di una rovinosa passione per questa Lolita, sportiva e competitiva, in un crescendo tragicomico tra il Rolland Garros e Wimbledon.
La bambina e il trombone
Un romanzo ricco d’amore e d’amore per la vita, nutrito di musica e di passione per il cinema. Protagonista e narratrice è Alia Emar Coppeta, che all’età di due anni è sbarcata ad Antofagasta, in Cile, dall’Europa. La bimba ha attraversato gli oceani con un misterioso musicista e con il suo trombone. Non ha né padre né madre, e dalla tranquilla provincia dei Sud si trasferirà a Santiago, dove studierà, vivrà i primi flirt e si innamorerà di un giovane sostenitore di Salvador Allende. Diventerà una donna libera e cosmopolita, che però continuerà a sognare le eroine romantiche del grande cinema hollywoodiano. Tra realtà e illusioni, frammenti di vita e slanci utopici, sullo sfondo di mille canzoni, film e baci rubati, Antonio Skàrmeta racconta un appassionante periodo della storia del Sudamerica con tutto il sentimento e tutta l’ironia che hanno decretato il successo dei suoi romanzi.
Il ballo della Vittoria
Un giovane impulsivo e romantico vuole vendicarsi delle ingiustizie della società: è stato condannato a cinque anni per il presunto furto di un cavallo e in prigione ha subito brutali violenze e umiliazioni. Ora, che è uscito dal carcere per un’amnistia, prepara un colpo clamoroso insieme a un famoso maestro in rapine. Ma i sogni artistici di una ballerina, la forza dei sentimenti e dell’amicizia piegheranno il loro destino verso imprese più nobili. Il tutto è raccontato con humour e tenerezza dallo scrittore cileno, autore del “Postino di Neruda”, che con questo romanzo ha ricevuto il premio Planeta 2003.
Un padre da film
Il padre di Jacques è partito per la lontana e misteriosa Parigi, lasciando in Cile la moglie e il figlio. È da questo abbandono che prende l’avvio il nuovo romanzo di Skàrmeta che è la storia di un’assenza – quella appunto del padre e di una sofferenza: quella della madre, una donna bella e scolpita nella malinconia, irrigidita nel suo dolore “come se una folata di vento gelido l’avesse spenta”. Ed è infine la storia del microcosmo in cui vivono gli indimenticabili personaggi che fanno da contorno alla vicenda del protagonista: il mugnaio Cristian, gran bevitore di vino rosso e che sa cose che gli altri non sanno; Augusto Gutiérrez, l’alunno che vuole a tutti i costi iniziarsi alla vita perdendo la propria verginità nella vicina città di Angol; Teresa ed Elena, le provocanti e disinibite sorelle di Jacques, strizzate nei loro jeans all’ultima moda. E proprio ad Angol, mentre aspetta che arrivi l’ora di apertura del bordello, Jacques scoprirà la verità sul passato e i suoi misteri…
I giorni dell’arcobaleno
Capita che una mattina nella tua classe entrano due tizi e portano via il professore di filosofia. E se sei nel Cile di Pinochet questo vuol dire solo una cosa: che il professore rischia di diventare un desaparecido. È il pericolo che si corre quando si riempie la testa dei ragazzi con le minacciose idee di rivoluzionari come Socrate o Platone, quando si fa leggere l’Etica di Aristotele, quando si insegna che “il bene è il bene. La giustizia è la giustizia”. Ma il professor Santos è anche il padre di Nico, che, seduto in un banco di quella classe, assiste impotente all’arresto (al rapimento) del genitore. Il padre della sua fidanzata è incastrato in una situazione solo leggermente migliore. Adrián Bettini è il più bravo pubblicitario del paese… o, meglio, lo era prima che il regime lo costringesse a una specie di sofferto esilio. Quando (siamo nel 1988) Pinochet decide di indire un referendum su se stesso per dare una patina di democrazia e legittimità popolare alla sua dittatura, Bettini riceve dal famigerato ministro degli Interni una proposta che lo lascia a dir poco spiazzato: dirigere la campagna per il Sì. Pochi avrebbero il coraggio di rifiutare: ancora meno quelli che accetterebbero di guidare la campagna del No, quella del fronte delle opposizioni. Chi potrebbe essere tanto pazzo da rischiare la vita per lanciarsi in una missione cosi disperata come convincere un paese rassegnato, piegato da decenni di un regime cieco e violento, a dire No!, a tornare a sorridere? Già, chi?