La Grecia è un paese che negli ultimi anni ha dovuto affrontare una crisi economica devastate e -come il resto del mondo- l’emergenza Covid.
La recessione ed il Covid si sono abbattute come un uragano distruggendo l’economia delle famiglie. Trattasi, come sappiamo, di un paese che vive in gran parte di turismo.
Atene è stata la prima tappa del mio viaggio (poi continuato verso Amman in Giordania ed infine in Egitto al Cairo e delle quali vi parlerò nei prossimi articoli).
La prima coso che noto ad Atene, nel primo giretto di perlustrazione (avevo l’albergo in piazza Omonia che non è il centro città, ma avevo la metro a due passi) è che le zone limitrofe della piazza presentavano negozi obsoleti, i negozi di elettronica erano indietro di venti anni o più con in vetrina tv quadrate o lettori dvd. Parecchie insegne di negozi di dvd (chiusi) per noleggiare i film. Le edicole erano prese d’assalto perché vendevano le bottiglie d’acqua a 0,50 cent- un prezzo bassissimo, ma lì è quasi tutto economico. Sul retro delle edicole c’era un sottobosco di cassette porno e dvd hard. Un salto negli anni 80. Atene sembra una città vintage, colorata da tanti graffiti che abbelliscono le serrande chiuse per fallimento, colori e disegni per ingentilire il degrado come nelle favelas in Brasile.
Peccato per un paese che ha una storia importante da far conoscere.
Nella zona di piazza Syntagma e nell’adiacente shopping street (via Emou) le cose cambiano; qui siamo negli standard europei e trovi negozi moderni, Starbucks e bella gente che passeggia. Molto carino un negozio in cui si comprano abiti a peso, nei pressi di Emou, il Kilo-shop, ma di negozietti carini e cose originali a poco prezzo se ne trovano ovunque.
Un cocktail su un rooftop bar in centro con davanti la vista illuminata del Partenone di sera solo 7 euro, insalata greca con la vera feta a tavolo solo 5 euro. Molto costosi e di bassa qualità sono i dolci serviti a Little Kook, un posto da fiaba ispirato ad Alice in Wondeland, ma è tutta scena, andateci solo a scattare qualche foto.
Atene insomma è un città divisa in due, le zone turistiche e dello shopping ben tenute, il resto versa nell’ abbandono.
Dopo i soliti giri turistici alla Plaka e al Partenone (dove si accede solo ed esclusivamente a piedi), la sera mi inoltro nel mondo gay.
Cosa offre Atene a livello di divertimento ?
E com’è la situazione LGBTQA+ a livello legislativo?
La legislazione sulle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) in Grecia si è evoluta significativamente negli ultimi anni e ha reso il paese uno dei più liberali dell’Europa meridionale. La discriminazione non è più comune, sebbene le persone LGBT possano ancora affrontare sfide legali e sociali non vissute dai residenti non LGBT.
Le attività sessuali tra persone dello stesso sesso sono legalizzate dal 1951.
Le leggi antidiscriminatorie in materia di occupazione esistono dal 2005. Da allora in poi le leggi antidiscriminazione sono state estese ad altre sfere, tra cui l’identità di genere. La legislazione contro la lotta ai crimini d’odio è una delle più rigide e complete in Europa.
Secondo una relazione del 2016 svolta da ILGA–Europe, che valuta i diritti LGBT nei paesi europei, la Grecia è la quinta (tra 49 paesi) in Europa. (wikipedia)
Personalmente ho notato una grande libertà, non mi sono sentito discriminato e le coppie gay giravano mano nella mano ovunque. Atene mi è sembrata molto aperta.
La maggior parte dei bar di Atene si trovano a Gazi, una bella zona della città lontana dal caos.
BIG bar, dove si svolgono delle famosissime feste bear è l’unico bar in cui sono andato, è stato il primo bear bar ad aprire ad Atene ed è uno dei preferiti dalla comunità gay greca. Nel locale si respira un’atmosfera amichevole, serena e festaiola. I drink hanno prezzi ragionevoli e l’ottima musica rende il tutto perfetto. Ma è un bar nel vero senso del termine, non offre “altro”.
Se preferite la classica discoteca o divertimenti più piccanti, Atene offre divertimento a 360 gradi tra saune, cruising e mega party fino all’alba. La Grecia -incluse le isole- sono un metà gay dove divertirsi in modo tranquillo, dove la parola omofobia resta chiusa fuori la dogana