L’ affermazione può sembrare polemica, ma in questa lunga riflessione vorrei soffermarmi non sul prodotto in se stesso, oggettivamente buono, ma sulla tanta disinformazione che gira attorno al colosso americano Apple, oggetto di vera e propria “venerazione” da parte di molti suoi utenti e non solo.
Ma quali sono le colpe della casa di Cupertino? Sicuramente con il suo marketing procura nella propria utenza un grandissimo “hype” che fa credere che possedendo un loro prodotto si entra in una cerchia esclusiva di possessori del “mitico” melafonino. Il design e la facilità d’uso dei prodotti ha fatto il resto.
Sono diverse le errate convinzioni che vogliono Apple creatrice degli smartwatch (inventati da Seiko nel lontano 1982), delle App (Nokia aprì il proprio store Ovi un anno prima di Apple), e dei tablet ( presentati da Microsoft nel 2002).
Apple è stato invece il primo produttore ad eliminare lo slot della microSD per aumentare la memoria di archiviazione, a montare sui propri terminali batterie non removibili, a brevettare costosissimi cavi “propietrari” con jack dalle forme piu’ disparate.
La società, tra l’altro, si è distinta sin dai primi anni 2000 per quello che tecnicamente si chiama obsolescenza programmata: una strategia volta a definire il ciclo vitale di prodotto un in modo da renderne la vita utile limitata a un periodo prefissato. Chi ha un Iphone vecchio di una o due generazione ed è costretto ad aggiornarlo all’ ultimo iOS sa di cosa sto parlando.
Tutti i terminali Apple vengono prodotti dalla cinese Foxconn (partner tra l’altro di altri colossi come Samsung, Microsoft, Nintendo, Sony e tanti altri), da lavoratori che vivono in condizioni disumane, negli ultimi anni in alcune fabbriche di produzione i lavoratori hanno protestato, diversi sono stati invece i casi di suicidio. Steve Jobs, seppur invitato, non ha mai voluto visitare le fabbriche di Foxconn.
In occidente i prodotti Apple sono venduti al quadruplo del prezzo di produzione. Questo ha fatto di Apple una delle aziende piu’ ricche al mondo generando oltre il 90% dei profitti del mercato degli smartphone detendendo neanche il 20% del mercato. Lo stesso Steve Jobs affermò piu’ volte: “Sì, il cliente pagherà di più, ma è proprio quello che vogliamo “.
Di recente Amnesty Interntional ha denunciato Apple ed altri colossi della teconologia che sfruttano il lavoro minorile nella repubblica democratica del Congo. Bambini di sette anni lavorano anche per 12 ore di fila per estrarre cobalto, una materia fondamentale per costruire le batterie a ioni di litio.
Anche quasi santificato Steve Jobs è stato coinvolto in diverse storie che gettano del fango sulla sua vita a partire dal patto di non belligeranza richiesto via email ad Eric Schmidt di Google, sempre interessanti le email che Jobs spediva ai suoi collaboratori, intimandoli di “garantire che, quando Music Match (un concorrente di iTunes) lancia il suo negozio online, non sia accessibile dall’iPod”.
Finì in tribunale anche l’intesa oligopolistica fra Apple e i maggiori editori americani, condannati per avere manipolato i prezzi dei libri al rialzo, danneggiando i consumatori.
Per non parlare dell trattamento che riservò all’amico e co-fondatore di Apple Steve Wozniak che fece boicottare e fallire quando quest’ ultimo abbandonò Apple nel 1985.
L’ ultima magagna riguarda l’ex fidanzata di Steve Jobs che racconta in un libro di memorie il lato oscuro del guru: “Ha negato la paternità a mia figlia, nonostante il test di paternità fosse risultato positivo”. Ma questo non è verificabile quindi potrebbe essre solo gossip postumo
Apple è un colosso che ovviamente cerca e ottiene profitto dalla produzione dei propri terminali, non è certo l’incarnazione del male, ma non è assolutamente diversa da tutte quelle società che pur di aumentare i propri guadagni applica pratiche scorrette, non parliamo certo di una multinazionale “equa e solidale”,ma lo slogan degli anni ’90 “think different” è davvero duro a morire.