Non è grande chi non cade, ma chi sa rialzarsi dopo una caduta.
E’ esattamente quello che dovrà fare il Napoli dopo la pesantissima caduta di Mercoledì sera contro il Cagliari, provando a rialzarsi immediatamente nel “lunch match” di Domenica alle 12:30 contro il neopromosso Brescia, sempre al San Paolo.
Tra l’altro in Serie A la vittoria contro le “rondinelle” manca da più di 30 anni: bisogna tornare addirittura alla stagione 1986/87, quella del primo scudetto, per trovare un successo azzurro.
Finì 2-1 con i gol di Ferrara e Giordano su rigore, inframezzati dal pareggio del brasiliano Branco; quel giorno il Napoli riuscì a vincere nonostante l’uscita per infortunio di Maradona, che all’andata aveva deciso il match con una strepitosa serpentina.
Più recenti le affermazioni dei partenopei in serie B: particolarmente importante fu il 3-0 del 28 Maggio 2000, quando il Napoli di Walter Novellino battè una diretta concorrente per la promozione in un San Paolo gremito e festante; andarono a segno tutti gli attaccanti azzurri, ovvero Stellone, Schwoch (su rigore) e Bellucci.
Con il medesimo punteggio, 3-0, il Brescia ha ottenuto la sua unica vittoria in serie A al San Paolo il 18 Gennaio 1998, durante la disastrosa stagione che condusse gli azzurri alla retrocessione in B con soli 14 punti conquistati.
Ad aprire le marcature fu un giovane talento che avrebbe fatto parlare di sè a lungo, ovvero Andrea Pirlo; di Kozminski e di Aimo Diana le altre due reti.
Se il Brescia ha violato il San Paolo solo una volta in Serie A, le vittorie azzurre oltre ad essere lontane nel tempo non sono nemmeno particolarmente numerose: solo 7, a fronte di ben 10 pareggi su 18 confronti totali.
Un pareggio particolarmente doloroso fu l’1-1 del 22 Aprile del 2001: un altro gol d’autore, una punizione di Roberto Baggio al 92′, salvò il Brescia in un drammatico scontro-salvezza e di fatto condannò il Napoli ad una nuova retrocessione, solo un anno dopo la risalita dalla serie cadetta.
Fu protagonista di un 1-1 anche l’attuale allenatore del Brescia, Eugenio Corini, doppio ex che, cresciuto nel Brescia, giocò nel Napoli per un anno e mezzo, dal 1993 al Novembre del 1994, quando tornò nelle fila delle “rondinelle”.
Poco più di un mese dopo, il 18 Dicembre 1994, Corini firmò il gol del vantaggio bresciano al quale rimediò il libero azzurro Andrè Cruz.
Il doppio ex più prestigioso, e più caro ai tifosi azzurri, è però sicuramente Marek Hamsik; il centrocampista slovacco fu portato in Italia ancora ragazzino, proprio dal Brescia, e con la maglia delle “rondinelle” affrontò da avversario gli azzurri al San Paolo, siglando anche il gol del momentaneo 2-1 (di Bucchi, Dalla Bona e Bogliacino le reti dei partenopei per il 3-1 finale).
L’allora DG del Napoli, Pierpaolo Marino, dopo averlo visto contro la propria squadra ruppe gli indugi, e Marek, insieme al Pocho Lavezzi, fu uno dei primi acquisti del Napoli nella stagione successiva, quella del ritorno in Serie A.
Il resto è storia: 11 stagioni e mezzo in maglia azzurra ed un posto di diritto nella leggenda del Club, grazie al record di presenze, 520, e di gol, 121: quest’ultimo primato è però a rischio, visto che Mertens è a sole 8 reti di distanza.
Siamo però certi che Marek, ora in Cina con il Dahlian dell’ex tecnico azzurro Benitez, oltre a fare il tifo per il suo Napoli nonostante abbia di fronte il Brescia che lo ha lanciato, non guferà contro il folletto belga: del resto dopo il tonfo di mercoledì, non è importante chi segnerà, ma solo che arrivino i 3 punti.