Il 23 giugno 2009 si spegne ad Acerra Maurizio Valenzi, l’unico sindaco comunista della storia della nostra città. Nato in Tunisia nel 1909 da una famiglia livornese di origine ebraiche nel paese magrebino prende parte a varie attività di resistenza antifascista fin quando venne arrestato dal governo collaborazionista di Vichy.
Durante i quasi tre anni di prigionia Valenzi subì torture e venne condannato ai lavori forzati a vita. Liberato dagli alleati nel 1943, tornato in Italia fu inviato dal partita comunista a Napoli per organizzare il viaggio di Palmiro Togliatti in Unione Sovietica. Eletto consigliere provinciale nel 1952, fino al 1968 ricoprì vari incarichi istituzionali.
Senatore della Repubblica Italiana per tre mandati, ricoprì il ruolo di segretario della presidenza del senato e segretario della commissione esteri. Fu anche vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla RAI, segretario del Gruppo Comunista al Senato e membro della Commissione Centrale di Controllo del PCI. Consigliere comunale a Napoli dal 1970, nel 1975 venne eletto sindaco della città di Napoli con una maggioranza relativa. Dopo il terremoto del 1980 fu anche nominato commissario straordinario per la Ricostruzione.
Il mandato fu tutt’altro che facile: Valenzi diventò sindaco due anni dopo il colera, con la città ancora a pezzi, in seguito a un’elezione che gli diede una maggioranza relativa, con giunte susseguitesi per otto anni sempre sorrette dall’appoggio esterno della Dc in occasione del voto sul bilancio, con il “fuoco amico” del Partito Socialista e dell’agguerrita opposizione della destra. In quegli anni successe di tutto: dall’escalation della nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo, al terremoto dell’ Irpina i cui disastri sarebbero stati fronteggiati da un Palazzo San Giacomo in perenne attività, con conseguente leggenda delle luci accese per mesi tutta la notte.
Diversi sono gli aneddoti legati alla sua esperienza come sindaco di Napoli raccolte dalla figlia Lucia in occasione della pubblicazione del libro: “I miei primi cento giorni da sindaco di Napoli“. Tra i più divertenti vale la pena ricordare il becchino assenteista perchè rimasto impressionato alla vista dei cadaveri, l’impiegato assente giustificato perché distaccato da un dirigente del Comune sul suo yacht al Borgo Marinari e alcuni vigili urbani in motocicletta che non volevano uscire durante i giorni di pioggia.
La memoria storica del sindaco Valenzi è affidata alla Fondazione Valenzi Onlus, un’istituzione attiva nella cultura e nel sociale, voluta dai figli Lucia e Marco. Sul sito, oltre l’attività della Onlus, è presente diverso materiale compresi diversi disegni e dipinti. La pittura è stata una delle grandi passioni di Maurizio Valenzi, passione che non ha mai completamente abbandonato, neanche nei periodi più difficili della sua vita.