Chi l’ha detto che i libri a tema LGBT debbano essere sempre farciti di tutti i luoghi comuni che conosciamo? Locali, sesso promiscuo, chat-room, invidie, gelosie e relazioni aperte. A questo siamo abituati e forse se non ne troviamo ci sembra paradossalmente strano.
Il libro: Affinità Divergenti, di Roberto Maggiani, (ediz. Italic pp.125) autore e editore, pur essendo un lavoro a tema LGBT ha il valore di spiazzare tali luoghi comuni e la forza di imprimersi nella mente, pagina dopo pagina, per la sua semplicità, dando vita ad una storia delicata, disarmante e speranzosa.
Il tema del libro è l’amore, semi platonico di Tommaso per il suo compagno di scuola Nathan, etero e disabile. I due sono legati da un’amicizia forte e leale che non cede mai fino alla fine. Le loro caratteristiche e i modi di essere invece che allontanarli li uniscono ancora di più. Cosa possono avere in comune un giovane gay e un altro etero affetto da diplegia? Un forte legame che supera tutti pregiudizi (e limiti fisici) sugli omosessuali e sulla disabilità.
Se Nathan fosse stato gay, la sua bellezza avrebbe fatto la differenza in un mondo vanesio e di apparenza come quello LGBT, nonostante avesse un handicap?
Questa domanda non mi è pienamente chiara. Però posso dire che nel mondo LGBT, ma non solo in esso, l’estetica ha la sua parte e, certe volte, può fare la differenza nell’essere accettati e inclusi in alcuni giri di amicizie. Tuttavia, se devo proprio dirla tutta, contano molto di più la simpatia e l’affabilità: certe volte vedo persone di una bruttezza fisica inenarrabile, almeno a mio gusto, ma che hanno un successo enorme nelle amicizie e anche nelle conquiste. Nathan è diplegico ed esiste davvero, non so come si chiami ma il ragazzo che ho descritto fisicamente, e forse nello spirito, è un ragazzo che ho visto passarmi davanti un giorno a Roma mentre attendevo il verde al semaforo, mi è passato davanti con la sua sedia a rotelle, attraversava le strisce pedonali, mi ha colpito la sua grande bellezza, ma al di là della bellezza sembrava trasparire dai suoi gesti una grande luce. Come ha colpito me, potrebbe colpire anche altri, nel mondo gay avrebbe sicuramente successo, se per successo vogliamo intendere trovare amicizia e magari anche un partner, nonostante il suo handicap.
Hai progetti futuri come autore e editore?
Sì, come accennavo nel mio sproloquio iniziale, a dicembre 2021 o gennaio 2022 uscirà un mio nuovo romanzo il cui titolo dovrebbe essere “Un uomo in Argentina” con le edizioni Augh!, esistono editori con i nomi più inaspettati. Ho appena terminato la mia nuova raccolta di poesie il cui titolo per ora tengo riservato, dovrebbe uscire nel 2022. In verità sono nato come scrittore di versi, non dico poeta perché mi pare un tantino presuntuoso, ma mi piace scrivere in versi, sono passato al romanzo solo dopo molti anni di scrittura in versi. L’ultima mia raccolta, se mi permetti un po’ di pubblicità, è “Angoli interni”, edita nel luglio 2018 dall’editore Passigli.
Per quanto riguarda l’attività di editore, devo dire che mi dà molta soddisfazione, la casa editrice si chiama Il ramo e la foglia edizioni, e l’abbiamo messa in piedi, proprio nel periodo del lockdown, Giuliano Brenna e io. Investiamo sugli autori, siamo ben distribuiti con Messaggerie Libri e ci assiste una rete promozionale, Libromania, che ci diffonde nelle librerie, abbiamo anche un ufficio stampa molto attivo. Il fatto di investire in prima persona sui titoli che pubblichiamo (leggi: non siamo a pagamento), ci rende molto selettivi, nel 2021 pubblicheremo nove titoli, e siamo già completi anche con il piano editoriale del 2022. Se pubblichiamo un autore è perché quell’autore ci rappresenta, ciò che lui ha scritto avremmo voluto scriverlo noi. I libri che pubblichiamo li trattiamo come se fossero scritti da noi, con grande amore. Le collane sono quattro: Romanzi, Racconti, Poesia, Saggi. Se volete fare un bel viaggio in una nuova terra allora leggete i nostri libri, ci trovate in tutte le librerie fisiche e online, questo il nostro sito: https://www.ilramoelafogliaedizioni.it/
Siamo nel 2037, come la vedi la comunità LGBT?
Nel 2037 Federico e Firyal avranno cinque anni (se volete sapere chi sono leggete “Affinità divergenti”), in che mondo cresceranno? Saranno discriminati e come? Non sappiamo che tipo di mondo toccherà in sorte a tutti noi, non lo sappiamo in generale, tantomeno per la comunità LGBT in particolare, ma una cosa posso dirla, senza ombra di dubbio, e non è banale: il mondo che sarà dipende anche da noi e avremo quello per cui lotteremo senza mai cedere davanti a chi o coloro vorrebbero relegarci buoni buoni senza fare troppo rumore, come se fossimo un errore della natura. La natura, quando c’è l’amore di mezzo, non fa errori, mai, ciò che è, è esattamente come deve essere, perfettamente naturale. Chi s’innamora di una persona, al di là del genere a cui la persona appartiene, ha il diritto di amarlo con tutta l’intensità che ritiene opportuna e di costruire con essa una vita di coppia tutelata dalla legge e con gli stessi diritti di ogni altra coppia. Auspico un mondo dell’amore al di là dei generi. Un mondo libero. Auspico un posto in cui, chi voglia crescere dei bambini, figli di sangue o adottati, possa farlo e bene, con la serenità di tutti. Auspico un mondo in cui le religioni siano il riflesso di un amore infinito e non discriminatorio e Stati totalmente laici.
Grazie se siete riusciti a sopportarmi fino a qui, al 2037. Penso che il tempo sia una delle cose più preziose che abbiamo e dedicarlo a un’altra persona è un bel modo per dire all’altro esisti, “a te ci tengo”, e non è necessario conoscerci, anzi, spesso la conoscenza e la benevolenza possono nascere da un tempo dedicato, proprio come un bel fiore nasce da un giorno all’altro.