Al momento, difatti, l’ Italia rappresenta fanalino di coda europeo, in quanto manca tutt’oggi, purtroppo, una legge quadro nazionale contro i crimini d’odio legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere: assistiamo costantemente ad una bagarre politica improduttiva e senza senso, con polemiche sterili che continuano a generare e fomentare odio e discriminazione e a negare diritti fondamentali per l’espressione del proprio indiscutibile modo di essere.
La proposta Zan che giace da tempo in attesa di divenire legge prevederebbe, tra l’altro, nuove fattispecie di reato contro la persona ponendo l’accento, peraltro, anche all’istigazione a commettere atti discriminatori fondati su orientamento sessuale e identità di genere, nonché prevedendo una specifica circostanza aggravante per reati con finalità di odio e discriminazione fondati sull’omofobia o transfobia.
I sostenitori di questo nuovo quadro normativo ritengono sia necessario un intervento incisivo diretto a caratterizzare e cristallizzare in disposizione di legge le condotte criminose legate alla tipologia di ogni forma di intolleranza, odio, discriminazione e istigazione a commettere manifestazioni di violenza contro la libertà sessuale.
I detrattori, prevalentemente di matrice cattolica, la Cei in primis, contestano, invece, la opportunità di prevedere esplicite declamazioni normative, anche di rilevanza penale, perché le previsioni legislative e codicistiche già esistenti e vigenti sono più che in grado di tutelare i diritti in questione, col rischio di far divenire reato di opinione semplicemente la manifestazione di un pensiero differente o di dissenso.
Pericolo che il firmatario esclude in radice considerando lo scopo esclusivamente finalizzato a condannare condotte finora sfuggite al criterio dell’antigiuridicita’ e al crisma della colpevolezza (quando ad essere colpite sono le incolpevoli scelte di vita sessuale).
Le uniche due Regioni, che fino ad ora hanno deciso di deliberare in merito, allora, hanno accolto le istanze delle associazioni e hanno preferito propendere, dunque, con la concretezza del testo approvato, a sigillare una esigenza sentita da troppo tempo, fortemente palpabile dalle insistenti proteste e reclamate richieste di riconoscimento e a dare un segnale chiaro e preciso al legislatore nazionale affinché si sbrighi a colmare un vuoto legislativo inaccettabile che fa dell’Italia uno dei pochi paesi comunitari – peraltro fondatore e promotore degli ideali e della costituzione della Unione/Comunità Europea – a non avere ancora una legge specifica contro tali tipi di crimini d’odio e intolleranza.
I proponenti della legge si dichiarano entusiasti per il traguardo raggiunto perché finalmente in Regione Campania si sono ascoltate le istanze di una parte della popolazione a cui si é dato seguito con la legge contro la violenza omotrasnfobica che, tra le novità e gli interventi contemplati, stabilisce soluzioni concrete e punti di supporto e sostegno per le persone vittime di violenza con la previsione di rifugi “arcobaleno”, la costituzione di sportelli arcobaleno, e la sugellazione di principi fondamentali contro tutte le forme di violenza nei riguardi delle persone in virtu’ del loro orientamento sessuale.
È chiaro che in assenza di una legge nazionale che disciplini la materia con la necessaria specificazione dei diritti tutelati e delle relative fattispecie sanzionate con tanto di pena espressamente prevista, la legge regionale si presenta come una legge di indirizzo e di affermazione di diritti e del necessario rispetto degli stessi – fondamentale traguardo di umanità ovviamente – ma resta priva di quella indispensabile coercibilita’ tipica delle leggi penali – di esclusiva competenza statale – nei confronti di chi commette veri e propri delitti in violazione delle libertà altrui, di qualsiasi origine, natura o specie si tratti.
Tutto questo assume un grande valore simbolico, al di là della pregnanza legislativa circoscritta al territorio regionale, perché diventi legge naturale riconoscere e rispettare l’identità degli altri e la liberta’ legittima e insindacabile, tantomeno condannabile, delle singole scelte.
Oserei dire che é assolutamente un grido di civiltà affermare finalmente e a chiare lettere che la diversità è un valore e non un nocumento, é un diritto e non una concessione, è un emblema di normalità e non un privilegio.