“La verità è che la vera musica non è mai “difficile”. Questo è soltanto un termine che funge da schermo, che viene usato per nascondere la povertà della cattiva musica. Esiste un tipo di musica: la musica il cui diritto all’esistenza è giustificato da ciò che essa è veramente, che si tratti soltanto dell’ennesimo pezzo in tempo di valzer (per esempio, la musica del caffè concerto) oppure che assuma la forma canonica di una sinfonia. Perché non si ammette che, di questi due casi, è molto spesso il valzer che dimostra un gusto migliore?“
Il 22 agosto 1862, a Saint-Germain-en-Laye, nacque colui il quale, a tutt’oggi, è considerato, in patria e nel mondo, uno dei più importanti compositori francesi di sempre, nonché uno dei massimi protagonisti del simbolismo musicale. Ci stiamo riferendo, ovviamente, a Achille-Claude Debussy, noto semplicemente come Claude Debussy; innovatore geniale, anticonvenzionale, che rivoluzionò l’armonia, il ritmo, la sonorità e la forma della musica occidentale della seconda metà del XIX secolo. Oltre alle influenze del movimento simbolista francese, la sua musica, in aggiunta, per il suo carattere indefinito, sfumato, è stata spesso messa in relazione pure con la pittura impressionista, che traduceva in immagini l’immediata sensazione visiva senza definire i contorni.
Debussy iniziò a studiare musica al conservatorio di Parigi e, nel 1884, ottenne il “Prix de Rome” con la Cantata “L’Enfant Prodigue”, premio che gli permise di venire in Italia. Durante il periodo giovanile, egli si interessò alla musica di Wagner e fu affascinato dalle orchestre dell’isola di Giava. Spesso il compositore, infatti, introdusse nelle sue opere elementi tratti dalla musica orientale, come la scala esatonale che conferisce alle sue composizioni il tipico carattere evanescente. Nel 1894, il musicista ottenne il primo grande successo con il poema sinfonico Prelude a l’apresmidi d’un faune (Preludio al pomeriggio di un fauno) ispirato a un poema di Mallarmé e considerato il primo grande lavoro impressionista musicale. Al 1902, invece, risale la prima rappresentazione dell’unica opera teatrale del compositore, Pelleas et Melisande. Nel 1905, il francese compose i tre movimenti sinfonici del famosissimo “La mer”, “De l’aube à midi sur la mer” (Dall’alba al meriggio sul mare), “Jeux des vagues” (Giochi d’onde) e “Dialogue du vent e de la mer” (dialogo del vento e del mare). Nel 1911, poi, venne rappresentato il mistero “Le Martyre de Saint Sebastien” sul testo di Gabriele D’Annunzio. Ma c’è da dire che, in generale, Debussy scrisse molta musica per pianoforte, per orchestra e per balletto con il suo stile particolarmente vario e fantasioso, leggero e sereno o veloce e incalzante, seguendo le emozioni e le immagini espresse.
Claude Debussy morì, a Parigi, il 25 marzo del 1918 per un cancro, durante la prima guerra mondiale. Il compositore venne sepolto nel Cimitero di Passy vicino Parigi in modo tale che non fosse disturbato dalle bombe e oggi si può ancora andare a vedere dove è stato sepolto. La sua morte coincise con il triste termine della Belle Époque.
La Francia ha, senza dubbio, sempre riconosciuto e celebrato il genio musicale di Debussy, onorandolo come uno dei suoi più stimati figli. Basti pensare che, dal 1980 fino all’introduzione dell’euro nel 2002, il suo volto ha campeggiato sulla banconota da 20 franchi.