Giungono immagini sempre più terribili dalle zone di guerra.
Ucraina e Gaza sono tuttora sotto piogge di bombe contro innocenti terrorizzati dalla paura della morte e dall’orrore delle torture di un tritacarne di disumanità.
E sullo sfondo a livello globale, le elezioni americane lasciano spazio ad un aumento considerevole di incertezza perché le opzioni tra Biden e Trump sono entrambi preoccupanti per un verso o l’altro.
Le dichiarazioni di Biden le conosciamo e la sua scarsa capacità di mediazione in questo momento che vive il mondo purtroppo è evidente ma le paventate intenzioni di Trump sulla situazione politica mondiale e sui suoi suggerimenti di risoluzione fanno rabbrividire.
L’Europa non riesce a divenire protagonista della scena politica di pace a livello mondiale né tantomeno sui conflitti in atto perché si è dequalificata la classe politica in generale e anche l’ unitarietà dettata dalla mission iniziale della comunità europea divenuta ormai Unione Europea che non solo e’ divisiva al suo interno ma soprattutto è divenuta fragile e poco carismatica nelle dinamiche relazionali internazionali.
La verità è infatti che l’attuale condizione di instabilità politica è la comprova di una mancanza di leadership mondiale in grado di ripristinare un equilibrio di pace che sembra ormai lontano anni luce, e magari di portare ad un cessate il fuoco tanto auspicato.
La posizione della Russia sempre più aggressiva con l’Ucraina non sembra predisposta ad una pace nonostante gli appelli del Papa ad una tregua mondiale.
Le parole di Papa Francesco sono state fraintese e estrapolate dal suo significato universale di pace comune e comunitaria mentre alcuni hanno voluto sottintendere al suo significato quello di una resa sell’Ucraina a favore della Russia per arrivare più velocemente alla fine del conflitto.
Il Papa è da tempo impegnato su tutti i fronti per portare avanti i suoi messaggi di fratellanza cristiana e di pace senza schierarsi se non dalla parte dei deboli, degli innocenti, delle vittime delle guerre che subiscono le decisioni egoistiche, terroristiche e fanatiche di pochi prepotenti al potere.
Il potere accieca e stordisce chi non sa gestirlo a meno di non camminare sempre con la propria cassetta di attivazione del tasto di esplosione mondiale nucleare, in modo da incutere timore anche solo attraverso la forza dell’immagine che evoca la forza potenziale della distruzione istantanea nel mondo.
Eppure Putin in questo quadro sta puntando a riconquistare l’Italia e il suo appoggio, attraverso i piccoli eventi con i cittadini italiani, prima la studentessa a Mosca per specializzarsi all’Università russa che ha dichiarato la Russia una nazione libera, lontana dall’immaginario collettivo e dalla percezione che si ricava fuori confini.
E poi con il famoso graffitaro Jorit presente a Mosca dopo aver inaugurato un murales dedicato a Ornella Muti che ha fatto scalpore con la sua frase provocatoria in cui chiede a Putin di fare una foto per evidenziare al mondo il suo lato umano.
Senza entrare nel merito della sua scelta, ha fatto discutere la sua partecipazione attiva alla manifestazione russa, ma ad un artista si perdona sempre la libertà di scelta e di manifestazione del pensiero e del dissenso perché emblematico delle vere democrazie come la nostra, nonostante le perplessità di questi ultimi tempi con una politica tutta sbilenca e a tratti imbarazzante se si pensa alle elezioni regionali avvenute in queste settimane.
L’Italia poi a livello di relazioni internazionali sta vivendo un momento complesso presa come è a gestire il già suo complesso orticello con lo scandalo delle intercettazioni diffuse ad ampio spettro tra personalità famose del mondo della politica, della cultura, del giornalismo, degli attori, cantanti e vip in generale, con un dossieraggio di cui ancora non trapelano notizie chiare…bisognerà attendere per conoscere contenuti e valutare se si siano verificate minacce alla democrazia e alla libertà di quanti ignari si sono ritrovati nel calderone delle trascrizioni giudiziarie.
Tornando al mondo che conta , il segretario dell’ONU intervistato da Fazio ha mostrato le sue preoccupazioni per una grave incertezza politica del momento ma non ha saputo offrire ipotesi risolutive delle conflittualità esistenti perché le tensioni tra gli Stati coinvolti sono talmente forti e intestine che non si riesce ad intervenire a nessun livello per sradicarle.
L’unica preoccupazione che ha definito comune al mondo in termini di percezione del problema e sensibilità diffusa è quella di carattere ecologico come l’eco sostenibilità e la tutela dell’ambiente, presupposto indispensabile per rendere il nostro pianeta ancora accogliente ma soprattutto rispettato.
Come per la Ferragni, però anche questa intervista seppure conferma il successo per Fazio e Nove che accoglie il suo salotto, ci ha lasciati all’ascolto un po’ sospesi perché da un segretario ONU si aspettano soprattutto parole forti di pace e di ricerca della pace, la volontà evidente di rimarcare priorità all’ambiente anziché alla guerra la dice lunga sul momento difficile che stiamo vivendo, rassegnato allo stato di fatto delle cose e impotenti ad ogni livello anche quello istituzionalmente più elevato e prestigioso di fronte alle decisioni di chi preferisce scaricare bombe sui civili piuttosto che tornare a dialogare di pace e a sventolare bandiere arcobaleno per una inversione di rotta che ormai sembra sempre più una chimera!