Madonna dell’Arco è la maggiore frazione del comune di Sant’Anastasia a Napoli. La zona riveste un ruolo fondamentale per l’intero comune per motivi religiosi, economici e turistici grazie al santuario che dà il nome alla frazione.
Il Santuario della Madonna dell’Arco è tra i tre santuari più conosciuti e visitati della Campania insieme a quello della Madonna del Santo Rosario di Pompei e a quello dedicato alla Madonna di Montevergine.
A Sant’Anastasia, dove sorge il santuario a lei dedicato si venera l’icona di una Madonna dal volto tumefatto che sanguinò dopo essere stato colpito.
Una delle tradizioni religiose più suggestive della Campania: I battenti della Madonna dell’Arco
I vattienti (battenti) e i “fujenti”, sono figure particolarmente note nel Napoletano e rappresentano i devoti della SS Maria dell’Arco.
Il Lunedì in Albis i devoti arrivano vestiti di bianco, muniti di fasce blu e rosse in vita e con i piedi completamente nudi, da ogni zona della Campania, o per devozione o in segno di gratitudine per una grazia ricevuta. Il loro peregrinare è caratterizzato dalla presenza di carri e bandiere dedicati a tale liturgia e termina, secondo consuetudine, a l’ingresso del Santuario.
Una volta giunti in prossimità dell’altare, i devoti si inginocchiano, strisciano e piangono.
LE STORIE
Un lunedì di Pasqua del 1450 alcuni giovani stavano giocando a palla-maglio, un gioco molto in voga in quegli anni, che consisteva nel colpire una palla di legno con un maglio. Vinceva colui che faceva andare più lontano la propria palla. Uno di questi giovani sbagliando il tiro perse la partita facendo finire la palla contro un tiglio che copriva il muro affrescato dall’immagine di una Madonna ritratta con il Bambino Gesù. Tale fù la rabbia del giovane per aver perso la gara che raccolta la palla la scagliò contro l’icona della Madonna bestemmiando. L’icona una volta colpita prese a sanguinare. La notizia del miracolo si diffuse velocemente in paese. Indignati per quel gesto ignobile gli abitanti del paese portarono il ragazzo reo di tale nefandezza al cospetto del conte di Sarno, un nobile del luogo che ebbe il compito di giustiziare il reo, che fu condannato all’impiccagione su quello stesso tiglio che copriva l’icona della Vergine. Due ore dopo la morte del giovane l’albero però si seccò sotto lo sguardo spaventato e incredulo del popolo.
Aurelia Del Prete e la caduta dei piedi
Aurelia Del Prete viveva poco distante dalla chiesa dedicata alla Madonna. Un giorno mentre era intenta a spaccare legna si ferì in modo grave ad un piede. Spaventata dal dolore e dal sangue che usciva copioso dalla ferita, temendo il peggio, iniziò a pregare e fece un voto alla Madonna dell’Arco promettendo che se fosse guarita, in segno di riconoscenza avrebbe portato in chiesa una coppia di piedi di cera. Il lunedì di Pasqua dell’anno 1589 andò con il marito nella chiesa con sé aveva anche un porcellino che aveva intenzione di vendere al mercato. Ma il porcellino divincolandosi le cadde dalle braccia e scappò, Aurelia arrabbiata cominciò a imprecare e bestemmiare contro l’immagine sacra e tale era la rabbia che prese i piedi di cera che aveva portato come voto che li scagliò a terra rompendoli. Poco dopo il porcellino fu ritrovato poco distante dalla chiesa. L’anno successivo una inspiegabile e strana malattia ai piedi costrinse la donna a letto, nonostante le cure la malattia ai piedi progrediva e nella notte tra la domenica di Pasqua e il lunedì, i piedi della donna si staccarono definitivamente dalle gambe.