Il primo grande acuto stagionale, nella Scala del calcio: a San Siro il Napoli di Conte gioca la partita perfetta, chiude i conti nel primo tempo e batte 2-0 un Milan pieno di assenze ma in teoria più riposato, lanciando un segnale inequivocabile al campionato.
E’ stato il tanto discusso Lukaku ad aprire le danze dopo una manciata di minuti dall’inizio, sfruttando al meglio un’azione in verticale iniziata da Rrahmani dopo il recupero palla propiziato da Gilmour e McTominay, e rifinita da Anguissa con l’imbeccata per Big Rom tra i due centrali rossoneri.
Inutile e anche tragicomico il tentativo di spallata di Pavlovic, respinto con perdite e “rimbalzato via” dal centravanti belga, freddo poi nell’infilare con un sinistro chirurgico Maignan.
Il vantaggio azzurro ha legittimato una prima porzione di partita dominata dal Napoli, che come le grandi squadre ha azzannato la partita per poi attendere compatto la reazione avversaria dopo essersi portato avanti.
Il Milan ha infatti mantenuto il pallino del gioco per più di 20′, anche se gli unici pericoli sono nati da errori dei difensori partenopei in fase di impostazione: in particolare, sull’incomprensione tra Buongiorno e Gilmour, ci ha pensato un attentissimo Meret a sbarrare la strada a Fofana, rivelandosi nuovamente decisivo come già accaduto altre volte quest’anno.
Lasciato sfogare il Diavolo, il Ciuccio ha sferrato il colpo mortale a fine primo tempo: merito di Kvara, che dopo un’azione bella e insistita, in cui i vari Lukaku, Di Lorenzo, McTominay e Olivera hanno tenuto palla resistendo al pressing rossonero, si è accentrato dalla sua mattonella lasciando partire un destro sul palo lontano che ha colto colpevolmente impreparato il tanto reclamizzato portiere transalpino.
La fortuna aiuta gli audaci, e il Napoli è stato anche fortunato a inizio ripresa, quando Morata si è visto annullare il gol della speranza per un fuorigioco comunque nettissimo anche a occhio nudo.
Scampato il pericolo, la squadra di Conte ha gestito la ripresa senza patemi, andando più volte vicina al terzo gol (soprattutto con McTominay) e rischiando qualcosina solo nel finale, quando Meret si è fatto trovare nuovamente pronto sulla fucilata di Leao.
Il 2-0 finale inaugura nel migliore dei modi il famoso ciclo di ferro, che prosegue oggi (ore 12:30) al “Maradona” con la delicatissima sfida tra la capolista e l’Atalanta di Gasperini, reduce da un filotto di risultati e prestazioni esaltanti che l’hanno issata al terzo posto dopo lo scivolone interno con il Como.
L’allenatore salentino non recupera Lobotka, e dunque a meno di sorprese ad iniziare l’incontro sarà lo stesso “undici” che ha cominciato il match di San Siro, con Gilmour perno di centrocampo e il tridente Kvara-Lukaku-Politano.
Il Napoli è nettamente in vantaggio nel computo dei 53 precedenti giocati in casa in Serie A, con 35 vittorie contro le 8 degli orobici, che però si sono imposti nell’ultima sfida giocata lo scorso 30 Marzo: finì 3-0 con le reti di Miranchuk, Scamacca e Koopmeiners, e gli azzurri di Calzona abbandonarono ogni velleità europea quel pomeriggio.
L’anno prima furono Kvara, con il gol più bello dell’anno, e Rrahmani a siglare un 2-0 fondamentale per la cavalacata scudetto: era l’11 Marzo 2023.
Il pareggio è dunque il risultato assente da più tempo, e l’ultima “X” fu piena di polemiche: il 30 Ottobre 2019 fu infatti Ilicic a raggiungere nel finale la squadra di Ancelotti, pochi istanti dopo un clamoroso errore non fischiato da Giacomelli per un atterramento di Kjaer nei confronti di Llorente.
Domani si sfidano il miglior attacco del campionato contro la miglior difesa, e per il Napoli, che dopo la disfatta nell’esordio a Verona ha inanellato 8 vittorie e un pareggio, non potrebbe esserci migliore “prova del nove”.
Un altro successo regalerebbe ancor maggiore consapevolezza ai ragazzi di Conte, in vista della super sfida, ancora a San Siro, contro l’Inter Campione in carica.