La maggior parte delle persone decide di allevare, cani gatti, conigli, cavalli, ed altri animali “in voga”; ma cosa spinge due ragazze ad appassionarsi all’apicoltura? Oggi grazie a Michela Farullo e Maria Boemio de “La Cicirinella” scopriremo tanto sull’appassionante mondo delle api.
Come mai questa passione?
La nostra passione nasce dall’esigenza di far risorgere una terra incolta da quasi venti anni… Abbiamo pensato che le api potessero essere un ottimo modo per farla rinascere, così abbiamo deciso di frequentare un corso tramite un’associazione di apicoltori per iniziare, è bastato veramente poco affinché ci innamorassimo del loro mondo, della loro capacità di organizzazione e della loro possibilità di portare la vita ovunque.
Cosa trovate interessante nelle api?
Quello che abbiamo notato da subito è la loro efficienza, la loro capacità di vivere senza l’uomo. Le api, infatti, devono essere considerate come un super organismo, praticamente è sbagliato parlare di un’ape che svolge il suo lavoro, si dovrebbe parlare invece di sciame, che lavora in perfetta sincronia e che porta a termine un lavoro. Lo sciame non funziona se tutte non svolgono una mansione ben precisa e questo le rende affascinanti.
Che differenza c’è tra miele bio e non?
La differenza tra miele Bio e miele convenzionale si basa sugli interventi che un uomo fa sullo sciame e sull’arnia; il luogo dove decidere di posizionarle, più o meno vicino a luoghi contaminati (alta presenza di smog, territori inquinati ecc); partendo dal presupposto che c’è una differenza sostanziale tra l’homemade e il biologico, non va da sè il concetto che se lo faccio in casa ed evito il processo di industrializzazione il miele sia Bio! Un altra differenza è l’utilizzo di sostanze per i trattamenti che l’uomo fa, ad esempio per la prevenzione e la cura della varroa (un acaro importato probabilmente dalle filippine, arrivato circa 20 anni fa in Italia). I trattamenti sono di due tipi, con sostanze biologiche, tenendo presente che la mortalità dell’arnia sarà più alta e trattamenti con sostanze convenzionali come antibiotici che assicurano maggiore efficacia, ma precludono la certificazione Biologica del miele.
Contrariamente a quanto si crede le api hanno una struttura gerarchica complessa ed un sistema comunicativo ad altissima tecnologia, lo spieghereste in parole semplici a noi profani?
Andare a spiegare la complessa struttura gerarchica è difficile, ma non impossibile! Iniziamo col dire che tutto è governato dalla Regina alla quale è affidata la riproduzione dello sciame, è l’unica a deporre uova. Attraverso dei feromoni (si trovano sul suo corpo) che rilascia, governa tutte le api. Lo sciame, come sappiamo, è costituito dalle api operaie, i ruoli sono diversi: pulizia dell’arnia e dei telai, voli di orientamento, costruzione dei favi, nutrizione della covata, assistenza alla regina, protezione dell’alveare, ventilazione dell’arnia, trasformazione del nettare in miele e conservazione dello stesso. Per quanto riguarda la comunicazione utilizzano tecniche innovative come la “chimica” ed il “ballo”.
Che impatto credete abbia sulla vita delle api il nostro intervento?
L’impatto dell’uomo sulle api è stato praticamente devastante. Dall’ingresso della varroa, ad esempio, all’utilizzo dei pesticidi in agricoltura. Infatti il problema reale non è tanto riconducibile a quanto l’uomo metta le mani dell’alveare ma a quanto l’uomo piaccia giocare e non perdere mai in agricoltura! L’utilizzo di pesticidi nelle coltivazioni per “preservare” i frutti non fanno altro che uccidere le api che vanno sui fiori per il processo di impollinazione! Le api si stanno estinguendo e di certo non perché di per sé siano una specie debole, ma per l’impatto che l’uomo ha su tutto ciò che fa restare in vita le stesse! Dobbiamo solo capire quale sarà l’impatto che avrà la scomparsa delle api sull’uomo! È una battaglia che l’uomo non capisce di aver perso in partenza!