Nel panorama dei serial killer che hanno insanguinato la storia, Cayetano Santos Godino rappresenta un nome che evoca orrore e curiosità. Noto come “El Petiso Orejudo” o “Il Piccolo Dai Grandi Orecchi”, questo sinistro individuo argentino ha lasciato un segno indelebile nella cronaca nera di Buenos Aires alla fine del XIX secolo. La sua storia di violenza e devianza suscita domande sulla natura umana e sulla sottile linea che separa la normalità dalla follia.
BIOGRAFIA
Cayetano Santos Godino nacque il 31 ottobre 1896 a Buenos Aires, Argentina. Fin da giovane mostrò segni di disturbi comportamentali, venendo spesso coinvolto in piccoli reati e atti di crudeltà verso gli animali. Suo padre era un alcolizzato e aveva modi particolarmente maneschi: non esitò mai a mettere le mani addosso alla sua prole. Nel caso di Cayetano succedeva spesso visto che il bambino fin da piccolissimo fu un vero e proprio nanerottolo ribelle che non stava fermo un attimo. Anni più tardi, quando fu studiato e analizzato da numerosi dottori, gli vennero contate 27 cicatrici solo sulla testa.
OMICIDI
Tra il 1912 e il 1916, Cayetano Santos Godino commise una serie di omicidi brutali che terrorizzarono la città di Buenos Aires. Le sue vittime erano principalmente bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni. Il suo modus operandi comprendeva il reclutamento di bambini più piccoli, che manipolava e portava in luoghi isolati dove li uccideva con ferocia e sadismo. Dopo gli omicidi, mutilava i corpi dei suoi giovani sfortunati, lasciando una scia di orrore e angoscia nella comunità.
Il 28 settembre 1904, a quasi otto anni, compì il suo primo atto violento documentato: venne sorpreso da un poliziotto mentre stava picchiando un bambino ,di meno di due anni, in un’area abbandonata. Entrambi i piccoli furono condotti alla polizia e riconsegnati poco dopo alle rispettive famiglie, e il tutto venne considerato come una semplice baruffa tra bambini.
Nel 1905 condusse Ana Neri, una sua vicina di casa di appena 18 mesi, in un’altra area abbandonata, dove cominciò a colpirla con una pietra fino a quando un poliziotto non lo fermò, conducendolo poi in prigione. Fu rilasciato la notte stessa a causa della sua giovane età.
Il 22 marzo1906 condusse invece un’altra bimba di circa due anni, Mary Rock Phase, in un’area isolata e abbandonata. Qui, completamente soli, prima provò a soffocarla e, dopo averla ridotta in stato d’incoscienza, la seppellì viva in un fosso, coprendo il luogo della suo sepoltura con dei contenitori di latta.
Nessuno rivide mai più Mary. I suoi genitori la cercarono per settimane, poi se ne ritornarono in Italia per lasciarsi alle spalle il dolore della perdita.
Anni dopo, quando Cayetano confessò questo omicidio e spiegò alla polizia dove aveva sepolto la bambina, gli investigatori scoprirono che su quel terreno erano stati da poco costruiti alcuni edifici: si decise, vista anche l’assenza dei genitori di Mary ormai espatriati, che non valeva la pena abbattere quelle abitazioni per provare a cercare i resti del cadavere della piccola.
CATTURA
La caccia a Cayetano Santos Godino divenne una vera ossessione per la polizia di Buenos Aires. Nonostante fosse ancora giovane, dimostrò astuzia nel sfuggire alle forze dell’ordine, sfruttando la sua conoscenza dei vicoli e delle strade della città. Tuttavia, nel 1912, Godino venne finalmente catturato e processato per i suoi crimini. A causa della sua giovane età e delle prove limitate, venne riconosciuto colpevole solo di uno dei suoi omicidi e condannato a 15 anni di reclusione.
PROFILO
Il caso di Cayetano Santos Godino solleva importanti questioni sulla psicologia criminale. Molti psicologi ritengono che Godino fosse affetto da una forma grave di disturbo della condotta o addirittura di psicopatia. La sua mancanza di empatia, il suo piacere nell’infliggere dolore agli altri e il suo comportamento manipolatore sono tratti tipici dei disturbi di personalità antisociale. La sua infanzia difficile, caratterizzata da abusi e negligenza, potrebbe aver contribuito allo sviluppo di tali disturbi.
EREDITà
Dopo la sua condanna, Cayetano Santos Godino rimase in carcere per diversi decenni. Alla fine, nel 1933, fu rilasciato sulla parola. Nonostante le speranze che avrebbe potuto essere reintegrato nella società, Godino continuò a dimostrare comportamenti devianti e violenti. Fu arrestato più volte per vari reati, dimostrando che la sua inclinazione alla criminalità era profondamente radicata.
La storia di Cayetano Santos Godino è diventata una sorta di mito oscuro nella cultura popolare argentina. La sua vita e i suoi crimini sono stati oggetto di libri, film e documentari. Questa continua attenzione solleva interrogativi su come la società affronta la criminalità e la devianza, soprattutto quando si tratta di individui giovani con problemi di salute mentale.
In conclusione, la storia di Cayetano Santos Godino è un esempio tragico e inquietante dei pericoli della devianza e della psicopatia. La sua giovane età e il suo comportamento brutale sfidano le nostre concezioni tradizionali del male e dell’innocenza. Mentre cerchiamo di comprendere le radici della sua violenza, dobbiamo anche riflettere sulle responsabilità della società nel prevenire il decadimento di individui vulnerabili in mostri spietati.