Dite la verità: non ve l’aspettavate? Uscire dal cinema dopo aver visto Barbie The Movie e discutere animatamente con le amiche o litigare con il fidanzato sui diritti delle donne e sul patriarcato.
Aspettavate di vedere un filmetto, una favoletta tutto rosa con l’immancabile matrimonio finale, e invece abbiamo tutti assistito ad un film politico sulla condizione della donna, sul sepolto matriarcato. Una donna di plastica che diventa reale, in carne ed ossa e che si emancipa sfidando Ken, simbolo (inconsapevole) del patriarcato.
Due milioni di euro il primo giorno di programmazione, flotte di persone di rosa (e sfumature varie) vestite sedute a seguire la rivoluzione di Barbie, da semplice bambola a paladina delle donne.
Ho atteso che si calmassero le acque per esprimere il mio punto di vista, io, pecora rosa, figlio illegittimo di quel mondo candido e ovattato che da bambino mi è stato sempre vietato in quanto: cosa da femmina.
Barbie ci ha fatto sempre entrare nel suo mondo, ora accade il contrario: siamo noi a vedere lei come vive davvero. E inizialmente è un po’ come lo immaginavamo: feste, balli e pigiama party.
Tripudio della razza ariana, la bionda perfetta che diventa la personificazione dell’ emancipazione femminile e solo un regista donna “con le palle” come Greta Gerwig poteva -con sottile intelligenza- affrontare questo punto di vista pur rimanendo nel protetto ambiente della commedia inclusiva.
Barbie sfida i maschi per diventare una donna in carriera, e non la moglie perfetta come nelle favole delle principesse. E si scaglia contro tutti i Ken (maschi) -l’eterna battaglia maschi contro femmine.
Il ruolo di Barbie nel film rappresenta il ruolo della donna nella società, Barbie si rende conto che non vuole essere più soltanto uno stereotipo, che può aspirare ad essere qualsiasi cosa, e nel film -come nei giochi- ci sono tutte le Barbie in carriera, che svolgono tutte le professioni. Ma non lei, che è solo lo stampino iniziale su cui sono state forghiate tutte le altre.
Barbie grazie alla regista si umanizza, spunta la cellulite e, per realizzare il suo obiettivo, sceglie la strada più difficile partendo dal basso, cade, si rialza e torna a lottare.
America Ferrara nel ruolo di Gloria, è una dei pochi umani del film e fa la differenza, spiega a Barbie come funziona nel mondo reale -dotata di intelligenza umana, è il filo conduttore del film. Nel mondo di Barbie Ken è solo come un oggetto, nel mondo reale è Barbie ad essere un oggetto (in quanto femmina)
La Mattel in questo film fa una grande autocritica nei propri confronti, ma ne esce pulita, una critica bonaria.
La regista “veste” Barbie di un contenuto reale, non è solo una ragazza bella, ma un esempio vero per le bambine.
E gli sfracelli al botteghino dimostrano che Barbie resta la numero uno.