Se vi sono piaciuti film come Hysteria e Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street, il libro che sto per presentarvi fa per voi.
Briscoe Hall il romanzo di Giuliano Brenna, Virginia edizioni, romanzo a tema LGBT ambientato in epoca vittoriana. Sullo sfondo dei giochi di potere della famiglia Turner Davis, seguiamo la tormentata storia tra Briscoe, giovane stalliere, e Clifton.
L’omosessualità nei tempi passati, l’amore e l’odio, fanno da cornice al legame contrastato di questi due uomini. Corteggiamenti con poesie, versi in rima, eleganza maniacale, fascino e cura del dettaglio. Come tutte le grandi famiglie dell’epoca si segue una gerarchia di comando, e chi è in basso sembra sia destinato ad obbedire.
Un romanzo articolato, con uno sfondo storico e capriccioso. Ed è appunto questa la chiave del successo del libro di Brenna, non tutta la tematica LGBT è ambientata in discoteca o sulle spiagge di Ibiza. Questo è un romanzo dal sapore tradizionale che tratta di una storia fortemente attuale, in un periodo dove non bastava mandare un sms per avere notizie di qualcuno, ma bisognava affidarsi ad una lettera.
Ho contattato l’autore e dopo aver letto il suo lavoro sono pronto a intervistarlo. Senza fare spoiler sul finale.
Prima di introdurre il tuo nuovo libro, raccontaci un po di te….
È sempre la domanda più complicata… direi, in sintesi, che sono un uomo di 53 anni e vivo a Roma. Ho sempre amato la lettura e lo scrivere, sono il cofondatore, con Roberto Maggiani, della rivista letteraria libera LaRecherche.it. Da sempre nutro una forte passione per Marcel Proust e la sua Opera, ma sono un lettore molto curioso e vorace. In particolare, oltre al menzionato Proust e ai classici, amo White, Isherwood, Cameron, Murakami, Ishiguro, Rugarli, Tondelli, Vidal e molti altri. Briscoe Hall è il mio primo romanzo, precedentemente ho scritto racconti.
I gay nell’ epoca vittoriana. Come ti è venuta l’idea?
Pensando l’ambientazione di Briscoe e i suoi temi portanti ho cercato un’epoca nota per la ferocia discriminatoria e per la rigida morale legata a doppio filo alla religione e alla miopia politica; l’epoca vittoriana incarna, secondo me, questi requisiti. La scelta di ciò è stata determinata dal pensiero che, malgrado i molti anni passati da quell’epoca, certi pregiudizi e certe chiusure alla libertà individuale, malgrado un tanto sbandierato “progresso”, sono rimaste indelebilmente impresse nelle menti e nelle azioni di molti contemporanei, semplici cittadini o politici.
Come ti sei documentato?
Il terreno su cui far crescere la storia si è costituito man mano nel corso degli anni, attraverso tante letture; quando è stato il momento di mettere a punto “lo scenario” del romanzo mi sono documentato con documenti dell’epoca. Mi sono anche affidato ad un amico costumista per vestire i personaggi nel modo giusto e ho fatto ricerche su immagini e mappe dell’epoca per ricostruire il villaggio di Shaftesbury. I luoghi sono realmente esistenti, sia le strade che il fiume Nadder, sono visitabili ancora oggi.
Se Briscoe fosse un giovane oggi, chi sarebbe?
Penso che sarebbe un giovane che sceglie di seguire la sua strada, rinunciando agli agi della vita in famiglia per mettersi alla prova nel mondo reale. Sicuramente sarebbe un ragazzo che sa far tesoro delle delusioni e del disinganno ma non si lascia scoraggiare. Anche se oggi, in Italia, i titoli nobiliari sono pressoché spariti, persiste una certa discriminazione verso chi è meno abbiente o conduce una vita modesta, magari non può avere i capi all’ultima moda o firmati, Briscoe sarebbe un ragazzo che non si ferma o non si fa intimidire da questi elementi esterni ma mantiene il suo sguardo su ciò che in una persona veramente conta. Tuttavia, come Briscoe, sarebbe uno che non rinuncia al piacere e lo fa senza falsi moralismi o pregiudizi, o imposizioni di ruoli.
Ti sei ispirato a qualcuno per delineare i caratteri dei due amanti?
Li ho dapprima pensati, ne ho tracciato le linee caratteriali psicologiche essenziali e poi nel corso della scrittura credo abbiano assunto i tratti di persone che nel corso degli anni ho incontrato. Da proustiano direi che dietro ciascun personaggio non c’è una persona reale ma ve ne sono diverse che hanno inconsapevolmente prestato i loro caratteri.
Continua la settima prossima