“Ho dentro di me tante figure, tante donne, duemila donne. Ho solo bisogno di incontrarle. Debbono essere vere, ecco tutto, io voglio dei personaggi autentici.”
Il 26 settembre del 1973, veniva a mancare, a Roma, la sua città, uno dei principali volti femminili, nonché simbolo, del cinema del nostro Paese nel mondo. Stiamo parlando, ovviamente, di Anna Magnani; attrice intensa e dalle qualità straordinarie che è stata la figura chiave del Neorealismo italiano, vestendo i panni, nell’arco della sua carriera, di alcuni dei personaggi femminili più forti e importanti della cinematografia italiana.
Antidiva per eccellenza, con i suoi profondi e magnetici occhi cerchiati, l’attrice è stata l’emblema di una Roma autentica, verace, popolana, combattiva, passionale, istintiva e fragile. Il suo talento interpretativo smisurato colpì registi del calibro di Vittorio De Sica, Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Pierpaolo Pasolini e Federico Fellini. Come sappiamo, ella, in aggiunta, stregò anche l’America. Proprio negli Stati Uniti, la Magnani, infatti, oltre che un Golden Globe, vinse, nel 1956, con “La rosa tatuata”, l’Oscar alla migliore attrice protagonista e fu la prima interprete non di lingua inglese a ricevere questo prestigiosissimo premio. Inoltre, ancora lei fu una delle poche personalità italiane ad avere una stella nella celebre Hollywood Walk of Fame, la famosa strada di Hollywood dove sono incastonate oltre 2000 stelle a cinque punte che recano i nomi di celebrità del mondo del cinema e dello spettacolo. Ma tra i più prestigiosi riconoscimenti ricevuti da Anna Magnani, per le sue magistrali interpretazioni, bisogna ricordare pure due David di Donatello, cinque Nastri d’argento, un Globo d’oro, un BAFTA, due National Board of Review, un New York Film Critics Circle Award, una Coppa Volpi a Venezia e un Orso d’argento a Berlino
Indubbiamente, tra le tantissime pellicole alle quali prese parte e nelle quali si distinse, i suoi personaggi, in assoluto più iconici sono Loretta Prima in Teresa Venerdì di Vittorio De Sica, del 1941; Pina in Roma città aperta di Roberto Rossellini, del 1945; Maddalena Cecconi in Bellissima di Luchino Visconti del 1951; Serafina Delle Rose in La rosa tatuata di Daniel Mann, del 1955; Roma Garofalo in Mamma Roma di Pierpaolo Pasolini, del 1962.
La sua ultima apparizione sul grande schermo fu, praticamente, un’indimenticabile uscita di scena dal significato assai profondo. Ci stiamo riferendo a Roma di Federico Fellini, del 1972, dove il regista le assegnò un piccolo cameo nel quale la Magnani interpreta se stessa. L’attrice, nel film, passeggia per le vie della città e dialoga con Fellini, fuori campo. Una volta arrivata a casa, ella saluta l’amico Federico e, chiudendosi la porta alle spalle, dà la buonanotte a lui e al pubblico.
Così, proprio il regista riminese ricordò l’attrice e amica: “Mi era simpatica la Magnani, l’ammiravo, ma mi dava un po’ di soggezione con quell’aria fosca da regina degli zingari, le lunghe occhiate silenziose, scrutatrici, gli scoppi di risa rauche nei momenti più inattesi. Sembrava sempre risentita, annoiata, altera. E invece era una ragazzetta timida dietro quel cipiglio minaccioso, aggressivo nascondeva un’ingenuità, un pudore selvatico, un entusiasmo da monella, e il sentimento caldo, pieno, di una vera donna, come vorresti incontrare più spesso”