Il primo giugno 1926 nacque Marilyn Monroe. Sono trascorsi 93 anni dalla sua nascita e 57 dalla sua morte, avvenuta il 5 agosto del 1962. Una vita di soli trentasei anni che però ha lasciato un marchio indelebile nella storia del cinema, ma forse potremmo anche dire nella Storia. Ciò perché questa donna, durante i brevi anni della sua esistenza ha avuto a che fare con molti personaggi di spicco non solo del cinema, ma anche della musica, della letteratura, dell’arte e della politica incantandoli tutti con il suo indiscutibile fascino. Ma la sua, al contrario di quanto si possa pensare, non è stata una vita felice.
Figlia di Gladys Monroe e di padre ignoto, prese il suo nome dal primo e dal secondo marito di questa, Baker e Mortenson, infatti prima di acquisire il nome d’arte di Marilyn Monroe si chiamava Norma Jeane Baker Mortenson. Comunque visse senza la figura materna perché la mamma fu internata in una clinica per malattie mentali e la piccola Norma trascorse infanzia e adolescenza tra undici diverse famiglie adottive finché, all’età di 16 anni, sposò, con un matrimonio forse combinato, James Dougherty di 21 anni. Durante la guerra i due lavoravano in una fabbrica di esplosivi e, quando lui partì per il Pacifico, lei rimase a impacchettare paracadute. Fu qui che iniziò la sua “fortuna” come diva: nel 1945 un fotografo, David Conover, impegnato a documentare il lavoro femminile nel periodo bellico, la notò e la fotografò. Fu quello scatto, divenuto poi noto in tutta l’America, che la portò a firmare il primo contratto cinematografico accompagnato dalla chiusura del suo matrimonio, in quanto l’essere single era condizione necessaria per tale firma.
Una curiosità che forse non tutti sanno è che nel 1950, su insistenza del suo agente, Johnny Hyde, si sottopose a due intervanti di chirurgia estetica: uno per farsi ridurre il naso, l’altro per farsi ammorbidire il mento, inoltre non era bionda naturale. Era sbadata e arrivava sempre in ritardo sul set, ma questo fatto le veniva perdonato, infatti lo stesso Billy Wilder disse a proposito di ciò: “D’altra parte mia zia Minnie arriva sempre puntuale, ma chi pagherebbe per vederla al cinema?”
Visto che Marilyn è diventata universalmente un’icona, si può pensare che i suoi guadagni siano stati stratosferici, ma non è così: ad esempio per il film “Gli uomini preferiscono le bionde” Jane Russel, coprotagonista, prese un compenso dieci volte superiore al suo e per la famosa foto senza veli che si fece scattare nel 1949 per un calendario ebbe un assegno di soli 50 dollari. La stessa foto, acquistata per 500 dollari dal fondatore di Playboy, Hugh Heffner, fece guadagnare a questo un milione di dollari in un sol giorno quando, nel 1953, uscì sulla copertina del giornale. Ma a Marilyn non importava il lusso: comprò solo una casa, quella in cui morì, e non amava follemente i gioielli: portava solo delle semplici perle e un anello con un diamante regalatole da Joe di Maggio.
Era amica di Truman Capote, ammirata da Sartre, che scrisse per lei un ruolo nella piece Freud, amante di John Kennedy. Fu per suo merito che Ella Fitzgerald raggiunse la fama: poiché all’epoca essere di colore costituiva un ostacolo sia per esibirsi che per il successo, Marilyn convinse il proprietario del Mocambo, locale frequentato da divi e personalità in cui si esibiva anche Frank Sinatra, a far cantare lì la Fitzgerald promettendogli di prenotare un tavolo in prima fila in ogni sua serata.
Amava i bambini: suo grande cruccio era di non essere riuscita a diventare madre, infatti ebbe due aborti, ma appena poteva giocava con i figli dei suoi amici e, cosa poco nota, aiutava economicamente i minori in difficoltà dando cospicui assegni a orfanotrofi e a fondi dedicati ai bambini; alla sua morte il 25% del suo patrimonio è stato donato al centro Anna Froid, una clinica psichiatrica per bambini situata a nord di Londra.
Quindi Marilyn non è stata una donna felice neppure quando ha raggiunto il successo; ha sempre cercato quell’affetto che le è mancato nell’infanzia. Infatti tutti sanno dei suoi matrimoni falliti e della sua solitudine: dopo il primo matrimonio, sposò nel 1954 il famoso giocatore di baseball, Joe DiMaggio dal quale divorziò dopo un solo anno (ma successivamente si era ricreato un legame per cui, dopo la sua morte, per 20 anni lui portò tre volte alla settimana un fascio di rose rosse sulla sua tomba). Poi si innamorò del famoso commediografo Arthur Miller,uomo colto e più anziano di lei, lo sposò ma anche questo matrimonio non andò bene; ebbe poi una relazione con Yves Montand e nel 1962 la relazione segreta col Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e con il fratello di questi, Robert. Spesso Marilyn cercava di sfuggire alla sua immagine costruita, cercava di vivere una vita normale lontano dai riflettori, cercava soddisfazione e affetto per colmare la sua solitudine ma non trovandoli cominciò a fare uso di alcol e barbiturici e a entrare e uscire dalle cliniche.
Il 5 agosto 1962, fu trovata morta nel suo letto, nella sua casa al 12305 di Fifth Helena Drive di Brentwood. Tale evento sconvolse il mondo a tal punto che una settimana dopo si verificarono numerosi suicidi. Nella sola città di New York ce ne furono addirittura 12 nello stesso giorno; uno di essi lasciò un biglietto con queste parole: “Se la più meravigliosa cosa nel mondo non ha avuto niente per cui valesse la pena di vivere, allora neanch’io.” La causa della morte di Marilyn Monroe fu un overdose di barbiturici, ma molte voci hanno sempre sostenuto l’ipotesi dell’omicidio, comunque sulla sua morte aleggia ancora oggi un velo di mistero.
L’immagine di questa bellissima donna è inoltre stata resa immortale dalle opere di Andy Warhol rappresentata quasi come un bene di consumo trasformato in icona della società americana, infatti, dopo questo, ancora oggi ritroviamo il suo volto su poster, specchi, ante di mobili, tazze e ogni genere di oggetto, ma ciò non deve farci dimenticare chi era Marilyn: una donna vera, una donna bella e triste, una donna buona che non ha avuto la fortuna di vivere la sua vita fino in fondo.