Lo sto dicendo da giorni, da quando, lo scorso 23 settembre ho lasciato sotto uno scrosciante temporale l’Unipol di Bologna dopo lo show di Bjork: ho assistito ad un capolavoro.
E la natura che si è scatenata quella sera non ha fermato i fan dell’ artista islandese accorsi nelle uniche due date del tour sold out in Italia.
Uno spettacolo visual minimalista con le forme e i colori della natura pacata del mondo di Miss B.
Semplice e diretto!
E quando sei un’artista di quel calibro non hai bisogno di ballerini, palchi infiniti, autotune, e decine di cambi di costumi (ne userà solo due) basta lei. La piccola Bjork, (dal vivo è davvero minuta) sfoggia una padronanza sul palco ed una voce fuori dal comune. Con lei una manciata di musicisti, folletti con flauti intenti in un ballo sul palco/ foresta, suonano e ballano felici come fanno le creature divine quando non sono viste dagli umani. Una magia di suoni e colori su base techno!
Cornucopia è il proseguo del tour di presentazione live di Utopia il disco precedente a Fossora (e di cui lei qui canta solo 4/5 pezzi) ripreso dopo lo stop Covid.
Definire Cornucopia solo uno show o un concerto è fortemente riduttivo. La parola più adatta è “installazione in movimento”
Lucrecia Martel ha ricreato un pezzetto dell’ Islanda fatata che noi siamo abituati a percepire nel canto flautato di Bjork. Sul palco, a destra dello spettatore c’è una cupola, una cabina, pare ricreata da una realmente esistente dove lei va a cantare, e gli ingegneri del suono sono riusciti lavorando su varie tracce vocali a ricreare il suono naturale, camera di riverbero, come se lì si purificasse lontana da tutti -ma in realtà ancora è più vicina al pubblico che la osserva tramite una telecamera.
Un acquario colorato e pieno di ogni specie unica e animata. Licheni, muschi, fiori, funghi sicuramente non commestibili. Figure che sembrano create dai nostri occhi quando li chiudiamo dopo aver osservato la luce a lungo, onirici disegni dell’ inconscio della cantante. La natura, e chi più di lei nata in una delle terre ancora definibili incontaminate? Tira dentro alla sua videoarte musicale l’ambientalista Greta Thumberg con un suo messaggio, ci chiede di immaginare, creare rispettare la natura. Un mondo migliore parte da un’idea positiva.
Intanto canta, non sceglie di presentare una scaletta di hit, non è una carrellata di pezzi conosciuti, del passato sceglie Venus as a boy (in una versione nuova) Isobel, Pagan Poetry e Show me forgiveness poi molti pezzi da Utopia.
Resto in silenzio, canto nella mia testa, siamo tutti muti come se stessimo guardando un film o ammirando un quadro. Lei si mostra come vuole, è fuori dagli schemi e non sembra preoccuparsi dello spettatore che magari aspettava hit come Bachelorette, Hyper ballad o Army of me. Sceglie lei, e come se si volesse mostrare al mondo come vuole, senza preoccuparsi di quello che i fan si aspettano.
Bjork lascia lo spettatore libero di interpretare, non si sforza di farsi capire. Bjork è un mondo a sé, un concept di se stessa. Fata, folletto, bambina prodigio, madre, nonna. ARTISTA
I telefonini sono rimasti spenti nelle tasche per tutto il tempo, abbiamo assistito allo spettacolo solo con i nostri occhi e non attraverso gli ormai abituali occhi digitali.
La sindrome di Stoccolma potrebbe colpirci da un momento all’ altro.
Un contatto diretto tra noi e LEI e per una sera eravamo di nuovo umani.
Il tour di Cornucopia continua ancora per una serie di date in Polonia, Germania, Francia e Svizzera.