Questo caldo straordinario sta sfiancando tutti gli esseri viventi, sono tanti gli animali a morire, letteralmente, di caldo.
Lo conferma uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Marine Ecology Progress Series dell’università di Washington.
Lo studio porta alla luce la strage di uccelli che si sta verificando, in particolare lungo le coste americane, dalla California all’Alaska.
Puffini, cormorani e tanti altri uccelli marini sono morti dal 1993 al 2031 per colpa del cambiamento climatico.
Il riscaldamento globale infatti con ondate di calore anche sulle zone costiere, risaputamente caratterizzate da un clima più mite, stanno diventando palcoscenico di morte, con un picco massimo toccato dal 2014 al 2019.
L’autore dello studio, Timothy Jones però risulta essere preoccupato dal fatto che, solitamente tra una catastrofe e l’altra di questa portata intercorre un decennio di ripresa, invece in questo caso la situazione sembra essere di anno in anno solo in peggioramento.
L’innalzamento delle temperature non è pericoloso solo per i “colpi di calore”, ma anche causa indiretta della devastazione dell’ecosistema con, ad esempio, incremento di alghe e malattie e riduzione del cibo disponibile per i pesci ed a loro volta per gli uccelli che si nutrono di essi.
Anche la coautrice Julia Parrish è seriamente preoccupata, infatti descrive un nuovo scenario, un nuovo oceano, ma decisamente desolato: “Meno pesci, meno organismi marini, meno uccelli. Questo è quello che ci attenderà. Le ondate di calore marine saranno sempre più frequenti e i ricercatori ne sono consapevoli”.
Il problema non è solo “oltre oceano”, ma anche il nostro mar Mediterraneo, che con un aumento di ben 5° rispetto agli anni precedenti sta, metaforicamente, per “bollire”.