CLAIRE Stapleton l’impiegata di Google che lo scorco novembre aveva partecipato alla protesta contro molestie sessuali all’interno dell’azienda, ha annunciato di avere lasciato l’azienda in quanto vittima di rappresaglie. L’ormai ex dipendente ha spiegato i motivi che l’hanno portata a dimettersi dopo 12 anni in un’ articolo intitolato “Google Walkout for real change” sulla rivista Medium dove racconta come una nuova gravidanza l’abbia spinta a decidere di lasciare il lavoro dopo 12 anni per “preservare la salute”. Nelle ultime settimane sia lei che Meredith Whittaker, ree di aver alzato la voce contro l’azienda di Mountin View insieme ad una decina di colleghi, avevano denunciato anche pubblicamente via Twitter di “rappresaglie” da parte dei loro superiori.
“Due mesi dopo il walkout mi è stato detto che sarò demansionata, e che un progetto che era stato approvato è stato annullato, Il mio superiore ha cominciato a ignorarmi, il mio lavoro è stato assegnato ad altre persone e mi è stato detto di andare in congedo per malattia mentre invece non sono malata”.
Le accuse sono state smentite da Google che ha dichiarato a France Presse:
“Come abbiamo già detto, non tolleriamo alcuna rappresaglia” e “un’inchiesta interna condotta su queste accuse non ha accertato alcuna prova di rappresaglia” precisando che, in quel periodo, alla squadra di Stapleton è stato anche assegnato anche un premio.