Pensare alla musica rap dovrebbe far scattare così, d’impatto, una domanda: “Cosa vorrà dire questo artista?”; il problema è che più si procede con gli anni, meno il rap ha da raccontare…da denunciare…insomma sta entrando di diritto (purtroppo) in quella fastidiosissima etichetta che lo classifica come “moda”. So bene, è innegabile, che la musica, come tutto, va in ricircolo se rinfrescata, se aggiornata…quindi molto probabilmente non dovrei nemmeno stupirmi di questa sua evoluzione ma da buon nostalgico spero sempre di trovare (parafrasando il buon De Andrè) “il fiore nato dal letame”. Questa volta son stato fortunato, in quanto ho trovato un ragazzo, un rapper che potremmo definire “puro”…un ragazzo che ancora denuncia attivamente, che non vive di pose da grande uomo; un ragazzo insomma che ancora si sporca le mani. Si chiama Federico Flugi, a.k.a Tueff. Originario del quartiere San Giovanni e Paolo, “Sangiuvanniell” sin da subito capisce che la vera appartenenza non è una cosa che si decanta, bensì che si vive e sono, queste, parti delle tematiche che affronta. Un ragazzo che come simbolo di legalità (e gli fa onore credetemi) porta tatuata la targa dell’auto di Giancarlo Siani, collega ucciso dalla camorra. Come dicevo, non uno spavaldo ma un UOMO; questo lo porterà a candidarsi come volontario soccorritore durante l’incendio di Terzigno mettendosi al servizio “attivamente” della comunità sociale. L’ho raggiunto telematicamente per scambiare quattro chiacchiere, ed ecco cosa ci siamo detti.
Oggi, per Senza Linea il Rapper Tueff.
- Prima domanda; chi è Federico “Tueff” Flugi, ti va di raccontarcelo?: Un rapper e beatmaker napoletano che ama la sua terra. Affascinato da ragazzino dalla cultura hip-hop e dalle sue 4 discipline, fonde, a modo suo, una cultura nata in America alla fine degli anni 70 con le forti tradizione della sua terra; Tueff (Two effe) sta per “Doppia Effe” ossia le inziale del mio nome e cognome
- In ambito di comunicazione musicale, quale credi essere il punto di forza del tuo genere a dispetto degli altri?: Il Rap è messaggio, quindi credo che il testo sia fondamentale appunto per il messaggio che si invia che comporta responsabilità, soprattutto perché il pubblico più giovane non deve essere bombardato da cose finte, di plastica, lontane dalla realtà. Credo quindi sia sempre meglio raccontare nei propri testi quello che si vive da vicino.
- Nel 2015 il tuo primo debutto da solista con: “My Raplosophy”; ti va di presentarcelo?: E’ la mia filosofia del rap e della mia vita. Sarebbe stato presuntuoso il titolo Raplosophy perché non sono nessuno e nessuno di noi ha la verità assoluta su tutto su ciò che è giusto o sbagliato.
- Non solo musica ma anche “contributo sociale”…ti sei offerto come volontario per domare l’incendio di Terzigno; cosa è scattato in te in quel momento?: Una spinta interiore che mi ha portato sul parco Nazionale del Vesuvio, un forte senso di appartenenza verso la mia terra.
- Fare musica, lanciare quindi un messaggio, è un conto…spendersi in prima persona ne è un altro; qual è stato, se c’è stato, il messaggio che hai ripetuto a te stesso in quei momenti? Non pensavo a niente; bisognava stare attenti, perché non era una scampagnata…soltanto dopo ho realizzato cosa avessi fatto, ascoltando le bellissime parole del sindaco di Terzigno Francesco Ranieri quando mi ha conferito la cittadinanza onoraria della città. Mi sento onorato di questa cosa e ringrazio lui, la sua giunta e tutti quelli che hanno sostenuto questa mia onorificenza.
