Dopo più di un anno di rappresentazioni in giro per l’Italia sui più prestigiosi palchi nazionali e un giudizio positivo unanime di critica e pubblico, “Actor Dei – L’attore di Dio” torna a Napoli, nello storico teatro Trianon Viviani (piazza Vincenzo Calenda, 9), in occasione delle festività natalizie. Il musical, di scena dal 25 dicembre al 6 gennaio, a partire dalle ore 21, è dedicato alla vita di San Pio da Pietrelcina ed è stato ideato dall’attore e cantautore Attilio Fontana che, oltre ad aver partecipato alla scrittura dei testi, ne ha curato la direzione musicale.
Con la regia di Bruno Garofalo e la sceneggiatura di Attilio Fontana, Mariagrazia Fontana, Francesco Ventura, Antonio Carluccio, Michela Andreozzi e Federico Capranica, lo spettacolo, prodotto da Rosario Imparato e Mario Minopoli per “Pragma srl” e “Immaginando”, è una cronaca, seppur atipica e in veste artistica, della vita del santo più amato e discusso dell’era moderna. Nel ruolo di protagonista de “L’attore di Dio”, Fontana conferma la sua poliedricità e completezza d’artista che, forte di una carriera lunga e articolata, reduce da successi televisivi e teatrali, non si accontenta di un solo linguaggio e prosegue il suo percorso di instancabile ricerca umana e artistica.
L’opera quasi pop-rock, dai sapori mediterranei e dal ritmo vivace che raggiunge, proprio per questo, più tipologie di pubblico, ha di base il contenuto dell’amore universale e gode di un cast nutritissimo di circa quaranta artisti tra attori, cantanti e ballerini che danzano le coreografie di Orazio Caiti.
SINOSSI Francesco Forgione, da semplice e coraggioso uomo continuamente provato da pene fisiche e spirituali, spinto dalla volontà di sollevare l’umanità dalle sue sofferenze e di aggregare la vasta comunità attorno ad un grande obiettivo, diventa Padre Pio, ovvero il simbolo dell’umanità positiva capace di riscattarsi dal dolore e dalla solitudine per dare vita ad un grande sogno.
L’opera è suddivisa in tre grandi momenti: la giovinezza (dall’infanzia al miracolo delle Stimmate), la maturazione spirituale (la sua vita a San Giovanni Rotondo fino alla morte della madre) e l’ospedale (le mille traversie dalla nascita della Casa Sollievo della Sofferenza fino alla sua completa realizzazione). Lo spettacolo si apre con un sogno fatto da padre Pio da giovane: un duello che ingaggia con il diavolo, suo alter ego, rappresentato attraverso una scacchiera bianca e nera in cui si fronteggiano i due eserciti del bene e del male. Dopo la cornice onirica, che con un andamento circolare apre e chiude il racconto dell’opera, si torna su un piano di realtà ripercorrendo alcune vicende salienti della vita del santo.
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