Domani, 10 maggio, cade l’anniversario della nascita di uno dei più grandi registi italiani del dopoguerra: Ettore Scola, l’ultimo esponente di una generazione di artisti capaci di raccontare l’Italia al proprio popolo. Uno dei grandi autori del nostro cinema che è stato capace, in oltre cinquant’anni di onorata e florida carriera, di farci ridere e spesso anche piangere delle contraddizioni alla base della nostra società. E’ stato cantore delle straordinarie e spesso grottesche trasformazioni del nostro Bel Paese a cavallo del boom economico sino alle lotte politiche degli anni ’70 e oltre, con occhio sempre vigile alle sfaccettature del tempo che cambia ha raccontato vizi e virtù dell’uomo comune così come di quello appartenente alla classe benestante. Ha diretto alcuni dei capolavori del nostro cinema collaborando con i migliori attori nostrani: da Sordi a Gassman, da Mastroianni a Sofia Loren, passando per Manfredi e Troisi.
Ettore Scola nasce nel 1931 a Trevico, in provincia di Avellino. Figlio di un medico condotto e di una casalinga napoletana, inizia la sua carriera come collaboratore del giornale “Marc’Aurelio” realizzando vignette umoristiche assieme al giovane collega e futuro compagno d’armi filmiche Federico Fellini, tutto ciò mentre porta avanti i priori studi di giurisprudenza.
Dopo una decennale e intensa carriera da sceneggiatore (sua la sceneggiatura di “Il sorpasso” scritta in coppia con Ruggiero Maccari), nel 1964 esordisce alla regia, ma il suo primo grande successo lo conseguirà nel 1968 dirigendo Alberto Sordi in “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?”.
Gli anni ’70 del cinema italiano sono colmi dei suoi capolavori. Nel 1974 arriva la consacrazione con “C’eravamo tanto amati“, in cui racconta la vita, le speranze e le disillusioni dell’Italia dalle radici partigiane attraverso le vicende di tre amici, interpretati da Nino Manfredi, Vittorio Gassman e Stefano Satta Flores. Nel film, dedicato a Vittorio De Sica, compaiono anche Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Mike Bongiorno nella parte di se stessi. Del 1976 è “Brutti, sporchi e cattivi”, opera di denuncia sociale sulla condizione disagiata delle baraccopoli dei litorali romani per la quale si aggiudica il premio alla regia del 29° Festival di Cannes. Del 1977 è “Una giornata particolare”, dramma storico ambientato durante il periodo fascista che descrive l’insolito pomeriggio di due vicini di casa in un condominio popolare; gli interpreti Marcello Mastroianni e Sophia Loren grazie a questo film ricevono entrambi l’onore di una nomination agli Oscar.
Nel 1980 Scola dirige Ugo Tognazzi nel film “La terrazza“, mentre nel 1982 è la volta de “Il mondo nuovo”. Del 1987 è l’ennesimo capolavoro “La famiglia”: successo sia di critica che di pubblico, questo film ripercorre un secolo di storia italiana attraverso il percorso di una famiglia. Nel 1988 e nel 1989 realizza due film con Troisi e Mastroianni, rispettivamente “Che ora è?” e “Splendor”. Quest’ultimo racconta ancora una volta i cambiamenti dell’Italia attraverso il passaggio dai piccoli cinema di paese ai nuovi multisala.
Dopo un decennio di pausa, ritorna nelle sale nel 1998 con “La cena“, i cui attori principali sono Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli. L’ultima sua fatica è un affettuoso omaggio all’amico, collega e maestro Federico Fellini con il documentario Che strano chiamarsi Federico, presentato all’ultimo Festival di Venezia.
Nel corso della sua carriera riceve ben 4 nomination all’Oscar e nel 2011 viene omaggiato con l’ottavo David di Donatello, quello alla carriera, in occasione dei suoi 80 anni. Si spegne infine, il 19 gennaio 2016 nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico di Roma.
Esiste una massima che dice che ogni qual volta un grande maestro si spegne la luce della sua arte continua a risplendere nelle sue opere e quindi, in un certo senso, si può dire che egli sia immortale. Beh, sicuramente questo vale per Ettore Scola, che noi di Senza Linea oggi abbiamo scelto di ricordare e di celebrare proprio perché è un personaggio immortale.