I social, come sappiamo, spesso si prestano a diventare una cloaca maleodorante, nella quale la parte peggiore della società si sente in diritto di poter dare libero sfogo alla sua frustrazione e al suo odio. Una certa politica ne è ben consapevole ed infatti, ormai da anni, soffia sulla fiamma dell’intolleranza appunto per capitalizzare consenso nella maniera più inopportuna. Sessismo, misoginia, razzismo, xenofobia e omofobia, purtroppo, sono all’ordine del giorno e, per rendersene conto, basta accedere alle varie piattaforme e leggere i commenti, i post, le condivisioni e le reazioni. Ebbene, quando si incappa in uno dei tanti contenuti omofobi sul web è inevitabile chiedersi se gli odiatori, che si nascondono dietro alle tastiere e agli schermi dei loro smartphone, siano consapevoli del fatto che se loro possono usare questi mezzi è grazie a un omosessuale. Sì, parliamo di Alan Turing, il quale fu pioniere dell’informatica e dell’intelligenza artificiale. Egli si suicidò il 7 giugno del 1954, proprio perché sfinito dalle persecuzioni delle autorità britanniche dell’epoca contro le persone gay. Dopo il processo – nel quale a sua difesa disse semplicemente che “non scorgeva niente di male nelle sue azioni” – il matematico fu condannato alla castrazione chimica e all’assunzione di estrogeni. Queste umiliazioni lo fecero cadere in depressione e, all’età di 42 anni, come si diceva, decise di togliersi la vita mordendo una mela intinta nel cianuro. L’APPLE di Steve Jobs e Steve Wozniack, nel 1976, pare che scelse di usare, come logo dell’azienda, la famosa mela morsicata esattamente per rande omaggio a questo grande scienziato inglese a cui noi tutti dobbiamo sentirci debitori, inclusi gli omofobi che tanto amano dilagare in rete, infestandola.
Turing, con le sue ricerche svolte prima della Seconda guerra mondiale, elaborò una macchina, la cosiddetta macchina di Turing, la quale possedeva una memoria e un “occhio” in grado di esaminare e decifrare simboli e codici. Essa era, a tutti gli effetti, il prototipo di quello che è il computer. Ma il nome dello studioso è legato anche ad altri importanti risultati di logica matematica, come, per citarne alcuni, una dimostrazione dell’indecidibilità del calcolo predicativo puro e la dimostrazione dell’insolubilità del problema della parola per i semigruppi. Egli, inoltre, durante il secondo conflitto mondiale, contribuì a decrittare il codice Enigma usato dai tedeschi per le comunicazioni radio, offrendo quindi un enorme contributo per la vittoria degli Alleati contro le forze naziste.
Su questa figura così importante per la Storia, nel 2014, il regista Morten Tyldum girò “The Imitation Game“, un film che vede un superbo Benedict Cumberbacht nel ruolo del protagonista.
Non tutti conoscono Alan Turing e allora è necessario parlarne e ricordarlo il più possibile. Egli fu un genio assoluto e chissà quanto ancora avrebbe potuto offrire allo sviluppo tecnologico se non fosse stato ucciso dalla cattiveria, dall’ignoranza e dalla stupidità umana.