- Tornando alla musica, tre anni fa il tuo primo lavoro solista; progetti futuri? Ci sono state cose, prima e dopo, e ci saranno ancora tanti progetti. Attualmente sto lavorando a tre progetti; il primo è quello di cui fa parte il nuovo singolo “Brigante Pe’ Ammore” che da il nome al progetto stesso; le musiche sono dello storico musicista napoletano Gianni Mantice che, come ama lui definirsi, è un “artigiano delle musiche”; credo che già da queste parole potete intuire la sua grande umiltà nonostante tutte le cose importanti che ha fatto. Questo progetto sarà un concept ep, con tematiche incentrate tutte sul meridionalismo, il brigantaggio e la questione meridionale; come dire…sulla nostra vera storia, e ci tengo a dire che quando si parla di brigantaggio/questione meridionale etc.. non posso fare a meno di ricordare i miei riferimenti musicali da questo punto di vista ossia Eugenio Bennato e Mimmo Cavallo senza dei quali forse Tueff nemmeno esisterebbe. Stesso discorso vale per Pino Aprile ed Antonio Ciano che come scrittori “meridionalisti” ho avuto il piacere di avere nei video di due mie canzoni il primo in “Fratelli d’Itaglia” il secondo proprio in “Brigante pe’ Ammore” video molto bello girato da Frank Castiglione con le riprese aeree di Josè Calienno proprio tra Terzigno, il Veusvio e Gaeta patria di Antonio Ciano . Il secondo progetto è tutto in italiano, mettendo da parte per un momento la mia lingua madre, con le produzioni musicali di Dj UMA, un valido Dj partenopeo capace di svariare nelle sue produzione ed uno dei top nella club music in Campania. Terzo ma non ultimo il progetto che mi vede in combo con un rapper nolano Giuseppe Rinaldi a.k.a. 1000lire ma in questo caso sarò io alle produzioni e lui alle rime.
- Noi, ringraziandoti per l’occasione concessaci lasciamo a te i saluti finali. Un saluto da Tueff il vostro Brigante Pe’ ammore che vi porta nel proprio cuore.
Musicalmente parlando Tueff esordisce nel 2011 con “My underground life” e “Nzieme“, brani che verranno molto ben accolti dalla critica. Questo porterà il rapper a delle collaborazioni importanti con nomi del calibro di Rino Zurzolo, gli Osanna, Enzo Gragnaniello, Tony Esposito e molti altri ancora. Ho ascoltato un po’ di pezzi di questo ragazzo ed ora vi anticipo qualcosa.
Partiamo dall’ultimo singolo “Brigante pe ammore” : il pezzo è molto orecchiabile con sonorità reggae che coinvolgono l’ascoltatore includendolo sulla parte importante del brano ,che è il testo. Il titolo anticipa degnamente il contenuto, la questione del brigantaggio per amore della propria terra…un indebitamento ingiusto ed una conquista che sa di truffa. Mi piace il fatto che non stiamo sparando cose alla rinfusa ma che il testo sa di vero e soprattutto di nuovo per il genere. Proseguiamo con il primo lavoro di Tueff, “My Raplosophy” (che potrete ascoltare per una prima impressione a questo link) ed anche quì l’impressione che ho avuto è stata positiva. Il disco gira bene, le basi sono solide così come le metriche e (plauso speciale) le tematiche sono innovative. Mi spiego; parlare di Napoli, dell’appartenenza, della cultura non è certo un qualcosa di nuovo ma…parlare di Napoli, della cultura, della buona vita e non sempre degli scippi, delle rapine, della droga, dei ghetti e di tutte quelle cose lì è una cosa magnifica. Lo si apprezza davvero tanto.
Il rap per essere efficiente non deve per forza parlare di quanto le cose vadano male…e questo disco ne è la prova. E presente, come la tradizione vuole, la “denuncia” (sarebbe impossibile non farlo) ma è una denuncia innovativa che lascia l’ascoltatore sorpreso; è stato strano ascoltarlo, nel senso positivo del termine…questa è musica che lascia il segno.
Credo che dovremmo avere tutti una copia di questo cd in casa perché siamo di fronte ad un nuovo tipo di connubio tra “bellezza” e “musica”.
Tueff canta la bellezza di Napoli attraverso il rap; ben fatto davvero.