Desirè è il titolo del film di esordio del regista Mario Vezza, già apprezzato e premiato come miglior film ad Alice nella Città – Panorama Italia, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, e già vanta premi e partecipazioni a vari festival e rassegne tra cui: Ortigia Film Festival, Napoli Film Festival, Matera Film Fest, Social World Film Festival.
Trama: Ambientato tra le strade di Napoli e l’istituto di pena minorile di Nisida, il film racconta la storia di una sedicenne di origini senegalesi che vive alla giornata, senza passioni, né amici. Arrestata, viene portata in un penitenziario dove inizia un lento percorso di crescita personale che non credeva possibile.
Una forte storia di formazione, un tentativo di salvataggio dal baratro. Sembra un po’un “luogo comune” la storia della ragazza di colore, nigeriana sola ed emarginata, introversa ma con un mondo di emozioni dentro, che prende una strada pericolosa e violenta (in questo caso per una serie di circostanze sfortunate) e sembra che tutto le vada storto. Il carcere (Nisida uno dei veri protagonisti della pellicola oltre che una location) in questo caso è un via di uscita dalla vecchia vita, con la nobile funzione di salvare i ragazzi e non di farli peggiorare, e all’interno di esso Desiré farà un percorso educativo tramite la lettura, il teatro, grazie ad un educatore che la prenderà a cuore.
Una ragazzina che tra le mura di Nisida troverà una sorta di affetto familiare che le mancava fuori.
Ma basterà a salvarla?
Il regista ci lascia in sospeso sula sorte di Desiré fino alla fine.
Un film forte -in cui è racchiuso un dramma comune a tanti ragazzi- senza essere esageratamente crudo e violento e senza cadere nel banale qualunquismo di tante pellicole e serie tv simili. Il film si distingue per la delicatezza con la quale sono trattati certi scabrosi argomenti e il regista ha avuto la bravura di raccontare una storia drammatica con tutte le caratteristiche del caso per poi, a metà film, approfondire il lato umano dei due protagonisti (Zanre e Lo Verso), lasciando sullo sfondo tutto il resto. Non è solo un film sui giovani in carcere, è un film di crescita e formazione tra due persone molto diverse che interagiscono con difficoltà tra loro, ma alla fine riescono a donare qualcosa l’uno a all’altra. Poi ognuno sceglierà, nel bene e nel male, il proprio destino!
Desirè è un film sui valori umani perduti.
La protagonista -all’esordio come attrice- Nassiratou Zanre si muove con sicurezza davanti alla macchina da presa già con grande professionalità. Regala alla protagonista spessore, intimità e carattere anche solo con degli sguardi e dei lunghi silenzi; una giovanissima attrice destinata ad una bella carriera.
Enrico Lo Verso, altro protagonista, come sempre ottimo interprete in un ruolo tagliato a misura su di lui, dona animo e carisma al suo personaggio, e, da bravo attore generoso e consumato valorizza e non oscura l’altra protagonista.
Completano il cast Antonella Stefanucci, Tonia De Micco, Brunella Cacciuni
Intervista a Mario Vezza
Quali difficoltà incontra un giovane regista al suo esordio con un lungometraggio?
E’ stato tutto molto complesso, e tutto è legato a dei tempi molto lunghi di organizzazione, di finanziamenti, però quando si ha la passione le difficoltà si superano.
Quali film ti hanno formato?
I grandi autori come Scorzese Lynch, Kubrick, alcuni autori italiani, il cinema francese della Nouvelle Vague. Sono sempre stato un grande appassionato di film. Il mio film è un omaggio visivo -senza però esserne una copia- ai film di Dardenne (regista belga n.d.r.)
Tre aggettivi per definire il protagonista Enrico Lo Verso.
Generoso, sensibile, appassionato.
Come hai scelto la brava protagonista?
Lei ha scelto noi, non è una ragazza che studiava cinema. Una ragazza che ha una sua personale malinconia nello sguardo, e con la forza di farsi carico del lavoro e del progetto. Il film è tutto su di lei, e lo ha retto benissimo
Nei cinema a partire dal 14 novembre 2024