Oggi, 14 febbraio, in Europa, in America e in alcune zone dell’Oriente, si festeggia San Valentino, la festa degli innamorati. Ma perché essa ricade proprio in questa data? Probabilmente non tutti si sono posti questa domanda e, allora, ci sembra l’occasione giusta per proporre un approfondimento sul tema. Ebbene, nel corso dei secoli si sono sovrapposte diverse tradizioni e le prime sono da ricercare nel periodo dell’antica Roma. Infatti, verso la metà di febbraio, si celebravano i cosiddetti Lupercalia, ovvero delle giornate, dedicate al dio Luperco, e che, attraverso una serie di rituali, ricordavano il ciclo della vita e la fertilità. In particolar modo, alcune pratiche arcaiche della fertilità prevedevano che le donne di Roma si sottoponessero, in mezzo alle strade, ai colpi vibrati da gruppi di giovani uomini nudi, armati di fascine di rami strette da spaghi. Attraverso le frustate di questi uomini, nella condizione ancestrale e divina della sessualità libera, impersonata dal dio agreste Fauno-Luperco, le donne ricevevano una benedizione che ne propiziava la fertilità
La Chiesa cristiana delle origini tentò di abolire questi riti pagani, ritenuti scandalosi. Fu Papa Gelasio I, infatti, a decidere di estinguere la lupercalia e – per ripulirne le immagine e dar loro un’accezione più romantica e molto meno improntata alla sessualità -, incorporò queste tradizioni pagane al 14 febbraio, giorno di San Valentino. San Valentino di Interamna Nahars, l’attuale Terni, nato nel 176 d.C. era un vescovo e un martire della Chiesa cattolica e il motivo per il quale venne scelto come patrono degli innamorati è da rinvenire nel fatto che, secondo alcune credenze, egli fu il primo religioso a celebrare un matrimonio tra due persone di diverso credo, ovvero un legionario pagano, Sabino, e Serapia, una giovane cristiana, provvedendo a donare alla fanciulla pure il denaro necessario per poter esser presa in moglie. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata – i due morirono insieme poco dopo – e si racconta che Valentino fu giustiziato proprio per aver celebrato questa unione vietata.
Al tempo stesso, anche la letteratura ha contribuito fortemente a consolidare la festività così come la conosciamo oggi. Lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer, l’autore dei Racconti di Canterbury, alla fine del ‘300 scrisse – in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, avvenute, pare, proprio il 14 febbraio – The Parliament of Fowls, (Il Parlamento degli Uccelli) un poema in 700 versi che associa Cupido a San Valentino, il quale così divenne il tramite ultraterreno della dimensione dell’Amore cortese. Dipoi, anche Ofelia dell’Amleto di Shakespeare, impazzita per amore, fa riferimento nei suoi canti alla festa di San Valentino.