“Gentilissimo Tenente ho ricevuto la Sua lettera e sentitamente la ringrazio del pensiero gentile avuto di ricordarsi di me e Le sono assai grata del buon ricordo.
Ha fatto in tempo ad allontanarsi; qui ce la siamo vista assai brutta, l’incursione più terribile che abbiamo avuta fu oggi. Non hanno lasciato nulla, Lei che è pratico di Napoli può comprendere; dalla torretta, l’Arco Mirelli, il 40°, tutta la riviera, piazza Calabritto, via Pace, via Filangieri, via Chiaia con i quartieri Superiori, il palazzo Salerno con il Palazzo Reale, l’Arsenale, qui in fiamme, Toledo, il largo della Carità, lo Spirito Santo, l’Upim , il palazzo dei telefoni, la (caserma) Zanzur, tutte le migliori chiese, perfino il Duomo e sarebbe troppo lungo elencare ogni cosa….
…Anche io me la sono vista brutta…siamo senza gas, senza acqua, senza mezzi di trasporto tanto che oggi non sono uscita di casa, non ci sono i tram, i treni non funzionano, come andare avanti ? …”*
“Fujte, s’o’ asciute ’e cape e fierro!…”, dopo pochi minuti quattrocento bombardieri B-17 arrivarono sulla città seguendo una rotta insolita, sganciarono centinaia di bombe dirompenti e incendiarie, poi decine di caccia leggeri scesero a bassa quota per mitragliare la popolazione inerme che fuggiva.
Erano le 13,35 del 4 agosto 1943. Il massacro durò fino alle 14,50. Mai Napoli, come quel giorno, fu tanto vicina alla distruzione mentre la sua popolazione soffocava tra le macerie.
Venne bombardata a tappeto tutta Via Toledo, l’area del Monte Echia, Santa Lucia al Monte. Fu raso al suolo il monastero delle Clarisse di Santa Chiara, Via Benedetto Croce e l’adiacente Palazzo Filomarino della Rocca, il Palazzo Gaspare Capone, il Palazzo Carafa della Spina, Palazzo Petrucci, colpiti anche i palazzi Sansevero e Corigliano a piazza San Domenico Maggiore. Una bomba inesplosa è ancora conservata oggi nella chiesa del Gesù Nuovo.
Notevoli i danni per il Palazzo Monteleone e Carafa di Maddaloni; spazzati via per sempre il cinema Corona a Via dei Mille, gravissimi danni strutturali all’Ospedale dei Pellegrini alla Pignasecca. Crollato l’edificio della Centrale dei telefoni di Stato a via Depretis, il collegio dei Padri della Missione e la chiesa di Santa Maria al Borgo dei Vergini. Danneggiata la navata destra della chiesa Basilica Pontificia dei Cavalieri Spagnoli situata nel palazzo San Giacomo a piazza Municipio. Danneggiata anche la Reggia di Capodimonte. Come le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e il terrificante bombardamento di Dresda, i nefasti eventi di quel lontano agosto del 1943 sono ancora oggi inspiegabili da un punto di vista strategico.
*Stralci di una lettera spedita dalla signora Dora Rocco del Giudice all’ avvocato Carmine Montopoli di Pescara, la lettera non arrivò mai perchè bloccata dalla censura.