Mi è spesso capitato sentire figli e nipoti programmare l’arrivo di un amico a quattro zampe per i genitori o i nonni over 60, il tutto spinti dalla motivazione di poter contribuire al miglioramento della qualità della vita e per combattere il senso di solitudine.
Grazie a numerose ricerche condotte in questi ultimi anni, è stata, compravata l’efficacia dei pet per il miglioramento dello stato di salute degli anziani: divengono un collante sociale e spunto di conversazione, incentivano l’accudimento, motivano l’attività fisica (dovuta appunto alla quotidiana gestione) e contribuiscono in maniera importante sull’abbassamento della pressione sanguigna riducendo il rischio di infarti, forniscono un contatto fisico appagante.
Queste informazioni sono interessanti ed affascinanti, ma spesso si tiene presente solo l’aspetto “positivo” ed “emozionale” della presenza dell’animale.
Va infatti preso in seria considerazione il fatto che avendo costanti esigenze l’animale può risultare estremamente impegnativo e, soprattutto nel caso di esemplari giovani e cuccioli, di difficile gestione.
La taglia del pet non fa testo: basta pensare ad un cucciolo di jack russell, sicuramente le dimensioni saranno ridotte e “portatili”, ma questo non renderà meno vivace ed attivo questo cane; lo stesso discorso vale per un gatto che nel gioco è fisiologicamente portato a sfoderare gli artigli e, su una pelle non più giovane, potrebbe creare discrete ferite; anche altri piccoli amici come volatili, roditori, lagomorfi, o addirittura un acquario potrebbero nascondere insidie che non abbiamo assolutamente valutato.
L’ideale sarebbe aiutare nella gestione di colonie feline, contribuire a rifugi ed associazioni con adozioni a distanza o visite o adottare un animale adulto ed equilibrato, sicuramente non lasciando spazio solo all’aspetto “estetico”; ma fondamentale è che sia una decisione che non coinvolga solo ed esclusivamente il destinatario e nemmeno un “regalo”, deve essere una scelta razionale e ponderata fatta prendendo in analisi tutte le complicazioni e le problematiche presenti e future che potrebbero sopraggiungere, approfondendo con esperti le conoscenze da acquisire. Non capitano, così raramente, storie di animali che sono sopravvissuti ai loro proprietari e che dopo un periodo di coccole ed amore vengono abbandonati ad un destino meno piacevole perchè nessuno desidera questa “eredità”.
Pertanto, così come per i bambini, il rapporto “animali-anziani” può essere soddisfacente, gratificante ed utile, nella misura in cui vengono prese in considerazione e rispettate la salute psico-fisica e la dignità di entrambi e si valutino le “varianti” verificabili come Dog e Pet Sitter ed eventuali futuri “tutori”.